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Tre motori a pilota? Minardi “Un bel vantaggio per Mercedes”

Per la Formula 1 questo è il momento apparentemente più silenzioso. I motori sono spenti e le squadre esterne in vacanza per ricaricare le batterie, ma nelle factory ferve il lavoro per progettare e realizzare le vetture 2016

I team stanno terminando la prima scocca con cui affronteranno i crash –test imposti dalla FIA per l’omologazione di tutte le componenti in vista dei primi test di fine febbraio” commenta Gian Carlo Minardi, interpellato da www.minardi.itDa una parte abbiamo una Mercedes che passa da una festa all’altra per celebrare al meglio il duplice successo, con l’altra faccia del Circus impegnata a recuperare il gap tecnico. Poi c’è Haas, new-enty che deve preparare tutto dalla A alla Z. Sono chiamati ad un grande sforzo poiché debuttare con un calendario di 21 appuntamenti non è facile” prosegue il manager faentino

La mente però è proiettata molto avanti nel tempo. Per il 2018 si parla di portare il numero delle Power Unit, per pilota, solamente a tre, con l’intento di contenere i costi “Per abbattere realmente i costi di queste motorizzazioni, le case costruttrici non dovrebbero dirottare i costi di sviluppo e progettazione sui clienti, ma investire direttamente loro. Arrivare a tre PU per pilota/stagione è una strada percorribile, anche se molto preoccupante. Mercedes, sia col suo team che coi clienti, è stata in grado di coprire l’intera stagione stando all’interno dei regolamenti, senza subire penalizzazione. Nessun altro costruttore ha raggiunto questo strabiliante risultante

Nella prossima stagione, gli osservati speciali sotto questo fronte saranno Honda e Renault “Mentre il costruttore transalpino sembra voler cambiare decimante passo con idee e progetti ben chiari e delineati, vedo più in salita il percorso dei giapponesi”. Renault, oltre che fornitore della Red Bull Racing, tornerà in prima linea come costruttore dopo l’acquisizione della Lotus “In aggiunta hanno acquistato know-how in giro con il chiaro intento di risalire la china. Più complicata mi pare la situazione in casa Honda. La parte elettrica è stato il vero tallone d’Achille. Mentre la Mercedes riesce a sfruttarla per oltre un minuto, i giapponesi stentano ad arrivare a 30” con gravi ripercussioni sul tempo. Lo si nota nel T2 e, soprattutto, T3. Su questo fronte le batterie McLaren non sono state all’altezza. Anche i giapponesi stanno facendo “shopping” in Europa” conclude Gian Carlo Minardi di ritorno dalla riunione ACI

F1 – Road to …. Singapore

Dal Salone di Francorforte Carlos Ghosn ha annunciato la fine della collaborazione tra Renault e Red Bull, senza aggiungere ulteriori dettagli sul futuro in F1 del Costruttore francese. E’ una situazione certamente pesante per la Red Bull che a metà settembre si trova senza una Power Unit. Non credo che sia una notizia inaspettata per gli uomini di Horner, che già diverso tempo fa si erano mossi verso la Mercedes prima, e ora Ferrari. Toto Wolff ha vinto la sua battaglia coi vertici Mercedes, poiché non ha mai nascosto di essere contrario a fornire un avversario affamato di vittoria. Sarò a Singapore, dove proverò a raccogliere maggiori informazioni per essere più chiaro.

Il toto-motore sarà l’apice del Gran Premio di Singapore, uno dei più belli, coreografici e spettacolari. Il primo gran premio in notturna che ha aperto una nuova era legata alla visibilità. Mi fa piacere ricordare che tutto questo è possibile grazie ad un’azione italiana, romagnola, come la DZ Engineering. Un circuito che racchiude numerose incognite. Coi suoi 5065 mt e le sue 23 curve (13 a sinistra e 10 a destra) il Marina Bay è il circuito più impegnativo del Mondiale, come dichiarano gli stessi piloti. Ancora più di Montecarlo. Ha tutte le difficoltà di un cittadino: righe bianche della segnaletica stradale, i tombini e la safety-car  a cui dobbiamo però aggiungere l’umidità (intorno all’80%) e le temperature esterne intorno ai 35°C. L’affidabilità sarà un punto focale, anche a causa di foschia e inquinamento, che potrebbero “soffocare” i motori

Tantissime incognite che renderanno il week end aperto a qualsiasi scenario, anche se la Mercedes resta favorita con la solita lotta interna tra Hamilton e Rosberg. Nico deve giocarsi al meglio le ultime carte per tenere vivo il Mondiale. Alle loro spalle auspico di vedere una Ferrari, in crescita, che deve dimezzare il gap dalla Mercedes. Occhio alla Red Bull, anche se certamente non avrà più nessun aggiornamento da qui alla fine del mondiale. La Toro Rosso proverà ad agguantare quei punti che gli sono scappati fino ad oggi causa poca affidabilità, mentre la Force India sta viaggiando sopra le sue aspettative.

Sul fronte pneumatici la Pirelli proporrà, come nel 2014, le SuperSoft e Soft. L’anno scorso Hamilton vince con SS-SS montando le Soft solamente negli ultimi 10 giri.

F1 – Pagelle di metà stagione: Piloti

Dopo l’analisi sui team, passiamo ai Piloti

Lewis Hamilton – 9 soprattutto per le 5 vittorie. Al momento è il pilota più in forma, ma per nostra fortuna qualche sbavatura l’ha commessa anche lui. L’Ungheria se la ricorderà per un po’.

Sebastian Vettel – 8,5 sta lottando e spremendo al meglio la sua Ferrari portandola al secondo posto nel Mondiale Costruttori. Ineccepibile nelle due vittorie. Nel momento del bisogno si è fatto trovare pronto sfruttando al meglio i regali Mercedes.

Nico Rosberg – 8 decisamente sotto tono rispetto all’anno passato, soprattutto in qualifica. L’anno scorso aveva vinto la sfida interna con Hamilton, mentre quest’anno lo vedo scarico. Non è il Nico che mi sarei aspettato di vedere.

Felipe Massa – 7,5 decisamente meglio del compagno che i rumors vorrebbero in Ferrari al posto di Raikkonen. In classifica è ancora dietro a Bottas, ma il brasiliano sta sfruttando meglio la sua Williams.

Valtteri Bottas, Max Verstappen, Carlos Sainz Jr, Daniil Kvyat – 7 Il finlandese di casa Williams sta lottando, mentre i piloti targati Red Bull rappresentano il “nuovo” che avanza. I ragazzini si stanno costruendo il futuro in F1. Nonostante il salto in prima squadra e le critiche di inizio stagione, il russo sta tenendo testa a Ricciardo, mentre la TR sta portando avanti positivamente la sua sfida “green”. All’Hungaroring Verstappen, col quarto posto, ha già sfiorato il podio marcando il suo migliore risultato.

Daniel Ricciardo – 6,5 mezzo punto sotto rispetto al compagno poiché può contare su una maggiore esperienza. Non è lo stesso Ricciardo della passata stagione. Indubbiamente soffre più degli altri la mancata competitività della Red Bull.

Kimi Raikkonen – 6 voto di fiducia. Non sta sfruttando e non sta facendo quello che dovrebbe fare per la causa Ferrari. In Ungheria è stato sfortunato per la rottura, ma una rondine non fa primavera. In qualifica ha pagato 3 dec dal compagno e 1” da Hamilton.

F1, Minardi “Il Gp d’Italia come Olimpiadi, Mondiali di Calcio e Nuoto. E’ un evento nazionale”

Sono giorni difficili per il Motor-sport nel Vecchio Continente. I Paesi emergenti – il nuovo – si stanno facendo strada velocemente e così, dopo aver perso negli ultimi anni la Francia, quest’anno è arrivato il turno della Germania che  non avrà il suo gran Premio di Formula 1. Hockenheim e Nurburgring si sono fatti da parte “Parliamo di circuiti facenti parte di una nazione all’apice dell’automobilismo, non solo sportivamente parlando. Nonostante questo non avranno un Gran Premio. Questo deve far riflettere” commenta Gian Carlo Minardi

Purtroppo anche sul nostro Bel Paese pende la spada di Damocle. Nel 2016 scadrà il contratto tra la FOA e Monza. Il Gran Premio d’Italia è fortemente a rischio. In questo momento il tracciato brianzolo, Tempio delle Velocità, è chiamato ad uno sforzo su due fronti: rinnovamento delle proprie strutture per adeguarsi alle necessità sportive delle due e quattro ruote, e trovare le risorse necessarie (22-24 milioni di euro) per prolungare il contratto con Mr. Ecclestone. “Fino ad oggi Monza ha goduto di un trattamento privilegiato rispetto alla media delle realtà europee ed extra-europee” prosegue il manager faentino. Con gli attuali contratti, l’unica fonte di guadagno per l’organizzatore dell’evento deriva dalla vendita dei biglietti “I diritti pubblicitari e la logistica fanno capo alla FOA. Troppo poco per la sopravvivenza e per rientrare delle spese.” Minardi pone però l’attenzione su un aspetto importante “In sette-dieci giorni un Gran Premio di Formula 1 muove, nelle zone in cui si svolge, un volume di affari pari a 100-120 milioni di dollari, raggiungendo centinaia di milioni di persone ad evento attraverso televisioni e giornali di tutto il mondo.” Numeri da capogiro “che solo le Olimpiadi e i vari Campionati del Mondo raggiungono, però con cadenza quadriennale. La Formula 1 rappresenta quindi un vero vantaggio economico anche per le casse dello Stato. Proprio per questo motivo deve ricevere lo stesso trattamento dei Mondiali di Nuoto, delle Olimpiadi o dei Campioni del Mondo di Calcio, manifestazioni per le quali  non interviene solamente la Federazione Sportiva, ma anche il Governo. Non dimentichiamoci che l’Italia ha il patrimonio culturale Numero Uno al mondo, invidiato da tutti. Pertanto bisognerebbe utilizzare la Formula 1 come calamita per attirare turisti studiando pacchetti, Pre e Post-Gp, coi Tour Operator mondiali. Oltretutto parliamo di una città facilmente raggiungibile con gli aerei e coi treni ad alta velocità”

La politica messa in atto dalle nazioni emergenti come Malesia, Qatar, Abu Dhabi, Singapore, Russia ecc è andata proprio in questa direzione “Hanno puntato sulla Formula 1 per far crescere il settore turistico-commerciale-industriale. Malesia e Kuala Lumpur sono stati i primi, tra le new entry degli ultimi anni. La stessa Petronas ha sfruttato l’immagine del Motor-Sport per diventare un colosso mondiale. Il medesimo discorso vale anche per città come Imola o, tornando indietro di diversi anni, per Adelaide. Prima della F1 chi le conosceva?”

Non dimentichiamoci che il Motor-sport non è solo “Sport d’élite” Alle spalle di ogni vettura ci sono milioni di posti di lavoro nel mondo e certamente centinaia di migliaia nel nostro Paese. Un indotto che genera un volume d’affari non indifferente. “Proprio per questo voglio fare un grande in bocca al lupo al Presidente dell’Automobile Club Milano, Ivan Capelli, per l’inizio delle trattative con Bernie Ecclestone e al nostro Presidente dell’ACI Sticchi Damiani, che ha a cuore l’esistenza del Gran Premio d’Italia e la salvaguardia di Monza. Farà di tutto per trovare i giusti finanziamenti e accordi.” Conclude Gian Carlo Minardi “Monza, insieme a Silverstone e Montecarlo, è la Formula 1

F1, Gp Malesia – PAGELLE

Dopo la bella vittoria di Sebastian Vettel e della Ferrari davanti al duo-Mercedes, diamo i voti la Gran Premio della Malesia

Sebastian Vettel – 10 prevedere la sua vittoria non era cosa facile, anzi. Tutti ci aspettavamo nuovamente due frecce d’argento imprendibili e invece è saltato fuori lui con la sua Ferrari #5. Veramente bravo, così come il muretto che non ha sbagliato nulla nelle strategie, fin dalle qualifiche. Costantemente all’attacco senza commettere il minimo errore. Molto bello il sorpasso ai datti del Campione del Mondo Hamilton
K

imi Raikkonen – 8 Errore di valutazione non da Campione del Mondo in qualifica, che gli è costato l’accesso in Q3, e un partenza al rallentato con il risultato di finire in mezzo al gruppetto e trovarsi con una gomma forata. E’ riuscito però a recuperare fino al quarto posto finale

Lewis Hamilton – 8 bella la pole position, ma penalizzato da una Mercedes in difficoltà con le gomme su questa pista. Buono il suo 1’43”161 al 41mo giro,  contro 1’43”782 di Vettel al 40esimo passaggio

Nico Rosberg – 7 ha portato a termine il suo compitino, guidando senza cattiveria, salvo segnare sul finale un tempo incredibile di 1’42’062, ovvero 1” più veloce del miglior giro in gara dell’anno scorso. Mi piacerebbe avere qualche spiegazione.

Felipe Massa e Valtteri Bottas – 6,5 dopo l’Australia ci si aspettava certamente di più, ma anche l’anno scorso la Williams si era trovata in difficoltà. Forse la macchina non si adatta al tracciato di Sepang o al forte caldo. Stando all’attuale classifica sono diventati la terza forza.

Molto belle le lotte in casa Red Bull, tra Daniil Kvyat (7.5) e Daniel Ricciardo (7), e Toro Rosso. I due giovanissimi Max Verstappen e Carlos Sainz Jr.  non stanno tradendo le attese. Per loro un bell’8 in pagella.

Pastor Maldonado – 5 la FIA gli toglie pure 3 punti dalla patente per eccesso velocità in regime di safety-car. Ormai ha diversi gran premi alle spalle.

Nico Hulkenberg 5 Sergio Perez 4 Week end da dimenticare per la Force India e i suoi piloti che chiudono rispettivamente in 14ma e 13ma posizione (su 15 macchine classificate) In più perdono 2 punti sulla patente per i contati ai danni di Kvyat e Grosjean

McLaren – NC ancora troppo lontane dal gruppo e dalle posizioni che contano, nonostante un miglioramento rispetto a quindici giorni fa.  C’è ancora molto lavoro da fare

F1, Road to Sepang

Dopo una prima gara in un circuito semi-cittadino come Melbourne, il Circus della F1 è pronto ad arrivare a Sepang, su un tracciato permanente con due rettilinei vicino al chilometri di lunghezza, curve medio-veloci e pneumatici abbastanza stressati. Si passa da velocità intorno agli 80-90 km/h in uscita di curva per raggiungere i 300 km/h alla fine del rettilineo, prima di scalare nuovamente in seconda marcia. La vettura lavora molto in appoggio e l’asfalto è abbastanza abrasivo.

Siamo nel periodo dei monsoni, pertanto il manto stradale sarà pulito, ma per il week-end sono attese temperature intorno ai 34°C. Per questo la Pirelli porterà mescole Medium e Hard. E’ un Gran Premio da 3-4 pit stop. L’anno scorso solamente la Force India tentò la carta delle due soste, chiudendo al quinto posto con un distacco di 47”, ma all’appello mancavano le due Williams – 7° e 8° dopo un gp in difficoltà – e la Ferrari di Kimi Raikkonen, fuori dalla zona punti. La scelta delle due soste mi sembra troppo azzardata, anche se quest’anno i pneumatici si degradano meno facilmente.

Superate le visite mediche, Fernando Alonso si metterà al volante della sua McLaren-Honda e Bottas sarà regolarmente in pista avendo recuperato perfettamente. In più il venerdì mattina ci sarà il ritorno in nostro portacolori in pista, con Raffaele Marciello impegnato al volante della Sauber. Le vetture in griglia dovrebbero tornare venti, dopo il forfait australiano della Manor. Insomma gli spunti interessanti non mancheranno.

Ancora una volta la lotta sarà tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg, con il tedesco costretto ad inventarsi qualcosa per non perdere il contatto dal compagno, senza commettere errori. Nella sfida interna per ora siamo 1-0 per il Campione del Mondo. Alle loro spalle vedo avvantaggiata la Williams sulla Ferrari, che dovrò vedersela con le altre motorizzazioni Mercedes (Lotus e Force India). Non sarà un fine settimana facile dove potenza e consumi potranno fare la differenza. Dopo il podio di Vettel, la Ferrari è chiamata a ripetersi. Bisogna però stare coi piedi per terra. Leggo troppi trionfalismi. Ricordiamoci che è uno sport di squadra con sviluppi step-by-step.

In casa Red Bull c’è un grande nervosismo, soprattutto nei confronti della Renault. Le voci sul disinteressamento verso la F1 da parte del patron Mateschitz sono sempre più insistenti e crescono gli incontri tra Toro Rosso e Renault. Questo fermento potrebbe togliere l’attenzione necessaria a recuperare il divario. Avendo dominato la scena per quattro anni, alzare così i toni alla prima difficoltà incolpando gli altri team di aver messo in atto una politica anti-RB per fermarli,  non lo trovo corretto. Preferisco nettamente la filosofia di Maranello quando dichiara di voler battere la Mercedes in pista

F1, Minardi “Un quarto del budgets per motore-cambio? Non ci siamo”

Il Gran Premio d’Australia, gara di apertura del Mondiale di F1, insieme ad una Mercedes pronta a dominare nuovamente la scena ci ha consegnato diversi team in forte difficoltà economica che stanno già chiedendo gli anticipi sui premi 2014.

Negli anni passati questi scenari si presentavano molto più in avanti, verso fine stagione. Oggi siamo in attesa solamente della seconda gara. Abbiamo avuto una Force India (sesta forza del mondiale nel 2014) costretta a girare con la vettura vecchia per la maggior parte dei test, una Manor che ad oggi non ha percorso neanche un giro di pista oltre ad aver perso la Caterham “E’ un aspetto molto serio che deve far meditare. Continuo a sostenere che il male principale sia il costo esagerato dei motori,” analizza Gian Carlo Minardi alle colonne di www.minardi.it “20-22 milioni di dollari sono una cifra da capogiro. La voce motore-cambio non può occupare un quarto del bilancio di un team. Parliamo sempre di circa dodici motori a stagione per scuderia. Quattro a macchina, più altri quattro per i test,” prosegue il manager faentino “Solamente le case costruttrici possono permettersi certe spese, ma al momento sono solo quattro (Mercedes, Ferrari, Honda e Renault), troppo poche per garantire lo spettacolo della F1. Per i team clienti è pazzesco. La Mercedes dichiara un fatturato di 440 milioni di dollari… Non può funzionare una competizione di questo genere. E’ troppo selettiva. A questi livelli di Budget l’attuale F1 rende difficile un adeguato ritorno economico per gli sponsor commerciali, come succedeva invece una volta che non siano le stesse Case Automobilistiche”.

Un famoso detto dice “Non tirare troppo la corda…perché prima o poi si spezza” Ed è un po’ quello che sta succedendo in questa Formula 1 “Bisogna rivedere i regolamenti. Si era partiti nel modo corretto bloccando il costo dei motori a 5 milioni. Si sarebbe dovuto proseguire su quella strada per stabilizzare i fatturati dei team”.

Altri segnali sgomentano: il dietrofront del Nurburgring è un altro segnale altamente negativo “La rinuncia degli organizzatori dello storico GP di Germania – da sempre in F1 – fa tremare i polsi e preoccupa per il futuro anche di casa nostra. Il 2016 si avvicina velocemente e a breve bisognerà dare le garanzie necessarie per il rinnovo del contratto del Gran Premio d’Italia. Il vecchio continente rischia di scomparire dal mondiale di Formula 1. Insieme a Silverstone e Monaco parliamo dei circuiti che hanno fatto la storia di questo sport” Al loro posto sono pronti a subentrare i nuovi attori come Qatar. “Saranno sufficienti per mantenere in vita il Circus? La F1 deve correre ai ripari per rimpossessarsi dei suoi tifosi, avvicinarli, trovare nuove risorse e studiare nuove strategie per ridurre i costi di gestione

F1, La McLaren a 5” dalla vetta. Minardi “Cosa penserà Ron Dennis?”

Con il Gran Premio d’Australia è partito il Mondiale di F1 2015 e la Mercedes non ha di certo tradito le attese dominando in lungo e in largo l’intero week-end. Dalla conquista della prima fila, alla prima doppietta stagionale con Lewis Hamilton vero mattatore (pole, giro veloce in gara e vittoria!) davanti al compagno Rosberg. Terzo gradino per la Ferrari di Vettel che chiude la “prima” in rosso lasciandosi alle spalle la Williams di Felipe Massa, orfana del finlandese Bottas.

Questo inizio di campionato ci porta a fare delle riflessioni. Se da un lato ci ha fatto conoscere le reali forze in campo e lo sviluppo dei team svolto nei mesi invernali, dall’altro purtroppo ci fa toccare con mano la crisi economica che non risparmia neanche il mondo dorato della Formula 1. Come sappiamo la Manor (ex Marussia) si è presentata in circuito lasciando però le vetture di Stevens e Merhi ferme ai box e ad oggi non si sa quando saranno realmente in grado di scendere in pista. La Lotus ha già chiesto a Bernie Ecclestone un anticipo sui premi FOA (derivanti dai risultati ottenuti nel 2014). In passato questa richiesta arrivava, dai piccoli team, dopo la seconda metà della stagione.  La Force India, in forte difficoltà già prima del via avendo dovuto portare al debutto la nuova vettura solo negli ultimi giorni di test invernali, pare sia alla ricerca di nuovi soluzioni finanziarie (forse attraverso Mr. E).

A questo panorama già abbastanza preoccupante ed oggetto di varie riunioni invernali dalle quali non sono emerse soluzioni concrete, si aggiunge anche la crisi tecnica di due costruttori come Renault e Honda.

In questo fine settimana la Red Bull non ha fatto mistero del suo malcontento nei confronti del partner motoristico (che quest’anno ha perso anche la Lotus, passata al Mercedes). Il Post-Australia sarà oggetto di riunioni infuocate. McLaren non pervenuta.  Ultimi in qualifica ad oltre 5” dalla pole di Hamilton, ultimi in gara con Button e Magnussen costretto al forfait ancora prima del via. Con questa tecnologia i giapponesi sembrano altamente in difficoltà e i problemi non saranno risolvibili in tempi brevi.

Scenario certamene poco allegro poiché parliamo di due Team che non soffrono la crisi economica, ma la mancanza di risultati potrebbe far perdere la pazienza ai propri finanziatori, Mr. Mateschitz e Takanobu Ito, neo Presidente e CEO Honda. Sono curioso di sapere cosa succederà nei prossimi giorni e, soprattutto, cosa dirà Ron Dennis, sempre molto critico nel passato coi piccoli Team che viaggiavano a 2-3” dalla pole. A suo dire non erano degni di occupare la griglia di partenza!

Dopo aver dominato la scena mondiale per quattro anni, cosa succederà in casa RB? Si inizia a vociferare la possibilità di salutare il Circus. Tra le altre cose proprio la Renault sarebbe interessata all’acquisto della Scuderia Toro Rosso.

Insomma, una Formula 1 che “corre” sui carboni ardenti. Alla prima gara ha portato al traguardo solamente undici vetture delle venti iscritte al campionato, con McLaren, Lotus e ovviamente Manor fuori dalla zona punti. Non succedeva da parecchio tempo

F1 – Gp Australia, IL PUNTO

Il Primo Gran Premio della stagione ci ha permesso di conoscere verità e realtà. E’ partita la rincorsa alle due Mercedes che, come si sapeva, faranno ancora una volta le lepri.

La Ferrari è tornata sul podio vincendo la sfida dei “numeri 2” e abbiamo avuto ben sette vetture differenti nei primi dieci posti, ma andrei molto cauto. Sono partite solamente 15 vetture su 20 iscritte e, in aggiunta, mancano due attori come Red Bull-Renault e McLaren-Honda, in ritardo sulla tabella di marcia.

Il Gran Premio va analizzato con la giusta interpretazione, e non da ultrà. La conferma è la Mercedes che fa gara a se con un ritmo pazzesco in gara, dopo una qualifica stratosferica andata a vantaggio di Hamilton su un Rosberg che ha commesso qualche errore in prova e non ha mai impensierito il compagno di squadra in gara. Hanno un vantaggio enorme sulla concorrenza. La Ferrari ha vinto la sua sfida contro gli attuali diretti avversari della Williams. Dopo aver chiuso la qualifica col quarto tempo dietro a Massa, Vettel si è preso il gradino del podio proprio ai danni del brasiliano. Un risultato che sarà da conquistare gran premio dopo gran premio. Nonostante sia venuto a mancare Raikkonen (costretto al ritiro per un errore ai box, cosa anomala per la Ferrari) la SF-15T si è dimostrata affidabile, mettendo in pista un importante sviluppo che la fa stare davanti a Red Bull e McLaren. Un podio che fa certamente morale, soprattutto pensando ai grandi cambiamenti invernali avvenuti a Maranello. Uno stimolo per continuare a fare meglio.

La realtà però va vista facendo il confronto coi numeri. Cronometro alla mano, il Circus ha avuto uno step evolutivo molto importante grazie al telaio, Power-Unit e gomme, ma in sostanza non è cambiato nulla in termini di distacco tra le Mercedes e i diretti avversari. Sabato il distacco di Vettel dalla pole è stato di 1”4, contro 1”5 di Alonso nel 2014. In gara Sebastian è arrivato terzo con un distacco di 34”. Dodici mesi fa Alonso aveva chiuso quarto a 35”. Questa è la dura realtà cronometrica. Chi è rimasto indietro, per il momento, sono Red Bull e McLaren che, secondo mie informazioni, avrebbe girato senza motore elettrico. Il telaio è all’altezza della concorrenza, ma i problemi, per il momento, arrivano dalla Power-Unit giapponese. La Red Bull resta ancora un’incognita. Ricciardo ha lottato con il coltello tra i denti con una macchina che non è competitiva e poco affidabile come dimostra il ritiro di Daniil Kvjat nel giro di ricognizione.

Ottimo debutto per Felipe Nasr della Sauber, subito a punti anche con Ericcson. L’anno scorso erano dispersi. Bene anche Sainz Jr. a punti con la Toro Rosso, costretto a lottare tutto il Gran Premio con una vettura danneggiata alla prima curva e con grandi difficoltà nel finale. Meno fortunato Verstappen costretto al ritiro per problemi tecnici quando era nei Top 10.

Insomma, abbiamo fatto conoscenza con il Mondiale di Formula 1 2015. Lasciamo Melbourne, circuito cittadino con caratteristiche particolari, per volare tra quindici giorni in Malesia – circuito permanente – vero banco di prova per le prestazioni dei team.

F1, Road To Melbourne

A distanza di neanche cinque mesi dalla gara di chiusura di Abu Dhabi, è già iniziato il conto alla rovescia al del Gran Premio d’Australia, gara di apertura del Mondiale di Formula 1.

Il Circus prepara il suo sbarco a Melbourne con molte certezze, tra le quali il dominio-bis targato Mercedes. Durante i test collettivi di Jerez e Barcellona i Campioni in carica non hanno mai montato le gomme Pirelli Super Soft, a differenza di tutti gli altri, segnando comunque il miglior riscontro cronometrico con Nico (1’22”8), contro 1’23” della Williams fatto però con le SS. Una differenza, a conti fatti, di quasi 1 secondo tra la coppia Hamilton/Rosberg e i primi inseguitori, le Williams di Massa e Bottas. Alle loro spalle c’è poi un folto gruppo con Ferrari, Red Bull, Lotus, Force India, Sauber e Toro Rosso.

Al momento è difficile stabilire con certezza le gerarchie poiché non si conoscono la maggior parte dei parametri con cui le macchine sono scese in pista. Uno su tutti il quantitativo di benzina. Pertanto il week-end di Melbourne sarà interessante. Ci darà i primi riscontri sul lavoro invernale. Nessuno potrà più nascondersi. Osservato speciale sarà il consumo di carburante. Le prestazioni si stanno avvicinando a quelle del 2011-2012 con tempi, velocità e consumi diversi rispetto allo scorso anno. In dodici mesi la F1 è riuscita a guadagnare ben 3” tra sviluppo aerodinamico, motore e gomme.

LA PRIMA FILA

I Campioni del Mondo sono pronti a ripartire da dove avevano lasciato, con un Rosberg che si è confermato molto veloce in versione qualifica. L’anno scorso l’affidabilità è stata l’unico tallone d’Achille, permettendoci così di avere in tre occasioni (Canada, Ungheria e Belgio) un vincitore diverso, grazie a Daniel Ricciardo. Da quello che si è potuto vedere nelle tre sessioni, si sono concentrati molto sull’affidabilità percorrendo tantissimi chilometri. Questo potrebbe tagliare ulteriormente le gambe alla concorrenza

I PRIMI TRA GLI ALTRI

La Williams si presenta al via come la seconda forza del mondiale, con un leggero vantaggio su Ferrari, Red Bull, Lotus, Force India, Sauber e Toro Rosso. Dopo l’ottima stagione in crescendo del 2014 Sir. Frank ha continuato nello sviluppo di una vettura semplice, ma sempre più affidabile e snella aerodinamicamente. Potrà essere veramente la seconda forza del Campionato.

IL GRUPPO DA TOP 10

La Ferrari ha fatto uno step evolutivo importante dimostrando di poter contare su una già buona affidabilità sia sul fronte meccanico che della Power Unit, così come in casa Sauber. Nonostante i problemi finanziari Lotus e Force India, spinte dal propulsore tedesco, hanno ben impressionato. In particolar modo la VJM08, che ha visto la luce solamente negli ultimi tre giorni di test portando comunque a termine un gran numero di giri (circa 1600 km). Purtroppo i gravi problemi finanziari potrebbero incidere sullo sviluppo. Auguriamoci che possano trovare la migliore soluzione. Non dimentichiamoci anche la Toro Rosso. Verstappen e Sainz Jr hanno coperto un gran numero di giri, ben di più rispetto ai cugini della RBR portandosi nelle zone importanti della classifica.

L’INCOGNITA

La Red Bull è l’incognita principale. Tra i Top Team sembra quello più in ritardo nello sviluppo vettura, ma non credo che arriveranno in Australia impreparati. Basti pensare a quanto successo un anno fa con i disastrosi test invernali. Proprio Ricciardo era stato in grado  a Melbourne di andare a podio nella gara di apertura, salvo poi essere squalificato per una regola che oggi è stata cambiata. Quindi,  detto questo, mi aspetto che il Team pluricampione del Mondo si possa inserire nella lotta per la terza fila.

SECONDE LINEE

La Manor (Marussia) è rimasta nel lotto regalandoci una griglia formata da venti macchine, ma per loro non sarà una stagione certamente facile. La macchina sarà di fatto quella del 2014 con il solo muso riadattato al regolamento 2015 e, certamente, dovranno lottare per rientrare nel limite del 107%.

La McLaren-Honda in questo inizio di stagione ha un po’ deluso ed è parsa molto indietro rispetto alla concorrenza sul fronte dell’affidabilità e competitività.  In più dovranno fare a meno di Fernando Alonso. E’ auspicabile che si smetta di speculare su quanto accaduto al Montmelò e che venga fatta chiarezza. Con tutta la tecnologia a disposizione non è possibile che non si arrivi ad una conclusione certa. Tutti devono sapere cosa è successo. Non capisco quale sia il problema nel dire chiaramente la verità. Tutta questa vicenda non fa bene alla F1 che avrebbe bisogno di nuove regole e trasmettere serenità. Si rischia di allontanare ulteriormente gli appassionati. Fino ad oggi ci hanno raccontato un sacco di frottole. Ora è giunto il momento della verità.

Che lo spettacolo abbia inizio. La caccia alla Mercedes può partire. Si prospetta una nuova stagione veramente interessante che potrà regalarci diversi spunti.

F1, Gian Carlo Minardi “La FIA faccia chiarezza sulla vicenda Alonso”

E’ arrivata la conferma: Fernando Alonso non correrà il Gran Premio d’Australia, in programma il week end del 14-15 marzo e teatro della gara di apertura del Mondiale di Formula 1. Al fianco di Jenson Button, al volante della McLaren-Honda, ci sarà quindi il collaudatore e terzo pilota Kevin Magnussen

Una comunicazione che farà aumentare i già numerosi punti interrogativi che avvolgono l’incidente del 22 febbraio sulla pista di Barcellona. Fernando era stato portato subito in ospedale in seguito al forte trauma cranico. Da quel giorno però solo tante speculazioni, ma nessuna certezza. La Federazione Internazionale ha aperto un fascicolo con l’obiettivo di fare chiarezza, ma ad oggi non è stata emanata nessuna comunicazione ufficiale.

Per ora l’unico imputato è Eolo. Un po’ poco … “Si deve fare luce su questa vicenda. Mi auguro che la FIA faccia chiarezza prima dell’inizio del Mondiale” commenta Gian Carlo Minardi ai microfoni di www.minardi.itQuando si parla di sicurezza mi aspetto che vengano fatti tutti i dovuti esami. Dal 1994 ad oggi in questo settore sono stati fatti passi da gigante, ma davanti a questo nuovo episodio potrebbe esserci sfuggito qualcosa. Forse è stata sottovalutato l’impatto laterale o qualcos’altro. Fino ad oggi si sono sprecate tante parole, senza però capire la causa scatenante dell’incidente. Sulla decisione di Fernando di non prendere parte al Gran Premio sono d’accordo, poiché dopo un trauma cranico bisogna rispettare sempre un periodo di riposo di circa 30-40 giorni. Nella box, dopo un KO, bisogna stare in panchina prima di ritornare sul ring” analizza Minardi “L’automobilismo è uno sport molto pericoloso ed è inutile rischiare di incappare in un nuovo incidente che potrebbe portare conseguenze nettamente peggiori” La decisione è stata prese in comune accordo coi medici che hanno seguito lo spagnolo in questi ultimi giorni “Il fatto che gli permettano di proseguire la preparazione atletica è certamente un buon segnale” Il manager faentino, nonché scopritore del campione spagnolo, chiede a gran voce che venga a galla la verità “Lo si deve ai piloti, ai team e soprattutto i tifosi” conclude Gian Carlo Minardi

F1, Sauber stakanovista a Barcellona

Con la seconda tornata di quattro giorni sulla pista del Montmelò sono andati ufficialmente in archivio i test invernali. Dalla prossima uscita si farà sul serio. A Melbourne sarà Mondiale vero. Tutti, o quasi, metteranno sul piatto il 100% del potenziale. Quasi tutti perché alla Mercedes potrebbe bastare anche il 90% per dominare comunque il week end.

Dopo aver giocato a nascondino nelle prime due sessioni, Rosberg ed Hamilton hanno dato un assaggio del potenziale a loro disposizione segnando i migliori riscontri cronometrici nelle giornate di venerdì e sabato utilizzando solamente le gomme Soft. Pertanto con le gomme SuperSoft il divario sarà ancora maggiore. Cronometro alla mano si parla di un vantaggio di 1” dai primi inseguitori, le Williams di Massa e Bottas, a cui bisogna aggiungere ulteriori due-tre decimi per trovare il resto del gruppo.

Osservando i dati di Barcellona saltano all’occhio i tantissimi chilometri macinati dalla Sauber che mette in archivio la bellezza di oltre 159 giri, ovvero oltre 2500 km, lasciandosi alle spalle tutto il resto del gruppo, Ferrari compresa. Vettel e Raikkonen si fermano comunque a quota 2000 Km. Un risultato certamente importante e positivo per la casa di Maranello che potrà contare su una buona affidabilità della nuova Power-Unit.

Stesso discorso vale anche per il propulsore tedesco. Il tallone d’Achille della passata stagione in casa Mercedes era proprio l’affidabilità, variabile che ha permesso di sentire inni diversi da quello inglese e tedesco dei due portacolori.  Stando ai numerosi giri percorsi però potremo non contare più su questa variabile.

Proprio negli ultimi tre giorni ha fatto finalmente il suo esordio la nuova Force India VJM08-Mercedes, rallentata da gravi problemi finanziari. Nonostante tutto però Nico Hulkenberg e Sergio Perez sono riusciti a mettere insieme oltre 360 giri – pari a 1680 km e 2,5 GP – a dimostrazione che la nuova monoposto indiana è nata sotto la buona stella.

Resta da individuare il reale potenziale della Red Bull di Daniel Ricciardo e Daniil Kvyat motorizzata Renault che ha percorso molti meno chilometri dei cugini della Toro Rosso-Renault. Proprio la RBR ha presentato in questi giorni la nuova livrea. Dopo aver passato l’inverno con il “camuffamento”, a Melbourne scenderà in pista con la livrea tradizionale, anche se sulle pance è stato dato più spazio al viola. Fanalino di coda la McLaren-Honda, costretta a numerose e lunghe soste ai box, e rallentata anche dall’incidente di Fernando Alonso su cui aleggiano ancora troppi punti interrogativi. Intanto è arrivata la notizia ufficiale: a Melbourne Alonso non ci sarà. Al suo posto la McLaren schiererà Kevin Magnussen. La MP4/30-Honda ha messo insieme una media di 700-800 km a sessione. Troppo pochi. La macchina presenta certamente soluzioni interessanti e una volta sistemate tutte le magagne sapranno recuperare il ritardo. Non dimentichiamoci il salto di qualità che la F1 è stata in grado mettere in pista tra l’ultimo test e la prima gara in Australia nel 2014.

Gian Carlo Minardi “Per rifondare un team personalmente partirei dai piloti”

Continua la saga sul futuro di Alonso, Vettel&C. Mai come quest’anno il mercato-piloti brancola nell’incertezza più assoluta.  Storicamente Spa-Francorchamps e Monza erano teatro degli annunci per i cambi di casacca o rinnovi. Oggi, invece, abbiamo superato anche la notte di Singapore e ci accingiamo ad accogliere il Gran Premio del Giappone. Il domino è in un equilibrio precario.

Basta una mossa e diverse pedine potrebbero cadere. “Siamo in un momento di transizione. Abbiamo letto diverse supposizioni, ma nessuno si sente in grado di esprimere con certezza una sua opinione, anche se giornali e tv stanno in un qualche modo difendendo Fernando Alonso, che, anche nell’ultima gara, ha dimostrato di esser un super-pilota, portando la sua Ferrari a pochi decimi dalle Red Bull in gara e dalle Mercedes in qualifica, in un circuito lungo come quello di Singapore”, analizza Gian Carlo Minardi al sito www.minardi.it. Una Mercedes che sta dominando questo Mondiale, anche se con qualche problema di affidabilità. “Il vero potenziale della Mercedes non si conosce al 100%. Se prendiamo in considerazione i quattro giri dopo la safety-car, si capisce che sono dei marziani anni luce avanti ai terrestri. Hamilton ha relegato i primi degli inseguitori (due Red Bul e una Ferrari) a più di 10”….”.

In queste settimane abbiamo sentito tantissime voci, specialmente intorno al futuro del campione spagnolo. “La Ferrari sta attraversando un momento di trasformazione e di non facile rinnovamento in cui sono coinvolte nuove forze, persone e strategie. Mi permetto di dire che, se mi dovessi trovare nella medesima situazione di dover rifondare un team, incomincerei dai punti certi: I PILOTI. A mio parere diventa difficile criticare un pilota come Alonso. Personalmente, non credo che Fernando voglia lasciare Maranello e non volersi più avvalere di lui potrebbe diventare un problema. Avere in casa il pilota più forte del mondiale deve essere un punto di partenza”. In questi anni sono i numeri che parlano in favore dello spagnolo, come sottolinea il manager faentino.

In questi anni Alonso ha segnato due volte e mezzo i punti dei suoi compagni. Quest’anno il confronto è con un ex-campion del mondo, mentre fino all’anno scorso con un driver di tutto rispetto come Felipe Massa che in Williams segna punti pesanti per il suo team. Questo, qualcosa vorrà pur dire”.

Come spesso accade in questi momenti, si tende ad evidenziare l’importo degli ingaggi, dichiarandoli troppo alti. “E’ inutile fare sempre del buonismo. Parliamo della domanda e dell’offerta. Alonso è un pilota che si paga da solo con i punti che porta al team, che a fine stagione si tramutano in immagine (sponsor) e diritti televisivi. Il valore economico di un pilota è dato da quello che porta in casa”, prosegue l’ex costruttore. “Con sua stagione e i punti conquistati l’ingaggio di Daniel Ricciardo certamente subirà un ritocco verso l’alto”.

Nella sua analisi Gian Carlo Minardi però ha voluto andare oltre, mettendosi anche dal lato dell’azienda. “Da un anno  all’altro le gerarchie e le forze in campo cambiano radicalmente. Proprio per questo perché dovrei mettermi a ridiscutere il rinnovamento od un contratto che scade solamente nel 2016, pensando già al 2017-2018? Arriviamo all’anno della scadenza . Sarà il tempo a dirci se continuare la collaborazione o cercare nuove strade”. La Honda è sempre alla ricerca di un top-driver, ma se non dovesse trovarne uno disponibile, allora potrebbe cambiare le sue strategie, puntando su un programma triennale con un giovane. Sainz Jr. ad esempio?