Stiamo entrando nel fine settimana che ci porterà verso il diciottesimo round in calendario: il Gran Premio degli Stati Uniti, un appuntamento che per il Minardi Team è sinonimo di risultati unici che hanno contribuito a cambiarne la storia.

Parliamo di Detroit 1988, il gran premio che regalò al team faentino il primo punto mondiale con Pierluigi Martini (sedicesimo sulla griglia di partenza), e Phoenix 1990 sempre col pilota romagnolo che piazza in qualifica la sua M189 in prima fila (su 27 qualificati) solamente alle spalle della McLaren-Honda di Berger, davanti alla Scuderia Italia di De Cesaris, alla Tyrrel di Alesi alla McLaren di Ayton Senna, alla Benetton di Piquet e alla Ferrari di Prost.

In attesa di Austin, abbiamo deciso di rivivere questi due importanti eventi coi diretti protagonisti e, oggi, abbiamo incontrato Gian Carlo Minardi.

Ricordo ancora con estremo piacere questi eventi, partendo da Detroit. Era il sesto appuntamento in calendario e arrivavamo dal Gran Premio del Canada in cui avevamo nuovamente avuto dei problemi sulla vettura di Adrian Campos, pilota ufficiale insieme a Luis Pérez-Sala” ricorda il manager faentino

Era necessario dare una scossa a tutto il team e, per questo, presi la difficile decisione di sostituire Adrian con Piero Martini che aveva già corso con noi nella stagione di esordio nel 1985. La Lois, azienda spagnola, era il nostro sponsor principale e avvisai il Presidente di questo cambio assumendone tutti i rischi. Piero arrivò in pista senza aver provato la M188, e in qualifica riuscì a segnare comunque in ottimo 1’45″048 che gli valse il sedicesimo posto, davanti a piloti del calibro di Arnoux e a team come Tyrrell e Ligier. In gara Piero rimontò fino al sesto posto regalandoci il primo punto mondiale della nostra storia. Gli ultimi giri furono di alta tensione, soprattutto dopo il ritiro di Luis per il cedimento del cambio. Per noi era il primo punto dopo tre anni non facili dal nostro arrivo in Formula 1 e segnò l’inizio di un miglioramento costante. Alla sera festeggiamo con una cena all’ultimo piano della torre di Detroit insieme al presidente dello sponsor principale, che aveva accettato con riserva la sostituzione di Campos” racconta Minardi che prosegue il ricordo arrivando fino al primo gran premio del 1990

L’anno successivo, il 1989, è stata la stagione migliore per la Minardi. La M189 progrediva sulla griglia di partenza conquistando costantemente negli ultimi appuntamenti la terza fila, fino all’esordio nel mondiale del 1990 sulla pista di Phoenix con la prima fila. Un risultato incredibile poiché erano gli anni di supremazia McLaren e Williams. In gara Martini e Sala dovettero cedere il passo, chiudendo però ai margini della zona punti, in sesta e settima posizione

Restando in tema di Gran Premio d’America, l’altro risultato che merita una menzione è Indianapolis 2005, anche se fa storia a se. Insieme a Ferrari e Jordan, abbiamo onorato la presenza poiché le gomme Bridgestone non presentano i problemi che invece avevano fermato i team gommati Michelin, tagliando il traguardo il quinta e sesta posizione con Albers e Friesacher” conclude Minardi.