F1 – Road To Shanghai

Sono giorni particolari per me poiché 30 anni fa, esattamente il 7 aprile 1985, iniziava in Brasile l’avventura del Minardi Team in Formula 1, conclusa dopo 340 gran premi in Cina, teatro del prossimo appuntamento del Mondiale. Una Cina che per molti anni è stato arbitro del mondiale, soprattutto quando si svolgeva nella parte finale della stagione

E’ un Tilke’s circuit, con caratteristiche molto simile a quello di Sepang, in cui anche le condizioni metereologiche hanno un ruolo importante sul risultato finale. Negli ultimi anni abbiamo assistito a prove e gare con meteo variabile. Nel 2014, ad esempio, le qualifiche sono state sotto l’acqua, mentre la gara asciutta. La Ferrari, in quella circostanza, era stata molto brava a sfruttare questa variabile conquistando il podio con Fernando Alonso

Composto da 16 curve e 3 rettilinei con un asfalto che non sollecita troppo i pneumatici. Per questo la Pirelli porterà Soft e Medium. Due tipologie di mescole che potrebbero favorire la ST-15T, che non sfrutta particolarmente le gomme. Le strategie si giocheranno su 2 o 3 pit-stop. L’anno scorso la maggior parte dei team optò per le due soste.

Veniamo da dieci giorni di “sbronza” grazie alla vittoria di Seb, dove giustamente si è osannato questo importate risultato, ma mi sono piaciute molto le dichiarazioni di Maurizio Arrivabene a fine del GP “…avanti, ma coi piedi per terra” Non credo che in casa Mercedes siano disposti a fare altri regali, ma Shanghai sarà un bel banco di prova per Maranello che proverà a confermarsi seconda forza del Mondiale, davanti alla Williams. La W06 ha dimostrato comunque  ancora di avere un vantaggio tecnico notevole.

Ad oggi la sorpresa è la Toro Rosso, al quinto posto tra i Costruttori, a poche lunghezze dalla Sauber e davanti ad una Red Bull che viaggia nel caos. I due giovani driver in Malesia sono riusciti a mettersi alle spalle Ricciardo e Kvyat portando a casa due risultati importanti nonostante una P.U. Renault (la stessa dei cugini maggiori) non all’altezza. Questo significa che i problemi della RB11 non derivano solamente nel propulsore. Speriamo che smettano di litigare e inizino a lavorare nella stessa direzione.