Programmare il futuro guardando al passato

Il caso Max Verstappen, al di là delle critiche che si possono fare alla Red Bull per far debuttare il prossimo anno un ragazzino di appena 17 anni, non può che avere la nostra approvazione e mi ha portato a fare alcuni ragionamenti sulla Formula 1 e sulla sua evoluzione. Naturalmente il DNA dei “bibitari” è di puntare sui giovani, essendo il loro “mercato” come brand. Avendo poi la possibilità di contare su un team satellite come la Toro Rosso è un incentivo maggiore.

Come già sottolineato nelle settimane precedenti, la TR potrebbe sposare una causa molto “verde” (con tutte le conseguenze del caso), affiancando a Verstappen il 20enne spagnolo Carlos Sainz Jr, provando così a far crescere due giovani piloti da promuovere successivamente in Red Bull Racing, così come accaduto con Vettel, Ricciardo e, forse, Kvyat. L’australiano può essere considerano a tutti gli effetti un numero 1. Pertanto, ora diventerebbe insignificante per il team la partenza di Vettel.

Il tam-tam mediatico Verstappen-Toro Rosso mi ha portato a fare alcuni ragionamenti ad alta voce sui diversi problemi della Formula 1. Ad esempio, l’età media degli appassionati si sta alzando. Significa che alle nuove leve il Circus non appassiona più. Questo lo vedo come un campanello d’allarme importante, da non sottovalutare. Come intervenire?

IL CIRCUITO COME UNA SCAMPAGNATA: il week end di gara bisogna trasformarlo in una scampagnata tra amici e famigliari. Un’occasione per divertirsi, far festa e svagarsi, godendosi una bella gara tra wuster, salsiccia e birra. Mi ricordo che negli anni ’85-’86-’87 l’appuntamento di Imola veniva preparato dal “Minardi Club Faenza” fin dal lunedì, con l’istallazione di rimorchi per guardarsi insieme la gara a suon di piadina. Spa, Silverstone e Austria ’14 sono stati dei bellissimi scenari, con i prati nuovamente affollati di tifosi. C’è un ritorno al passato, che bisogna cavalcare.

TROVARE NUOVI PILOTI DI INTERESSE INTERNAZIONALE: bisogna promuovere i giovani. Il pubblico vuole conoscere i suoi beniamini. Si potrebbe puntare sui test dedicati ai giovani piloti o dedicandogli il venerdì mattina. Con Verstappen la Red Bull ha già fatto bingo poichè è riuscita a canalizzare su di sé tutta l’attenzione. In Olanda sono tutti impazziti. Un nuovo nome è pronto a fare il suo ingresso, forse ancora sconosciuto al grande pubblico, arrivando direttamente dalla F.3 Internazionale. Un po’ come succedeva nel passato. Sarebbe bello se questo progetto venisse seguito anche da altri team, dando così maggiore spazio ai giovani talentuosi. Non dimentichiamoci, infatti, che stiamo parlando di un ragazzo che è secondo in classifica, che lotta in pista con colleghi che gli sono pari. Sto naturalmente pensando ai nostri Fuoco e Giovinazzi o al leader Ocon.  Una volta l’appuntamento fisso di tutti i team manager era Montecarlo, in occasione della gara di F.3. Tutti i migliori piloti si confrontavano su un tracciato impegnativo. Chi emergeva tra le stradine del principato veniva preso in considerazione.

PROGRAMMARE I CAMPIONATI: avere tante categorie è negativo perché si disperdono i valori. Un tempo la piramide era composta da: F3-F2-F1 con una selezione naturale. In questi ultimi due anni la Formula 3 Internazionale è tornata ad essere il punto di riferimento dei piloti, come succedeva proprio nel passato. Ora serve una Formula intermedia per arrivare in F.1 L’attuale GP2 non sta raggiungendo gli obiettivi prefissati, causa anche costi troppo alti. La FIA sta facendo un grande sforzo per ricostruire una strada verso l’olimpo del motor sport, partendo dalla nuova Formula 4.

Non voglio passare per chi vuole imporre le sue regole, ma solamente dare qualche consiglio da appassionato e tifoso di questo sport. Stiamo parlando della categoria regina e non è ammissibile avere delle tribune vuote o poco affollate. Ho l’impressione che la gente si sia disinnamorata della Formula 1.