Articoli

LE (POSSIBILI) CONDIZIONI DI MERCEDES A NON PROCEDERE

Continuano a tenere banco, soprattutto in casa Mercedes, le polemiche legate agli episodi del Gran Premio di Abu Dhabi conclusosi con la conquista da parte di Max Verstappen del suo primo titolo mondiale da parte di Max Verstappen, ai danni di Lewis Hamilton.

Dopo aver visto respinti i reclami presentati ai commissari di gara riguardo gli ultimi giri sul tracciato di Yas Marina Circuit il team di Brackley ha tempo 96 ore per presentare formalmente un ricorso alla Federazione Internazionale dell’Automobile

Rumors provenienti dalla Germania parlano di una possibile rinuncia a quest’ultima azione, che metterebbe sub-judice il titolo di Verstappen, oltre a creare un danno d’immagine alla Formula 1 e a Liberty Media.

“Mercedes ha tempo fino a giovedì per presentare il ricorso alla FIA dopo aver depositato l’intenzione a procedere. Dopo una riunione molto movimentata, starebbe anche valutando la possibilità di non procedere, a condizione che ci sia una revisione dei regolamenti oltre ad un avvicendamento ai vertici della Formula 1 e della Federazione” commenta Gian Carlo Minardi.

“C’è grande fermento e dalle notizie che arrivano oltre confine c’è la forte volontà di avere dei chiarimenti sui regolamenti. E’ chiaro che sia necessaria un’uniformità di veduta nei giudici, aspetto che è venuto meno in numero occasioni quest’anno. Sono certamente favorevole a lasciare maggiore libertà ai piloti, purchè ci sia un’informità nell’intera stagione” conclude il manager faentino

Caos F1, MINARDI “7 team all’attacco, ma parla solamente il consulente Red Bull”

A destabilizzare l’ambiente della Formula 1 non c’è solamente la crisi dettata dal Covid-19. A meno di una settimana dal gran premio d’Australia non c’è ancora la certezza del suo corretto svolgimento, anche se lo start è orma praticamente sicuro. Nel frattempo è arrivata la decisione degli organizzatori del Bahrain: il GP si farà, ma a porte chiuse.

Nei giorni scorsi, però, ad alzare la voce sono stati sette team non motorizzati Ferrari – Mercedes, McLaren, Red Bull, Alpha Tauri, Renault, Force India e Williams – che con un comunicato congiunto hanno chiesto alla Federazione maggiore chiarezza sull’accordo raggiunto dalla FIA con la Ferrari in merito alla questione power-unit.

In base agli articoli 4 (ii) e 4 (vi) delle regole disciplinari e giudiziarie la FIA ha deciso di stipulare un accordo con la Ferrari per chiudere questo procedimento (non essendo riusciti a dimostrare un’eventuale irregolarità) garantendone la riservatezza. Ad alzare i toni ci aveva pensato Helmut Marko, braccio destro di Dietrich Mateschitz in Red Bul usando parole pesanti nei confronti della Federazione.

“Sono perplesso, perché tutti i team e motoristi non legati alla Ferrari sono rimasti in silenzio appoggiandosi solamente ad un comunicato congiunto in cui chiedevano maggiore chiarezza alla FIA. Solamente Marko ha alzato la voce usando parole molto forti nei confronti della Federazione la quale ha dichiarato di prendere tutte le misure necessarie per proteggere lo sport e il suo ruolo e la sua reputazione come regolatore del Campionato del Mondo di Formula 1. Essendo solamente un consulente, Marko non è perseguibile dal punto di vista sportivo,” sottolinea Gian Carlo Minardi, interpellato ai microfoni di Minardi.it

“Mi sembra un teatrino costruito. Non dimentichiamoci che siamo nel pieno del rinnovo del Concorde Agreement, periodo storicamente ricco di diatribe in cui tutti i team cercano di ottenere il massimo e l’attuale spartizione economica non trova l’approvazione di Mercedes.”

“Intanto il Consiglio Mondiale ha appoggiato l’operato di Jean Todt in merito all’accordo segreto raggiunto con la Ferrari (la quale avrebbe aperti i segreti di tutti i punti grigi del regolamento), ammonendo i sette team,” conclude Minardi.

Sarà stata messa veramente la parola fine?