F1 | GP QATAR, GIAN CARLO MINARDI “NEGLI ANNI ’90 I TEAM ERANO BEN OLTRE GLI ATTUALI DIECI”

Nei giorni scorsi la Federazione Internazionale ha ufficializzato con un comunicato l’accettazione di Andretti Formula Racing come undicesima squadra di Formula 1. Trovo assolutamente corretta questa decisione, soprattutto quando un team rispetta tutti i numerosi quanto severi requisiti richiesti.

Non dimentichiamoci che i regolamenti attuali della Formula 1 prevedono fino a ventiquattro piloti in pista, ossi dodici scuderie.

Faccio fatica a comprendere tutto questo ostruzionismo da parte di Liberty Media e dei team attuali. Non c’è scritto da nessuna parte che chi è già parte attiva del mondiale debba per forza ricevere i bonus. Questi vanno conquistati sul campo.

Non dimentichiamoci che negli anni ’90 le scuderie iscritte erano ben oltre alle attuale dieci o undici. Per entrare nella top-10 della classifica costruttori dovevi lottare e investire. Il Minardi Team si è sempre guadagnato sul campo l’accesso ai diritti televisivi. Quando entrammo nel mondiale nel lontano 1985 lottammo per guadagnarci il diritto di restare in Formula 1.

L’ingresso di Andretti, tra l’altro, garantirà due sedili in più. Da tutta questa operazione vedo solo aspetti positivi, tra cui un aumento della lotta in pista per guadagnare punti preziosi.

Siamo anche alle porte del GP del Qatar, diciassettesimo appuntamento. Siamo in una fase calda della stagione che determinerà il vice-campione. Red Bull si è già aggiudicata il titolo costruttori e Max Verstappen è ad un passo (mancano 3 punti) dal suo terzo mondiale piloti. Resta però una lotta serrata alle loro spalle tra Mercedes, Ferrari, Aston Martin e McLaren.

In questo momento Aston Martin è la più sofferente, anche perché può contare solamente su un pilota. Fernando Alonso sta difendendo con le unghie e i denti i risultati conquistati nella prima parte della stagione, ma servirebbe il supporto del secondo pilota.

Tutti i team, ad eccezione della sola Williams, hanno confermato tutti i piloti. Il 2024 sarà quindi un bel banco di prova per tutti che potrà aprire a diversi cambiamenti.

Gian Carlo Minardi