AMARCORD – Gian Carlo Minardi e la Pirelli

Minardi.jpg'Sul tracciato del Ricardo Tormo i team di F1 hanno riacceso i propulsori per dare vita ai primi tre giorni di test collettivi. Tanti le novità da provare e verificare: una su tutte le gomme Pirelli, al loro primo giorno d’esame dopo un lungo inverno trascorso a studiare, macinare chilometri e a raccogliere dati. Per la prima volta le scuderie hanno potuto lavorare e testare le nuove mescole.

Quando si porta al battesimo un nuovo pneumatico i dati e le informazioni da raccogliere sono tantissimi. Si deve andare alla ricerca della migliore combinazione tra pneumatico e sospensione per l’imitare l’usura cosi come ci racconta Gian Carlo Minardi. Proprio l’ex costruttore faentino, nella sua lunga carriera nel mondo del motor sport con il suo Minardi team, ha lavorato al fianco della Pirelli per lo sviluppo delle nuove mescole. Il primo contatto nel Campionato Italia di Formula 3 (1974). La collaborazione continua anche in F2, fino all’arrivo del gruppo italiano in F1, dove ancora una volta si appoggia all’esperienza di Minardi.

“Nel 1974, quando correvo in Formula 3, credo di essere stato il primo a portare in pista le gomme slick Pirelli, anche se in quel momento non venivano ancora usati nei vari campionati. Mi ricordo ancora lo storico ingegnere Mezzanotte con il suo vice Turchetti. Era stata un’impresa non facile in quanto avevamo riscontrato parecchi problemi di gioventù. Negli anni successivi la collaborazione continuò anche in Formula 2 dove ci togliemmo grandi soddisfazioni, come la vittoria sul tracciato di Misano e la pole position di Michele Alboreto sul circuito di Pau.” Ricorda Gian Carlo Minardi

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“In vista del debutto in Formula 1, ancora una volta la Pirelli decise di appoggiarsi al Minardi Team per portare avanti un programmi di sviluppo delle sue gomme, grazie anche al nulla osta concesso dalla Good Year. E’ stata un’esperienza molto bella. Partecipare al battesimo di una nuova gomma è estremamente importante e team e piloti hanno sicuramente dei grossi benefici. All’Estoril, durante una sola giornata di prova, Martini testò la bellezza di 30 set da qualifica segnando anche il record della pista, 1:13.100. Proprio grazie a questi tour de force la Pirelli raggiunse ottimi risultati in qualifica. Nel 1990 anche noi riuscimmo a conquistare la prima fila del g.p di Phoenix con Martini.

In quegli anni il problema poteva arrivare sulla durata della gara e sulla possibilità di ottenere i medesimi risultati in altre gare. Per questo motivo la Pirelli ebbe difficoltà a coinvolgere nel loro progetto altre scuderie. Bisogna ricordare che non vigeva la monogomma, ma ci si doveva confrontare con dei veri e propri colossi che hanno fatto la storia delle corse.

Oggi invece ci troviamo in regime di monogomma e questo semplifica in parte il gioco. Da un lato abbiamo la Pirelli che deve fornire un prodotto uguale per tutti e dall’altra i team che devono cercare di adattare le caratteristiche delle sospensioni e dell’aerodinamica a questo tipo di pneumatico. In questi giorni le scuderie hanno affrontato i primi tre giorni di lavoro e sarà interessante seguire questo sviluppo. Chi per primo riuscirà ad interpretarle nel miglior dei modi avrà un vantaggio. Da quello che si può leggere alcune scuderie accusano una minor usura. Questo potrà segnare un primo sviluppo per i team, alla ricerca della migliore combinazione pneumatico-sospensione.” conclude Gian Carlo Minardi

Nei prossimi giorni con l’auto di Gian Carlo Minardi cercheremo di analizzare al meglio le prime sessioni di prove libere.

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