F1 – Gian Carlo Minardi “In Ungheria la Mercedes ha giocato d’anticipo”

Alla partenza il Gran Premio d’Ungheria ci regala subito la prima, di tante, emozione. La griglia di partenza parla di due Mercedes davanti a tutti, seguite dalla Ferrari di Sebastian Vettel e dalla Red Bull di Daniel Ricciardo, davanti alla Rossa di Raikkonen. Le luci del semaforo si spengono e con un “balzo equino” le Ferrari n #5 e #7 beffano tutti portandosi al comando della gara. Alle loro spalle Hamilton finisce fuori pista scivolando indietro.

Ci potrebbe essere una spiegazione alla partenza al “rallenty” di Hamilton e Rosberg. A partire dal Gran Premio del Belgio, in programma il week-end del 21 e 23 agosto, le partenze non potranno più essere assistite “In Ungheria la Mercedes, forte del vantaggio tecnico, ha fatto delle prove di partenza non assistita, giocando così di anticipo. Purtroppo poi all’errore in partenza si sono sommati gli errori del muretto e dei piloti” analizza Gian Carlo Minardi

E’ stata una domenica che difficilmente gli appassionati potranno dimenticare in cui è successo tutto e il contrario di tutto, come si può leggere da un ordine di arrivo assolutamente anomalo per la Formula 1 di oggi. Sul gradino più alto del podio una Ferrari, seguita da due Red Bull e una Toro Rosso motorizzati Renault, davanti alla McLaren-Honda di Alonso. “L’assenza di Mercedes, Williams e Force India ha portato in alto quei team che in questa stagione stanno pagando pesantemente i ritardi sulle loro Power Unit. Ecco che balzano in avanti i motorizzati Renault e due McLaren-Honda arrivano contemporaneamente a podio” prosegue il manager faentino “La Williams ha pagato pesantemente il dazio, ma certamente sarà nuovamente della partita a Spa-Francorchamps e Monza, due piste molto veloce. La Force India ha segnato uno zero tondo, colpita da problemi di affidabilità e cedimenti strutturali. Un risultato che ha favorito la Toro Rosso” Questa gara potrebbe aprire a scenari molto interessanti anche sul fronte del mercato piloti. Prepariamoci ad un’estate veramente incandescente