F1 | Gp Singapore – L’angolo di Gianluca Medeot

Singapore – E’ tutta questione di giusto bilanciamento di Gianluca Medeot

Perché se c’è un aspetto importante e che ha fatto davvero la differenza questo weekend, questo è un corretto bilancio meccanico, che di sicuro Sebastian non aveva durante le qualifiche, ma Nico decisamente si. Andiamo dunque a scoprire i perché di un weekend interessante e acceso come quello del Gp di Singapore.

Per prima cosa andiamo come al solito a delineare le caratteristiche del circuito di Marina Bay.

Il primo settore è quello più veloce e generalmente meno tecnico, con l’eccezione della delicata sequenza di curva 1-2-3.
Il secondo intermedio è invece quello più tecnico, dove il carico aerodinamico e un corretto bilanciamento meccanico per aggredire al meglio i cordoli e portare velocità in curva, risultano fondamentali.

Nel terzo settore serve invece una giusta erogazione della potenza e tanto carico per uscire al meglio dalle curve a 90 gradi presenti nella sezione dello stadio.

Ma oltre a carico, trazione ecc.. quello che davvero serve a Singapore è un piede pesante e tanta freddezza, perché quello di Marina Bay è uno di quei circuiti dove i piloti possono ancora fare davvero la differenza.

Mettere assieme un giro pulito è davvero molto difficile; dunque vediamo come se la sono cavata i piloti entrati nel Q3.

Dal grafico in cui viene messo a confronto il tempo “ideale” dato dai migliori settori contro il reale tempo in Q3, possiamo notare che 4 piloti hanno fatto il loro miglior giro nel Q3, mentre tutti gli altri ci si sono avvicinati moltissimo, con differenze davvero trascurabili. Bravi ragazzi!

Passando ora all’aspetto tecnico delle qualifiche, risulta interessante andare ad analizzare i gap nel Q3 durante tutta la stagione tra Red Bull e Ferrari, nell’ambito della loro lotta per il secondo posto in classifica costruttori.

Guardando semplicemente le linee di tendenza risulta evidente la grande evoluzione di Red Bull, dopo un avvio di stagione un po’ sotto tono e la INvoluzione di Ferrari, che anche tramite le recenti evoluzioni motoristiche non riesce a chiudere il gap contro due team come Mercedes e Red Bull che continuano a spingere forte sugli aggiornamenti motoristici e aerodinamici.

Passando ora all’analisi vera e propria risulta interessante analizzare le velocità massime alla speed trap. In primo luogo notiamo che il più veloce di tutti è risultato Hamilton, a fronte però dei 6 decimi che si è beccato da Rosberg, mentre il più lento, con 14 km/h in meno è stato Sainz, qualificatosi comunque in sesta posizione. Il tutto a conferma della non importanza dell’efficienza in rettilineo a Singapore.

Interessante anche notare una leggera differenziazione di set up tra i due piloti Toro Rosso, e anche tra i due Red Bull, con velocità più alte per per Kvyat e Verstappen (una differenza che per lui si può meglio apprezzare nei grafici successivi).

Andiamo dunque ad analizzare i grafici con i distacchi percentuali e le velocità nei vari settori, per capire dove Rosberg ha davvero fatto la differenza rispetto agli altri.

Nel primo settore la Mercedes è riuscita ad imprimere un passo molto veloce, grazie alla sua grande efficienza in rettilineo, mantenuta anche a fronte della grande sezione frontale necessaria per un circuito cittadino come Marina Bay.

Ma è nel secondo che Rosberg ha fatto davvero la differenza, anche rispetto ad Hamilton, a cui a dato ben mezzo secondo.

Questa batosta che Nico ha rifilato a tutti si può spiegare con un fantastico set up meccanico che gli ingegneri sono riusciti a trovare per la sua vettura. Dunque una vettura equilibrata, con cui poteva aggredire i cordoli mantenendo una grande stabilità e con cui poteva affrontare le curve come sui binari.

Spostandoci sul grafico del terzo settore che di fatto, visti i livellamenti di prestazioni fra compagni di squadra, può essere interpretato come una sorta di ranking dei telai, notiamo che qui non è più Rosberg a dettare il passo, bensì Ricciardo. Nel settore dove la trazione conta più di tutto la Red Bull ha potuto sfoggiare gli incredibili sforzi di trazione che già si erano visti in alcuni gran premi come ad esempio Montecarlo.

Se infatti c’è un area dove la Mercedes fa realmente un po’ di fatica rispetto alla RB12, è quella degli sforzi di trazione. In diversi appuntamenti di questo mondiale che vi ho raccontato su queste pagine, abbiamo potuto notare che nei settori più di trazione, la Mercedes o guadagnava di meno sugli avversari rispetto agli altri intermedi o in alcuni casi veniva addirittura surclassata.

Chiaramente si parla di perdite molto ristrette e quella che si evidenzia dalle immagini è comunque una vettura che va sempre sui binari. Eppure qualche cosa ci dev’essere.

Capire cosa è estremamente difficile, se non quasi impossibile, ma credo che si tratti di un fenomeno che si possa relazionare alle pressioni e alle temperature della gomme.

Abbiamo già visto a Spa le enormi difficoltà avute dalla W07 in presenza di pressioni minime estremamente alte (tutta quella potenza la dovrà pur scaricare in qualche modo no ?), e anche in occasione di questo appuntamento esse non erano cosi basse..

Potrebbe anche trattarsi di un problema di temperature, con la gomma che, avendo Rosberg spinto al massimo già dal primo settore, nel terzo settore sia uscita leggermente dal range di temperatura ideale, e abbia reso la macchina un po’ meno precisa. Ma sono solo ipotesi..

Una realtà è di sicuro l’importante prova di forza della Red Bull, che per tutto il weekend ha infastidito la Mercedes e che ha dimostrato di avere un telaio alla loro altezza. E che come abbiamo visto prima, grazie ai costanti aggiornamenti di Renault sta recuperando pian piano quel grande gap motoristico con cui aveva iniziato la stagione.

Una grande di prova di forza la ha data anche la Toro Rosso, che in un circuito dove le differenze motoristiche si appiattiscono un po’ ha dato prova dell’ottimo telaio che la contraddistingue, ma a cui vengono inevitabilmente tarpate le ali in tutti gli altri circuiti. Dai grafici si nota una progressiva diminuzione del gap da un settore all’altro, che come ha anche detto Sainz dopo le qualifiche, è data dalla necessità all’inizio del giro di non stressare troppo la gomma, aspetto generalmente interessante e che ci fa capire che la Toro Rosso fa lavorare molto le mescole.

Poco da dire sulla Ferrari, attualmente in un periodo di stallo, e che torna a casa con un grande amaro in bocca, per un weekend che come al solito ha riservato tante brutte sorprese.

Dai dati si nota una Ferrari con un’efficienza abbastanza bassa (solito problema), con velocità a livello Red Bull ma un efficienza in curva decisamente peggiore, da abbinare ad un telaio che sappiamo non essere il massimo.

Di positivo notiamo comunque dei buoni sforzi di trazione, a livello Mercedes, grazie alla presenza della mescola ultrasoft, e come al solito il buon bilancio aerodinamico che si nota dalle velocità nel terzo settore.

Generalmente gli argomenti e spunti di analisi al momento sono abbastanza pochi, dunque entrare nel dettaglio è abbastanza difficile e si può finire nel banale, speriamo dunque che i prossimi gran premi ci riservino qualche sorpresa tecnica in più.

Per il momento è tutto, ci vediamo in Malesia e ricordatevi, sempre keep pushing !!! 😉