F1 | Gp Ungheria, MINARDI “La vera sfida è dietro a Mercedes, Ferrari e Red Bull”

Siamo alla vigilia del Gran Premio di Ungheria, a una settimana dall’incredibile gara all’ Hockenheimring.

Le previsioni meteo annunciano nubi sparse e temporali pomeridiani per la giornata di sabato, mentre la gara sarà asciutta. Il caldo potrebbe rappresentare un problema, soprattutto in casa Mercedes che nonostante il weekend poco felice appena trascorso resta la macchina da battere ed Hamilton e Bottas andranno alla caccia del pronto riscatto.

Le caratteristiche del tracciato, lento, tortuoso e corto, potrebbero avvantaggiare la Red Bull che proverà ad avvicinarsi ulteriormente al secondo posto della Ferrari. La SF90 ha dato segnali importanti di crescita e avrebbe bisogno di un fine settimana non condizionato da problemi ed errori. In Germania la macchina ha dimostrato di essere competitiva sia con le alte temperature che in condizioni di pista bagnata, anche se è stata tradita dall’affidabilità.

La sfida si accende soprattutto dietro i tre top team, con una McLaren in grande spolvero che sta prendendo un’importane vantaggio sui diretti avversari e la Toro Rosso che si è portata al quinto posto, forse del podio conquistato da Kvyat e dal sesto posto di Albon, davanti ad una Renault in difficoltà sul fronte affidabilità. Per la TR il quinto posto rappresenterebbe la consacrazione, soprattutto dopo l’importante lavoro svolto la scorsa stagione col motore Honda in favore della Red Bull che oggi raccoglie i frutti.

Tradizionalmente, l’arrivo della pausa estiva accende il mercato piloti, anche se quest’anno lo vedo particolarmente “dormiente” poiché i grandi spostamenti potrebbero avvenire nel 2021, in occasione dei nuovi regolamenti. A tenere alto l’interesse è il futuro di Bottas in casa Mercedes, il cui sedile potrebbe esser preso da Esteban Ocon, in prospettiva di farlo crescere a fianco di un campione del calibro di Hamilton che, a scadenza di contratto, potrebbe pensare a nuove sfide lontano da Brackley. Tra le retrovie, nodi da sciogliere in casa Haas e Racing Point.

Gian Carlo Minardi