Gian Carlo Minardi: “Il male della Formula 1 non è il poco rumore”

Ci siamo lasciati alle spalle solamente due dei diciannove Gran Premi che animeranno la stagione di questa Formula 1, contraddistinta da un cambiamento epocale, e ci apprestiamo a vivere il terzo week end sul tracciato del Bahrein.

In questo inizio di stagione abbiamo sentito e letto molte – e troppe – critiche verso questa nuova F1 che avrebbe allontanato i tifosi, con un conseguente forte calo dell’audience, puntando il dito contro i nuovi propulsori troppo silenziosi e i regolamenti tecnici.

Gian Carlo Minardi è convinto invece che i problemi derivino principalmente da altri settori. “La F1 ha preso una strada difficile e in salita e, forse, sono state messe insieme e velocemente troppe novità, ma sono certo che presto saprà regalarci numerose soddisfazioni. Nei primi due appuntamenti abbiamo visto un compattamento delle prestazioni con ben 12-13 vetture racchiuse in 1”. Questo è estremamente positivo dal lato tecnico, soprattutto se pensiamo che solamente nei test in Bahrein i team avevano accusato tantissimi problemi”, commenta il manager faentino al sito www.minardi.it. “Nel giro di qualche gran premio, quello che oggi viene definito come ‘noia’ sarà ribaltato in gare entusiasmanti”.

Non dimentichiamoci che da sempre la Formula 1 è la massima espressione motoristica le cui tecnologie trovano velocemente dimora nelle auto di serie. “Il mondo va verso una direzione e l’inquinamento acustico, il risparmio energetico e i consumi sono  temi attuali. Grazie alle risorse messe a disposizione dal Circus si potranno trovare velocemente delle soluzioni. In Italia, ad esempio, tutti gli autodromi devono lottare contro le leggi sull’inquinamento acustico che ne limita l’attività in pista”, prosegue Minardi. “In questi giorni ho sentito che gli appassionati scapperebbero dalla F1 perché le macchine non fanno più rumore. Ma siamo sicuri che il problema principale sia proprio il rombo dei V6 Turbo? Su milioni di spettatori che la domenica guardano il gran premio in tutto il mondo gli unici, eventualmente con diritto di lamentela, sarebbero i fans presenti all’Albert Park e a Sepang. Tutti gli altri hanno assistito alle gare seduti davanti ad un televisore”.

Dall’alto della sua esperienza Minardi ha le idee ben chiare. “Invece di fare processi alle intenzioni, gli addetti ai lavori dovrebbero parlare di cose serie come le penalità, la loro gestione da parte della FIA e la soggettività di chi giudica. Queste sono il male della F1.  Le decisioni ai danni di Magnussen, in particolar modo, e Ricciardo, mi spaventano e danneggiano l’ambiente. Andando su questa strada ci priveranno di quei possibili duelli che hanno fatto parte del DNA delle corse e che hanno contribuito a scrivere la storia di questo sport, oltre a far innamorare il tifoso. Con il metro di oggi i duelli leggendari Villeneuve-Arnoux targato Digione 1979 o Piquet-Senna in Ungheria sarebbero da ergastolo.

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Domenica il pilota della McLaren è stato penalizzato pesantemente per un normalissimo contatto di gara, tanto che lo stesso Raikkonen, a caldo, aveva ammesso di non aver capito cosa fosse successo. Stiamo parlando di una toccata tra una porzione dell’ala anteriore destra e una ruota posteriore. Capisco il discorso sulla sicurezza, ma se non accettiamo neanche più questi episodi allora non ci resta anche andare a giocare coi videogiochi.  Sul fronte Red Bull i commissari sportivi sono riusciti a penalizzare ben due volte Ricciardo – prima con uno stop&go di 10” e poi con l’arretramento di 10 posizioni in Bahrein – pur non avendo nessuna colpa. Il team si è subito accorto che la ruota non era fissata bene e così, prima che tornasse in pista, è stato fermato e riportato nella piazzola. Che pericolo ha creato? Quello che mi spaventa maggiormente comunque è la non oggettività nelle decisioni dei commissari visto che il gruppo di lavoro cambia ad ogni appuntamento. Nello stesso gran premio poi non è stata presa nessuna decisione in merito al comportamento di Vettel, che ha stretto a muro Nico Rosberg. Quella si che è una situazione di pericolo”.

Il manager faentino prova a dare la sua ricetta per cercare di restituire lo spettacolo e non far allontanare gli spettatori. “La FIA deve intervenire velocemente scegliendo un gruppo di lavoro unico e uguale per tutti i gran premi. In questo modo si eviterebbe, velocemente, il verificarsi di episodi spiacevoli, condizionando il risultato di una gara attraverso decisioni non omogenee”, conclude Minardi. “E poi non priviamo i piloti dell’emozione di tentare una staccata al limite per paura di incorrere in una penalità”.