Minardi.it incontra Giancarlo Fisichella “Tutto è partito da Faenza”

Il mondiale di Formula 1 è pronto ad alzare il sipario con la prima sessione di test collettivi sulla pista di Barcellona. In attesa di vedere in azione le nuove monoposto www.Minardi.it ha avuto il piacere di incontrato Giancarlo Fisichella, reduce dalla 24 Ore di Daytona al volante della Ferrari 488 GTE. Prosegue il nostro percorso tra i piloti che hanno contribuito a rendere grande il Minardi Team, scrivendo pagine importanti. Da Faenza è partita la lunga carriera del driver romano.

Facciamo un passo indietro al 1995, collaudatore Minardi Team per diventare pilota ufficiale l’anno successivo. Com’è avvenuto il contato con Gian Carlo Minardi?
Arrivavo da una bella stagione in Formula 3 nel 1993. In quel periodo ero sponsorizzato dalla Marlboro, come il Minardi Team.  A fine stagione Gian Carlo mi fece provare la Formula 1 sulla pista di Fiorano. Si realizzava un sogno. Dalla F3 ero arrivato in F1. Il test andò molto bene e nel 1995 divento collaudatore per Faenza

Ci racconti la tua stagione di esordio. Otto gran premi e un ottavo posto in Canada
Nel 1996 avrei dovuto coprirei il ruolo di collaudatore/terzo piloto. A dieci giorni dal Gran Premio d’Australia  arriva la chiamata, inaspettata, di Gian Carlo per dirmi che avrei corso da pilota ufficiale. Ero al settimo cielo, perché avrebbe dovuto correre Taki Inoue. Da li è iniziato tutto. Ero un pilota di F1. E’ stata una buona stagione, anche se abbiamo avuto qualche problema di affidabilità. Il Minardi Team era certamente una buona realtà.

Cosa ti ha insegnato Gian Carlo Minardi e l’avventura nel suo team?
E’ stata un’avventura importantissima. Grazie a Minardi ho realizzato il mio sogno, diventando un pilota di Formula 1. Mi ricordo ancora il primo briefing. Ero nella stessa stanza insieme ai miei idoli, come Schumacher, Berger, Alesi. Non dimenticherò mai quei momenti

A tuo avviso, qual è stato il punto di forza di Gian Carlo negli anni di F1. Un piccolo team che mette a segno 340 gp.
Era una piccola realtà che sapeva camminare grazie alle sue forze e alla passione di Gian Carlo. Hanno lottato contro colossi e case costruttrici ufficiali pur di restare nel Circus. Al suo interno ho conosciuto ingegneri e meccanici fantastici. Mi sentivo veramente a casa. Gian Carlo Minardi è una persona che ha nel cuore la passione per questo sport.

Come tanti altri piloti di talento, la tua carriera è iniziata a Faenza. Purtroppo oggi  l’Itali non ha nessun portacolori in F1.
Purtroppo oggi, come non mai, contano i budgets che un pilota è in grado di portare. Entrare in F1 è veramente difficile. Da qualche anno la Ferrari porta avanti il progetto FDA e sono certo che il prossimo pilota uscirà proprio da questo programma. Senza quel tragico week-end in Giappone, che ci ha strappato via Jules, oggi Bianchi sarebbe in un top team. Ci sono diversi ragazzi interessanti come Fuoco, Giovinazzi e Ghiotto, solo per citare i primi tre.

Da Faenza, è partita la tua grandissima carriera tra Jordan, Benetton, Sauber, Renault, Force India e Ferrari. 231 gran premi e 275 punti iridati. Tra i vari compagni di Box, chi è stato l’avversario più tosto?
Senza alcun dubbio Fernando Alonso, guarda caso un pilota cresciuto in Minardi. Insieme abbiamo vinto i due titoli con la Renault

Oltre a Minardi, anche Flavio Briatore ha avuto un ruolo importante nella tua carriera. Puoi mettere a confronto queste due personalità di spicco del motor-sport mondiale?
Gian Carlo Minardi è sicuramente la persona più importante visto che mio ha dato la possibilità di esordire in Formula 1. Nel 1997, dopo il test ad Estoril, Briatore mi ha messo sotto contratto, girandomi inizialmente alla Jordan. Due personaggi che hanno scritto pagine importanti della storia di questo sport. Sono stati due grani manager che hanno scoperto grandi piloti.

Sei passato alle gare endurance al fianco di Ferrari vincendo, tra le altre cose, due volte la 24 Ore di Le Mans. Cosa rappresenta per un pilota vincere la maratona per eccellenza
Parliamo della gara più importante. Incredibile, emozionante e molto difficile. Vincere la 24 Ore di Le Mans, è qualcosa di unico. Quest’anno, con la Ferrari 488, andrò a caccia del tris

Quest’anno il Gran Premio di Azerbaijan sarà in concomitanza con Le Mans. Una casualità o mossa politica di Mr. Ecclestone? Sei d’accordo che un pilota di F1 prenda parte anche a Le Mans?
L’anno scorso mi ha fatto piacere vedere vincere Nico Hulkenberg. Ci dovrebbe essere la passibilità di poter scegliere. E’ certamente un peccato la concomitanza di quest’anno

A Daytona hai portato al debutto la nuova Ferrari 488. Quali sono i punti di forza rispetto alla 458 Italia e quali sono le tue aspettative per la stagione.
E’ un passo avanti in tutti i settori rispetto alla 458. Ci sono stati miglioramenti nel grip, aerodinamica, guidabilità e assorbimento nei passaggi sui cordoli. Purtroppo a Daytona siamo stati penalizzati dal BOP. Quest’anno sarò con Risi Competizione, insieme a Toni Vilander, pilota che conosco molto bene avendo vinto insieme Le Mans. E’ un pilota straordinario con una grande esperienza nell’endurance. Speriamo di vincere il campionato, iniziando dalla prossima tappa: la 12 ore di Sebring a metà marzo