Laurea ad honorem per Gian Carlo Minardi

La giornata di Giovedì 10 aprile sarà uno di quei giorni che il Dott. Gian Carlo Minardi non scorderà facilmente, in quanto alla presenza del Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Prof. Pier Ugo Calzolari, del Preside della Facoltà di Chimica Industriale Prof. Ferruccio Trifirò, del Presidente del Corso di Laurea in Chimica dei Materiali e Tecnologie Ceramiche di Faenza Prof. Angelo Vaccari, dei Pro-Rettori, del Senato Accademico e dei Professori della Facoltà di Chimica Industriale ha ricevuto nella Sala Absidale di S.Lucia la “Laurea ad Honorem” in Prodotti, Materiali e Processi per la Chimica Industriale. Oltre ad un numeroso ed entusiasta pubblico, erano presenti in sala il Sindaco di Faenza Ing. Casadio, Il Vice-Sindaco Ferri, l’Assessore all’Università del Comune Tampieri e della Provincia di Ravenna Avv. Ricci Maccarini.

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La proposta, approvata all’unanimità dal Consiglio del Corso di Laurea in Chimica dei Materiali e Tecnologie Ceramiche di Faenza, era stata sottoposta dal Prof Angelo Vaccari a nome dei colleghi al Consiglio della Facoltà di Chimica Industriale di Bologna, che l’aveva approvata all’unanimità in data 28 marzo 2007, con l’approvazione finale del Ministero dell’Università e della Ricerca il 2 luglio 2007,

Il Dott. Minardi nella sua brillante esposizione ha sottolineato le numerose innovazioni tecniche introdotte dal Minardi Team F1 in oltre 340 gran premi, nonostante le difficoltà finanziaria contro le quali ha dovuto sempre lottare. Tuttavia, Minardi non ha mai voluto sacrificare lo sviluppo delle sue vetture portando in pista anno dopo anno importanti innovazioni tecniche, che sono poi state riprese dalle scuderie di vertice, come lo sviluppo di nuove tecnologie per la costruzione del cambio o del portamozzo, lo sviluppo pioneristico di materiali compositi per le appendici e la scocca delle vetture di Fomula 1, con significativi miglioramenti nella capacità di assorbimento dell’energie nei crash dinamici, l’introduzione delle sospensioni idrauliche e l’utilizzo di programmi di calcolo di avanguardia per la progettazione dei componenti della vettura o lo simulazione del comportamento delle appendici aerodinamiche.

Il Dott. Minardi ha sempre creduto nelle giovani promesse e fin dalle sue prime esperienze in F2 ha instaurato importanti collaborazioni con numerose Università (Bologna, Modena e Reggio Emilia, Politecnico di Milano, ecc.), dando agli studenti la possibilità di svolgere tesi, completare tirocini applicativi e collaborazioni tecnico-scientifiche all’interno della sua scuderia. Non ultimo, prima Minardi Team F1 ed ora Minardi Racing sponsorizzano il Corso di Laurea in Chimica dei Materiali e Tecnologie Ceramiche di Faenza, ribadendo così il legame con il comprensorio faentino ed il mondo accademico.

La prima novità illustrata dal Dott. Minardi è stata la realizzazione della scatola del cambio in lega di titanio, ottenuta grazie alla tecnologia della pressofusione “a cera persa”, che consentiva una rapida prototipazione. I vantaggi principali erano un’elevata precisione ed ottimizzazione, in quanto si eliminavano gli inconvenienti legati ai sottosquadri ed ai vuoti interni che si potevano realizzare con il metodo tradizionale del cambio in lega di magnesio. Un’analoga soluzione innovativa è stata poi introdotta per il portamozzo, passando dalla vecchia tecnologia degli scatolati in lamiera di acciaio saldata ad un portamozzo in lega di titanio ottenuto per fusione.

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I criteri che caratterizzavano la scelta materiali da parte degli ingegneri di Minardi Team F1 erano sostanzialmente: a) le condizioni d’uso; b) la temperatura di esercizio; c) il ruolo degli agenti chimici e atmosferici a cui erano sottoposti durante l’utilizzo in pista; c) la lubrificazione, le pressioni superficiali e, naturalmente, l’usura; d) le proprietà meccaniche (resistenza, rigidezza, durata e peso, che dovevano rispondere alla difficile regola del “minor peso e della massima resistenza”); e) il costo – parametro chiave da considerare viste le limitate risorse, senza però penalizzare le prestazioni della monoposto; f) infine, i processi produttivi (lavorabilità, saldabilità e trattamenti termici). Bisogna sottolineare come il Minardi Team F1, nonostante il numero limitato di addetti (120 contro i circa 450 dei top teams) abbia sempre costruito al suo interno almeno il 75% di tutte le monoposto che hanno gareggiato negli autodromi più importanti di tutto il mondo in oltre 20 anni di Formula 1.

Altra grande novità introdotta dal Minardi Team F1 nei primi anni ‘80 è stato l’utilizzo pioneristico di materiali compositi in fibra di carbonio per la realizzazione dei telai delle vetture. Fino a quel momento tutti i costruttori realizzavano la scocca con pannelli in alluminio, mentre la Minardi, con l’obiettivo di migliorare la resistenza e ridurre il peso, ha dato vita dapprima ad un telaio ibrido, costituito da tubi di alluminio e pannelli in materiali compositi a base di fibre di carbonio, per poi realizzare completamente la scocca con questi ultimi.

Aspetto altrettanto importante nella progettazione di una monoposto da Formula 1 sono stati i software avanzati (FEM e CFD), sviluppati in collaborazione con piccole aziende, per la progettazione di vari elementi quali le sospensioni e lo studio dell’aerodinamica delle appendici, per ricercare la migliore soluzione al minor costo possibile. Grazie ai programmi di calcolo CFD si riusciva ad anticipare le prime scelte ed analisi, senza dover ricorrere sistematicamente alla galleria del vento, che diventava quindi solo l’ultimo passo prima della verifica in pista.

Infine il Dott. Minardi ha sottolineato come il Minardi Team F1 sia stato una palestra formativa per molti piloti (fra i quali si possono ricordare Martini, Alboreto, Fisichella, Trulli, Webber, Alonso, ecc., anche se tutti sono rimasti nel cuore di Minardi) e tecnici e progettisti, che poi hanno continuato la loro carriera in importanti scuderie come Ferrari, McLaren, Renault, Toyota e Williams. In un momento di commozione, Il Dott. Minardi ha ricordato che “..se si potesse schiacciare un bottone e far tornare in Minardi Team tutti quelli che vi hanno operato, si otterrebbe uno dei migliori team del mondo..”.

In conclusione, il Dott. Gian Carlo Minardi ed il Minardi Team F1 hanno rappresentato un significativo esempio di quell’imprenditorialità, limitativamente definita di provincia, che hanno onorato nel mondo il nome di Faenza e dell’Italia.

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