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F1 | Liberty Media rottama il Patto della Concordia. Minardi “Importante la meritocrazia”

Fin dal suo ingresso in Formula 1 il neo presidente Chase Carey ha dichiarato apertamente di voler portare diverse novità nel Circus per avvicinare il pubblico, intervenendo anche sui regolamenti. Durante il weekend spagnolo abbiamo avuto un primo assaggio.

Durante la trasmissione radiofonica Pit Talk il manager Giovanni Minardi ha speso parole di elogio verso la nuova proprietà “La strada è sicuramente lunga, ma sono partiti bene. Stanno facendo avvicinare il pubblico ai piloti e alle macchine. Vogliono far diventare uno sport che era solo business un qualcosa di più attraente per i tifosi, ispirandosi alla Indycar, dove il contatto con i piloti è molto più elevato, con più libertà per entrare anche nel paddock comprando il biglietto.  Portare un clima “americano” può giovare solamente alla formula 1. Per un appassionato oggi diventa difficile seguire la formula 1: Di sorpassi ne vedi pochi, le gare si vincono con la strategia, bisogna dare qualcosa ai tifosi per tenere viva la passione, per evitare un declino di questo sport. Noi addetti ai lavori speriamo che riescano ad ottenere questo risultato nel minor tempo possibile. Con l’Historic Minardi Day a Imola abbiamo voluto dare un segnale su quanto ci piacerebbe vedere anche in F1, ovvero far toccare con mano le macchine” conclude Giovanni Minardi

Tra gli obiettivi in agenda c’è anche la volontà di rottamare il Patto della Concordia (in vigore fino al 2020), ovvero l’accordo che regolare la spartizione degli introiti. “Hanno ancora tre anni di tempo. Da sempre il Patto della Concordia è un argomento spinoso. Ciascun team cerca di ottenere la fetta più grande della torta” analizza Gian Carlo Minardi “In questo momento c’è troppa differenza tra i big e tutti gli altri, ma bisogna considerare la meritocrazia. Bisognerebbe partire da una fetta uguale che dia la possibilità a tutti di sopravvivere agli enormi costi, a cui aggiungere una percentuale derivante dalla classifica e dalla storicità. La Formula 1 non sarebbe la stessa senza Ferrari, McLaren o Williams. Coi loro successi danno un forte appeal alla categoria” concludere l’ex costruttore faentino, reduce dal successo della seconda edizione dell’Historic Minardi Day