F1 | Gp Austria, Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Spielberg, 1 Luglio 2018. Una gara che al sabato sembrava già segnata per le rosse, si stravolge con il ritiro delle due frecce d’argento che perdono la leadership nel campionato piloti e costruttori.

Nonostante ciò la Ferrari non può essere completamente soddisfatta del weekend in Austria a causa del quadro tecnico emerso durante le qualifiche. Scopriamo assieme perché!

Per prima cosa è fondamentale un richiamo alle caratteristiche del tracciato di Spielberg.

E’ un circuito da medio carico aerodinamico, molto severo per l’impianto frenante e per l’unita motrice (il 74% del giro viene percorso a farfalla completamente aperta).

Nel primo settore conta, formato da due rettilinei e una curva a destra, conta soltanto l’efficienza in rettilineo (intesa come connubio tra Cx e potenza della PU)

Nel secondo settore è più importante l’efficienza generale, vista la compresenza di zone di allungo e di curve veloci. Molto importante anche il bilancio aerodinamico in modo da non avere del dannoso sottosterzo.

Stessa storia per il terzo settore, formato da 4 curve piuttosto tecniche, in cui c’è bisogno di carico e bilancio, ma anche di ottimi sforzi di trazione per uscire da curva 10. L’asfalto è liscio e poco abrasivo, e a causa delle forti e continue frenate, le gomme sono soggette a importanti forze longitudinali.


Analizzando in primis il grafico con il confronto tra il tempo segnato nel Q3 e il tempo “ideale” dato dalla somma dei migliori settori, notiamo che Ricciardo e Hulkenberg sono gli unici piloti che si sarebbero potuti migliorare di qualche decimo.

Parlando di “ideal” è importante sottolineare che Hamilton e Vettel (a differenza di Bottas) hanno entrambi sbagliato il loro primo tentativo di giro lanciato nel Q3, dovendo affrontare il secondo tentativo con addosso una maggiore pressione psicologica, che ha permesso ad un più “rilassato” Bottas di conquistare la pole.


Analizzando le linee di tendenza (polinomiali) del grafico in cui viene riportato il distacco percentuale dalla pole position, possiamo cogliere un primo interessante elemento di analisi.

Sebbene non perfettamente veritiere, le linee di tendenza dei tre team evidenziano un trend molto negativo per Ferrari (e Red Bull) partendo dal Gp di Spagna, che si è ulteriormente accentuato negli ultimi due Gp.

Ritengo inutile sottolineare per l’ennesima volta che dal Gp di Spagna sono state introdotte le Pirelli ribassate, e preferisco concentrarmi su altri aspetti.

Nel Gp di Spagna infatti la Ferrari ha introdotto degli aggiornamenti importanti che sembrano aver portato fuori strada i tecnici della Rossa per quanto riguarda la scelti degli assetti e la conseguente l’efficacia del bilancio della vettura a serbatoio scarico.

La problematica più evidente è il sottosterzo nelle curve medio/veloci che si è fatto sentire nelle qualifiche in Spagna, Francia e Austria (tracciati in cui sono presenti molte curve veloci), poi attenuatosi in gara grazie al maggior peso del carburante imbarcato.

Al contrario, mentre Ferrari è “ferma” a ritrovare il bilancio della vettura, Mercedes, dopo qualche leggero aggiornamento in Spagna, ha fatto un grande step motoristico in Francia, migliorando gli sforzi di trazione (per i quali aveva tanto perso in Canada) e appaiandosi a Ferrari in quanto a velocità in rettilineo.

In Austria è arrivato poi il primo grande pacchetto aerodinamico, con un grosso lavoro sulla zona delle pance, migliorando probabilmente l’efficienza aerodinamica della vettura.

Il grafico con il confronto tra le velocità massime registrate alla speed trap e la posizione di qualifica, ci conferma la maggior importanza dell’efficienza in rettilineo rispetto a quella in curva sul Red Bull ring, ma ci conferma anche l’appaiamento in quanto a top speed tra Mercedes e Ferrari.

Di rilievo anche i rilevamenti velocistici delle Haas, mentre i motorizzati Renault continuano nel loro calvario.

Passando all’analisi dei distacchi percentuali nei tre settori, è necessario fare prima un importante premessa.

Nel primo settore a farla da padrone sono le Mercedes grazie ad una maggiore precisione nell’inserimento di curva uno, dove Vettel ha commesso anche un piccolo errore, perdendo 10km/h in uscita.

Nel secondo settore è invece Vettel il più veloce, con Raikkonen al pari delle Mercedes.

La Ferrari guadagnava molto in uscita da curva 3, a conferma degli eccellenti sforzi di trazione della Rossa emersi in particolare (nel confronto con la Mercedes) in questi ultimi tre Gp, e nella frenata di curva 4. (questi particolari si potevano notare dagli onboard live, che non sono più reperibili su internet).

Dunque un settore Mercedes e uno Ferrari… sommando i tempi nei due intermedi si nota infatti che i due top team sono appiccicati, con soli 57 millesimi di secondo a dividere Raikkonen da Bottas.

Esattamente come in Canada la qualifica si è giocata tutta nel terzo (e più tecnico) settore.

Qui i ferraristi hanno rimediato rispettivamente 1,24 e 2,38 % di distacco dalle Mercedes. Numeri che oserei definire spaventosi.

Prendendo in analisi Vettel, il distacco in termini cronometrici è di 0,238 secondi, che divisi per le 4 curve del terzo settore, significano che ad ogni curva Sebastian ha perso 0,060s.

Questa è una media indicativa, perché come confermato anche dal Ferrarista il vero problema era curva 7 (ma anche la 9 e la 10 non erano il massimo..).

Dopo essere arrivate all’entrata di curva 7 praticamente alla stessa velocità della Rossa, in percorrenza le frecce d’argento guadagnavano 10km/h (o qualcosina di più).

Un vantaggio enorme, che di conseguenza si portavano avanti (e aumentavano) anche nel rettilineo tra curva 8 e 9, l’unico del circuito dove non si può utilizzare il DRS.

Stessa cosa per curva 9, mentre nella più stretta curva 10 la situazione è migliore, con velocità di uscita (e di successivo allungo) non troppo distanti dalla Mercedes (si guardi il grafico con le velocità nel terzo settore).

Il quadro generale che emerge da queste qualifiche è piuttosto rassicurante per la Mercedes in vista di Silverstone se pensiamo che ci saranno gomme dure low working range (molto più adatte ad una vettura che mette molta temperatura sullo pneumatico)ribassate e questo tracciato è famoso per le sue sezioni guidate piene di curve veloci.

Niente da dire per un anonima (in qualifica) Red Bull, dunque passiamo alla più interessante e movimentata gara!


Range di utilizzo per le Pirelli 2018.

Componenti della PU utilizzati da ogni pilota dopo il Gp d’Austria.


Evoluzione del campionato costruttori.


Propongo anche un interessante grafico con l’evoluzione del distacco fra i due contendenti al titolo, che evidenzia perfettamente quanto sia aperto questo mondiale dopo 9 gare.

GRAFICI SULLA GARA (a cura di Niccolò Arnerich)

LE IPOTESI PRE-GARA E LE SIMULAZIONI DEL VENERDI’
E’ stato un venerdì molto interessante e complesso quello del gran premio d’Austria.

Innanzitutto, c’è da sottolineare che le temperature dell’asfalto non sono mai andate oltre i 30°C durante la giornata dedicata alle prove libere. Le simulazioni non si sono concentrate su delle mescole in particolare, ma, al contrario, i team hanno fatto dei long-run provando tutti e tre i tipi di gomma disponibili.

Le gomme non mostravano particolare degrado, a differenza dell’anno scorso. Dopo alcuni giri, però, su alcune vetture, si è incominciato a vedere del graining sia sull’anteriore che sul posteriore. Il fenomeno era dovuto al sottosterzo che si crea a causa dei cambi di pendenza in più curve del tracciato. Perciò, lavorando sul set up, le squadre che lo soffrivano sono riuscite a ridurlo notevolmente.

Su un circuito come quello del Red Bull Ring, con più punti da trazione e curve ad ampio raggio, dove si sviluppa molta energia, la gomma rischiava di scaldarsi molto creando problemi di blistering. Tuttavia, durante il venerdì, con soli 30°C di asfalto, il problema non si è presentato.

Per cui, tutti i team si sono orientati senza dubbi su una gara ad un unico stop. Visto il delta ristretto tra la gomma US e SS, ai team rimaneva da decidere con che gomma partire. Ferrari ha deciso di partire con la più morbida del lotto, la US, per avere il massimo grip disponibile alla partenza. Mercedes ha optato invece per la SS, come la RedBull, al fine di andare più lunghi nel primo stint e sfruttare magari una Safaty Car o una Virtual per effettuare il pit.


Da questo grafico si capisce bene quali siano le strategie più veloci. In questo caso la verde e la blu, ossia la D e la A.


Questi grafici potete trovarli sui nostri social (Twitter, Instagram e FaceBook) durante i week-end di gara.

LA STRATEGIA DI GARA

LA PARTENZA DELLA GARA
Alla partenza Raikkonen ha avuto un buono spunto e si è inserito tra le due W09. In curva otto, però, è stato superato da Verstappen che ha guadagnato la terza posizione. Vettel, partito sesto per la penalità ricevuta in Q2, ha perso due posizioni dopo il primo giro.

LE CONDIZIONI DEL TRACCIATO
Molto diverse le condizioni della pista durante la domenica. La temperatura dell’asfalto si è alzata notevolmente passando da 30°C a 48°C. Inoltre, domenica si è anche alzato il vento.

IL PRIMO STINT
Hamilton ha cominciato a fare il ritmo, ma non è riuscito a creare un gap molto facilmente. Durante il primo stint, Hamilton con le SS dava 4 decimi a Verstappen, in terza posizione. Rispetto a Raikkonen, invece, l’inglese girava 6 decimi al giro più veloce. Al giro 13, Hamilton era riuscito a costruire un gap di non più di 5s.

Per quanto riguarda Vettel, il tedesco ha incominciato la sua rimonta per togliersi dal traffico di vetture più lente arrivando a ridosso di Ricciardo.

Per l’analisi del primo stint prendiamo in considerazione il grafico dei passi gara con la correzione dell’effetto peso. Hamilton sulla SS ha comunqnue tenuto un ritmo molto buono, come sottolineato in precedenza.


Proponiamo inoltre il grafico dell’evoluzione del degrado nel primo sint. Le linee di tendenza di Vettel, Hamilton e Raikkonen convergono verso il basso evidenziando un miglioramento della performance. Questo perchè si sono fermati molto presto, quando la gomma riusciva ancora a migliorare i suoi tempi.

IL SECONDO STINT
Al giro 14 c’è stata la svolta della gara: Bottas si deve ritirare per problemi alla pressione idraulica del cambio. In quel momento e’ uscita la Virtual Safety Car che ha neutralizzato le posizioni. Sia Ferrari che RedBull hanno pittato sotto regime VSC e hanno perso solamente 11/12 s per la sosta. Mercedes non è rientrata ai box e ha mantenuto la leadership. Alla ripartenza, Hamilton si è ritrovato con un vantaggio sulla RedBull di 13s, ma senza aver effettuato il pit. I muretti Ferrari e RedBull hanno quindi informato i piloti della scelta Mercedes e hanno chiesto loro di mantenersi nella finestra di pit stop dell’inglese.

La domanda è perchè Mercedes non si è fermata. Ciò che possiamo dire a riguardo è che il Team ha esitato a pittare poichè non volevano essere gli unici a fare la sosta. Chi ha il dominio del gran premio deve sempre avere più prudenza nella sue scelte, mentre chi insegue, non avendo nulla da perdere, può effettuare più velocemente scelte senza pensare troppo se esse siano avventate o meno.

A quel punto Mercedes poteva fermarsi subito e cercare di riparare i danni oppure allungare lo stint il più possibile e poi montare la gomma più morbida per affrontare l’ultimo stint, che sarebbe dovuto essere molto aggressivo.

La squadra ha deciso di richiamare Hamilton alcuni giri dopo, al 25°passaggio, così da uscire davanti a Vettel e limitare i danni. Gli strateghi hanno reputato la scelta di andare più lunghi con la SS imprudente e inutile. Con la gomma SS non sarebbero mai riusciti ad allungare così tanto da poter montare la US e avrebbero dovuto montare comuqnue la Soft. Stando fuori avrebbero perso parte del gap costruito su Verstappen e alla fine non avrebbero neanche avuto il vantaggio della gomma Ultra, per cui non avrebbe avuto senso.

Avrebbe avuto senso solo nel caso in cui pochi giri più tardi fosse uscita una SC o una VSC per cui Hamilton avrebbe potuto fare un free-stop, dopodichè avrebbe perso troppo sulle due Ferrari e le due RedBull che sopraggiungevano.

Intanto Ricciardo è riuscito a superare Kimi in curva 4. Hamilton, uscito dal pit, non è riuscito subito a trovare ritmo con la gomma gialla ed è stato superato da Vettel.

Pochi giri dopo sia sulle posteriori che sulle anteriori di Ricciardo è comparso del blistering molto marcato. Come detto, con le alte temperature, su questo tracciato, non era inaspettato. Raikkonen si è ripreso la posizione su Ricciardo che al giro 39 è rientrato al box per montare la SS.

Stessi problemi di blistering anche per Hamilton, che è comunqnue riuscito a far segnare ottimi tempi. Il graining sulla Soft era difficile che si pulisse velocemente, visto che è una gomma che degrada su un arco di tempo più ampio. Hamilton avvertiva anche molte vibrazioni e, per questioni di sicurezza, il team ha deciso di fermarlo al giro 52 per montare la SS.

La gomme Ferrari, dagli on-board, sembravano piuttosto pulite anche se non possiamo escludere che anche per loro ci fossero dei surriscaldamenti interni che però non hanno portato al blistering.

Infine, Ricciardo, al giro 52, si ritira e poco dopo anche Hamilton per problemi con la pressione della benzina. Da li in poi le due Ferrari sono andate a caccia di Verstappen, in prima posizione, il quale ha saputo gestire bene il suo vantaggio pur accusando anche lui un po’ di graining. (non tanto quanto Ricciardo)


Anche per il secondo stint analizziamo in grafico relativo ai passi gara con la correzione del fuel weight effect. Si nota subito un Hamilton che, come detto, nella prima parte dello stint non è riuscito a trovare il ritmo con la gomma Soft.


Il grafico dell’evoluzione del degrado ci offre un’interessante riflessione per quanto riguarda il fenomeno del blistering che molte vetture hanno accusato nel secondo stint.
A quanto pare, seppur la gomma soffra di blistering, questo non peggiora la performance della gomma. Come si può ben vedere, infatti, la linee di tendenza sono quasi orizzontali.


Infine proponiamo una tabella riassuntiva dei passi gara durante i vari stint.


Per l’analisi complessiva della gara, incominciamo analizzando il grafico del passo gara tradizionale senza la correzione dell’effetto peso.

Inoltre proponiamo anche un grafico che evidenzia le strategie utilizzate dai piloti


Continuando l’analisi dei passi gara, proponiamo il grafico dei passi gara con il calcolo dell’effetto peso, ossia la perdita di peso della vettura a causa del consumo di carburante.

Il grafico dell’evoluzione del degrado non lineare durante l’arco della gara.

I TEAM MINORI
Eccezionale la gara di Grosjean che conclude quarto, subito davanti al compagno di squadra Ericsson. Buona anche la gara di Ocon che con la sua Force India si è piazzato sesto. Notevole la gara delle due Alfa Romeo Sauber che per la rpima volta dal 2015 hanno portato entrambe le vetture a punti.

Il grafico del passo gara con la correzione dell’effetto peso ci fa notare che tutti questi piloti hanno usufruito della VSC del 14° giro provocata dallo stop di Bottas. Grosjean, Alonso e Ocon hanno pittato sotto regime di VSC e poi hanno gestito la gomma per arrivare fino in fondo alla gara. Nel primo stint Leclerc ha fatto un errore in curva sette, ma poi ha fatto un buonissimo lavoro nel secondo stint nel gestire la mescola Soft. Il suo compagno di squadra non ha usufruito della VSC, ma ha allungato lo stint e poi è finito dietro al pilota del Principato.

Il grafico dell evoluzione del degrado relativo ai team minori.

F1 |Gp Austria, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi “E’ stato il weekend degli errori”

Il fine settimana in Austria è stato il festival degli errori da parte dei team. Si è iniziato sabato col muretto Ferrari che non ha avvisato il suo pilota dell’arrivo di Sainz per arrivare ad oggi con la Mercedes che non ha richiamato Hamilton ai box durante il regime della VSC innescata dal ritiro di Bottas.

Ritengo che i commissari abbiano usato la mano troppo pesante nei confronti di Vettel, considerando che Sainz era riuscito comunque ad accedere alla Q3, ma con molta probabilità non hanno voluto creare un precedente. Il ritiro di Hamilton al 54esimo giro ha messo una pezza sulla strategia. Una Mercedes che conferma i suoi problemi di affidabilità al cambio, nonostante una supremazia tecnica importante. E’ stata una corsa ricca di ritiri, causati proprio da questo ritmo serrato. Siamo entrato in un mese di luglio caldissimo che da qui alla fine dovrà raccontarci altri tre gran premi. Sarà interessante vedere chi riuscirà a gestire al meglio questo tour-de-force.

Una Formula 1 che sta tornando alla massima competizione con un divario netto tra i primi tre top-team e il resto del gruppo. Abbiamo assistito ad un ordine di arrivo nei primi dieci che ha premiato a coppie i team con due Ferrari, due Hass, due Force India e due Sauber, ad eccezione solamente del vincitore Max Verstappen con l’unica Red Bull e di Fernando Alonso con la McLaren che ha tagliato il traguardo all’ottavo posto partendo dai box.

Un risultato che premia certamente la Ferrari, con un risultato che ad inizio della gara era quasi insperato. Kimi Raikkonen ha meritato di chiudere al secondo posto provando fino all’ultimo l’attacco sull’olandese segnando giri veloci e pertanto è stato corretto da parte del muretto box conservare le posizioni dei suoi due piloti. Per la terza volta in altrettanti gran premi cambia il leader della classifica con Vettel che torna al comando.

Tra sette giorni si tornerà in pista col decimo appuntamento del mondiale sul tracciato britannico di Silverstone, una pista sulla carta favorevole alla Mercedes anche se Vettel e la Ferrari arriveranno a questo appuntamento con il morale alto.

Aspettiamo di vedere cosa potrà succedere

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Austria, PRESENTAZIONE di Minardi “In Francia Vettel ha usato l’ultimo bonus”

Archiviato il gran premio di Francia, ci apprestiamo ad entrare in un mese di Luglio caldo con quattro appuntamenti racchiusi in cinque weekend. Si partirà questo fine settimana dall’Austria prima di trasferirsi in Inghilterra (7-8 luglio), Germania (21-22 luglio) e Ungheria (28-29 luglio). Un vero e proprio tour-de-force per team e piloti alla fine del quale avremo un quadro significativo di questo mondiale.

A Le Castellet, oltre alla supremazia Mercedes, abbiamo assistito ad una corsa ricca di errori, a partire da Sebastian Vettel che col quinto posto ha lasciato indietro punti importanti in ottica mondiale. Il tedesco della Ferrari è strato troppo irruento cercando il sorpasso ai danni di Bottas fin dalla prima curva, arrivando al contatto e subendo la penalità di 5”. Deve ricordarsi di essere un quattro volte campione del mondo.

In un mondiale così al limite dove a fare la differenza saranno proprio gli errori, Seb si è giocato già tutti i bonus ritrovandosi in classifica alle spalle del diretto avversario, distaccato di 14 punti.

Bisogna tenere in considerazione anche la crescita della Red Bull supportata da un telaio fantastico che sopperisce, in parte, alle mancanze della power unit Renault. Con il passaggio al propulsore Honda, l’handicap del motore si farà sentire maggiormente, ma resta l’arbitro di questo mondiale portando via punti e podi importanti a Vettel ed Hamilton.

Sarà un mese caldo anche per i team di fascia b, capitanati dalla Renault davanti alla McLaren, Force India, Haas e Toro Rosso, che arriva da due weekend difficili conclusi senza punti a differenza di una Haas in crescita, ma a corrente alternata, nonostante un Grosjean ancora a “secco” e una Force India in ripresa e disturbata da questioni non tecniche.

Il Red Bull Ring è un tracciato impegnativo e ricco di insidie con la ghiaia ai bordi della pista caratterizzata da sali-scendi, curve veloci, lunghi rettilinei e frenate impegnative in cui il clima è una componente importante. Sul fronte mescole la Pirelli porterà Soft, Supersoft e Ultrasoft coi piloti Ferrari che hanno scelto 9 set della mescola più morbida contro gli otto di casa Mercedes e Red Bull. Si prospetta una gara con strategie diverse.

Gian Carlo Minardi

F1 | McLaren-Williams, Minardi “Manca un timone alla guida”

Con il gran premio di Francia tornato in calendario a distanza di dieci anni dall’ultimo apparizione, McLaren e Williams hanno mostrato l’entità di una crisi che non sembra voler finire. Dal gran premio di Spagna Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne non segnano punti e a Le Castellet il belga ha chiuso solamente al dodicesimo posto con il vincitore della 24 Ore di Le Mans costretto al ritiro per la rottura della sospensione posteriore a pochi chilometri dal traguardo

Addirittura peggiore la situazione in casa Williams, relegati al decimo e ultimo posto della classifica costruttori, alle spalle della Sauber. Su otto appuntamenti, solamente in due weekend il team di Grove è entrato nella top-ten e da quattro gara la casella resta inesorabilmente vuota. Entrambi i team , in qualifica, non sono riusciti a superare la barriera della Q1.

Una situazione che fa male al cuore pensando che stiamo parlando delle due scuderia più vincenti della storia della Formula 1, dopo la Ferrari. Insieme vantano 19 Mondiali piloti, 17 Costruttori e 296 vittorie.

In tutte le due realtà manca un timone. Da quando Ron Dennis è stato allontano dalla McLaren è iniziata una débâcle di cui non ci vede la fine. Una McLaren che per tre anni ha puntualmente dato la colpa alla Honda di tutti i problemi, quando invece si sarebbe dovuto guardare all’interno del team. A pagarne le spese è stato Dennis, autore del ritorno del binomio che nel passato aveva scritto pagine memorabili di questo sport” analizza Gian Carlo Minardi

Nonostante non abbia mai avuto un rapporto felice con Dennis, causa della sua arroganza e voracità, si è sempre dimostrato un personaggio abile nel guidare i suoi uomini. Nonostante un due volte Campione del Mondo non riescono ad uscire da questa crisi e per loro non sarà facile, nel futuro prossimo, convincere piloti di un certo calibro. Stessa situazione in casa Williams, dove si sente la mancanza di Frank. Ad ogni GP commettono errori inspiegabili. Inoltre quest’anno si concluderà il rapporto con la Martini e non sarà facile attirare nuova linfa” prosegue il manager faentino che conclude “E’ un peccato mortale assistere a questa caduta, perché parliamo dei due team più vincenti della storia dopo la Ferrari

F1 | Gp Francia, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi

Con la vittoria di Hamilton e il quinto posto di Vettel è tornato il divario di 14 punti che c’era tra i due driver prima del Gran Premio del Canada. Qui in Francia si è ribaltata nuovamente la situazione, questa volta in favore del britannico. E’ la conferma che siamo davanti ad un campionato combattuto sul filo di lana dove saranno gli errori a fare la differenza. Questa volta è toccato al ferrarista compierne uno.

Vettel è partito molto bene provando subito alla prima curva l’attacco ai danni di Bottas, arrivando però al contatto. Non bisogna farsi prendere dalla foga, soprattutto quando si corre su un tracciato in cui i sorpassi, come abbiamo visto, sono possibili. E’ stato un gran premio con diversi sorpassi e tra le seconde guide non si è fatto trovare impreparato Kimi Raikkonen che, oltre a portare punti importanti alla Ferrari, ha conquistato un bel podio davanti alla Red Bull che con Verstappen si è reso protagonista di un bel gran premio chiuso alle spalle del vincitore.

Il Paul Ricard sulla carta era una corsa a vantaggio della Mercedes e i riscontri cronometrici di Hamilton ne sono stati una conferma, specialmente vedendo i tempi record seganti dal 23esimo al 26esimo passaggio.

E’ stato ancora un weekend decisamente positivo per Leclerc che ha “regalato” all’Alfa Romeo Sauber un punto importante nella ricorrenza del 108esimo compleanno della casa milanese, dimostrando di essere ormai maturo per un salto di qualità. Umori decisamente diversi in casa Williams e McLaren che stanno pagando pesantemente errori di valutazioni e di organizzazione. Inspiegabile la situazione della Williams che, nonostante possa contare sul fantastico motore Mercedes, non sta proseguendo gli sviluppo e crescita che si era intravisto negli ultimi anni. Certamente non è aiutata dai suoi due piloti. E’ evidente che i problemi McLaren siano da cercare al suo interno e la previsioni indovinata di Alonso fa capire che siano ben consapevoli dei lori limiti. Sono tra i due team più blasonati della storia della F1 ed è molto triste assistere a questa involuzione.

Ora entriamo in un mese di luglio molto intenso e caldo con quattro appuntamenti (Austria, Inghilterra, Germania e Ungheria) racchiusi in cinque settimane in cui non ci sarà tempo per respirare, alla fine del quale avremo un quadro molto significativo.

Gian Carlo Minardi

F1 | Ricciardo al centro del mercato-piloti 2019. Hamilton la chiave di volta

Ferrari, Mercedes, McLaren, Renault e, naturalmente, Red Bull. Mai come in questo Daniel Ricciardo che, è al centro del mercato piloti.

Si è dato dieci giorni di tempo per decidere. La Red Bull dal prossimo anno abbandonerà i propulsori Renault per passare alla forniture giapponese che equipaggia già i cugini della Toro Rosso. Un’incognita in più per l’australiano, anche se la Power Unit Honda, rispetto alle catastrofiche stagioni con la McLaren, ha dimostrato di aver compiuto passi da gigante in termini di affidabilità e prestazioni.

La vittoria nella 24 Ore di Le Mans e la poca competitività della McLaren, potrebbero spingere Fernando Alonso a salutare la F1 già a fine di questa stagione puntando verso nuove sfide liberando di fatto un sedile a Woking. Per Ricciardo ci sarebbe pronto un contratto da 20 milioni di dollari, ma alla porta dell’australiano avrebbe bussato anche la Renault. Ci potrebbe essere uno scambio con Carlos Sainz attualmente ancora sotto contratto con il team di Milton Keynes.

Sebastian Vettel si sarebbe opposto all’arrivo di Daniel Ricciardo in Ferrari, chiudendo di fatto le porte di Maranello all’ex compagno di scuderia, nonostante Kimi Raikkonen abbia ventilato la voglia di concludere definitivamente la sua avventura nel mondiale di F1, lasciando libero un sedile molto appetibile che potrebbe essere occupato dal monegasco Leclerc.

Non ho ancora vinto un mondiale e, nonostante McLaren e Renault non siano le mie principali scelte, un eventuale approdo non si tramuterebbe in un passo indietro nella mia carriera, ma semplicemente un investimento nel futuro. L’obiettivo è cercare di avere una monoposto per puntare al massimo traguardo, ma se questo non fosse possibile, allora subentreranno altre valutazioni” commenta Daniel RicciardoL’arrivo di Honda in Red Bull non è stato una notizia shock, poiché sapevo di questa possibilità. Ora cercherò di capire quali saranno gli sviluppi. Con Toro Rosso Honda ha fatto dei passi in avanti

Prima di prendere una qualsiasi decisioni Ricciardo guarderà anche a Brackley dove c’è Lewis Hamilton in scadenza di contratto a fine 2018.

Ad oggi Hamilton non ha ancora firmato il prolungamento di contratto con la Mercedes e Ricciardo aspetterà di vedere cosa succederà in casa Mercedes prima di prendere qualsiasi decisione. Qualora Hamilton non dovesse rinnovare si scatenerebbe un effetto a catene nel paddock con un giro di sedili importanti. In questo fanta-mercato, fossi nella Ferrari, non mi farei sfuggire il britannico per costruire un Dream-Team con Vettel, nonostante il tedesco abbia imposto il suo veto sull’arrivo dell’australiano” commenta Gian Carlo Minardi

Per Maranello sarebbe un grande colpo avere in squadra due grandi piloti per puntare sia al titolo piloti che costruttori, portando via alla concorrenza il principale attore e avversario. In alternativa l’idea giovane di Leclerc mi piace molto che, a sua volta, liberebbe un posto in Sauber per Giovinazzi” prosegue il manager faentino che si dice sempre più convinto di un ritiro dalla F1 del neo-vincitore della 24 ore di Le Mans Fernando Alonso “McLaren avrà bisogno di un top driver così come la Renault. Potrebbe essere un mercato scoppiettante, ma molto dipenderà da Hamilton

F1 | Gp Francia, PRESENTAZIONE di Gian Carlo Minardi

Con le prove libere di venerdì la Francia ritroverà, dopo dieci anni, il suo Gran Premio. La Formula 1 tornerà però al Paul Ricard, uscito dal calendario nel lontano 1990 col successo di Alan Prost su Ferrari.

Dopo la vittoria a Montreal, Sebastian Vettel guida la classifica mondiale con un punto di vantaggio su Lewis Hamilton. Il Mondiale ricomincia e sarà importante non commettere errori e la Ferrari dovrà continuare a fare la corsa sul britannico di casa Mercedes. La Red Bull, che ha annunciato la nuova collaborazione con Honda a partire dal 2019, abbandonando la Power Unit Renault, potrebbe essere svantaggiata rispetto alle dirette avversarie proprio sul fronte motore, anche se Ricciardo e Verstappen restano avversari temibili nonché possibili arbitri del mondiale.

Sul fronte Costruttori, a Maranello hanno bisogno del contributo di Raikkonen che dovrà cambiare approccio ai GP portando punti importanti alla squadra. Diversamente si farà fatica a vincere il titolo nonostante una macchina che si sta dimostrando competitiva.

Si torna su un tracciato rinnovato nelle strutture e sul fronte sicurezza, anche se in queste settimane erano in corso dei lavori per sostituire parzialmente l’asfalto nelle vie di fuga in favore della ghiaia. Il layout sarà quello utilizzato fino al 1985, anno del mio debutto in F1, con la prima variante “Verriere” resa più lenta e il lunghissimo rettilineo Mistral è stato “spezzato” da una chicane.

Sul fronte gomme la Pirelli porterà le Soft, le Supersoft e le Ultrasoft col battistrada ribassato di 0,4 millimetri che in Spagna hanno fatto tanto discutere. Negli ultimi GP le gomme hanno disatteso le aspettative sul numero di pit-stop, degrado e differenza di prestazione tra una mescola e l’altra.

A partire da questo fine settimana, la griglia di partenza si arricchisce di un nuovo titolo, grazie alla vittoria di Fernando Alonso alla 24 Ore di Le Mans.

Gian Carlo Minardi

F1 | GP Francia 1994, Piero Martini conquista il quinto posto

Il prossimo fine settimana la Francia tornerà ad ospitare le monoposto di Formula 1 in occasione dell’ottava tappa del mondiale, a dieci anni dall’ultima edizione sul tracciato di Magny-Cours vinta da Felice Massa su Ferrari davanti a Lewis Hamilton e Kovalainen, entrambi su McLaren-Mercedes.

A riportare i transalpini nel calendario sarà il tracciato del Paul Ricard che nell’ultima edizione del 1990 vide trionfare Alain Prost su Ferrari.

Per i colori del Minardi Team il gran premio di Francia è sinonimo del quinto posto conquistato da Pierluigi Maritini nell’edizione del 1994 (corsa sul tracciato vicino alle cittadine di Magny-Cours e Nevers nel dipartimento della Nièvre in Borgogna), partendo dalla sedicesima posizione. Erano gli anni in cui solamente ai primi sei classificati venivano attribuiti un punteggio. Un risultato incredibile.

All’esordio nel Mondiale nel 1985 del Minardi Team il gran premio di Francia era ospitato a Le Castellett così come le successive cinque edizioni, ma i piazzamenti più importanti arrivano negli anni ’90 a Magny-Cours con il nono posto sempre di Martini nel 1991, l’ottavo posto di Morbidelli l’anno successivo al volante della M192 spinta dal V12 Lamborghini e di Fittipaldi nel 1993 oltre al già citato quinto posto con la M194.

Nel 2003, durante le qualifiche del venerdì, Jos Verstappen porta in vetta la Minardi PS03 sfruttando la pista asciutta e le gomme slick facendo esplodere tutto il box di gioia. In quella stagione le qualifiche si disputavano su due giri veloci, uno il venerdì e l’altro il sabato, successivamente sommati per disegnare la griglia. Dopo un abbondamene acquazzone, sul finale di sessione la pista si asciuga e nel loro unico giro i piloti Minardi abbandonano le mescole rain portando in vetta il team faentino. Un risultato che ci piace ricordare.

Il quinto posto di Martini conquistato in Francia fu molto importante in termini di punteggio. Insieme a Michele Alboreto quella del ’94 fu una stagione positiva conclusa con il sesto posto a Montecarlo e il quinto posto in Spagna. Con l’attuale regolamento gli arrivi a punti sarebbero stati maggiore sia in quella stagione che in molte altre edizioni del gran premio di Francia. A distanza di dieci anni ritorna in calendario in un Paul Ricard rinnovato nelle strutture e lievemente nel layout a fronte della sicurezza anche se in queste settimane erano in corso diversi lavori per sostituire l’asfalto posizionato nelle vie di fugai n favore del ritorno della ghiaia” racconta Gian Carlo Minardi

F1 | Al Paul Ricard torna il battistrada ridotto. Minardi “Pirelli dovrebbe darci delle spiegazioni”

A distanza di dieci anni dall’ultima edizioni vinta da Felipe Massa su Ferrari (sul tracciato di Magny-Cours), torna in calendario in Gran Premio di Francia, sulla pista del Paul Ricard. Contestualmente faranno il loro ritorno le gomme Pirelli col battistrada ridotto di 0,4 millimetri dopo l’esordio nel gran premio di Spagna (vinto dalla Mercedes con Lewis Hamilton) tra non poche polemiche.

Abbiamo interpellato Gian Carlo Minardi “La Pirelli dovrebbe darci qualche spiegazione poiché puntualmente i pronostici sulle strategie e sulla durata delle mescole vengono disattese. Nonostante l’inserimento delle due nuove mescole Hypersoft e Ultra-Hard che hanno fatto a salite a sette la gamma dei pneumatici slick, negli ultimi gran premi è mancata la differenza di prestazione tra una mescola e l’altra. C’è troppa omogeneità che livella le prestazioni a discapito dello spettacolo” commenta

Il Paul Ricard sarà un appuntamento cruciale sotto questo aspetto considerando l’asfalto molto abrasivo, la presenza di alcune curve ad ampio raggio e le mescole scelte dal costruttore milanese (soft, super soft e ultra soft n.d.r). Diversamente diventa inutile avere tutta questa scelta che si tramuta solamente in un costo eccessivo senza un ritorno tecnico” conclusa il manager faentino

Appuntamento quindi tra una settimana col Gran Premio di Francia, ottavo round del mondiale.

Le Mans | Minardi “Toyota corre contro il suo passato”

Questo fine settimana tutta l’attenzione degli appassionati sarà rivota verso il circuito della Sarthe che ospita l’86esima edizione della 24 Ore di Le Mans. Mai come quest’anno vede già la favorita alla vittoria finale: la Toyota TS050-Hybrib che vedrà al via due equipaggi composti da Alonso-Buemi-Nakajima e Conway-Kobayashi-Lopez.

Sarà tutt’altro che una passeggiata per la squadra giapponese, se in una 24 ore possiamo utilizzare questa parola. Dopo il ritiro di Porsche e Audi, partono certamente come favoriti, ma il loro compito non sarà certamente cosa facile poiché le incognite di una maratona come Le Mans sono innumerevoli e imprevedibili. Non dimentichiamoci come sono finite le ultime due edizioni in cui hanno regalato la vittoria ai diretti avversari a poche ore dalla bandiera a scacchi causa ritiri. Il loro principale avversario sarà l’affidabilità, ma avranno certamente fatto tesoro degli errori commessi nel recente passato” analizza Gian Carlo Minardi

Oltre all’affidabilità le due Toyota avranno come avversari principali la Rebellion R13 e la BR “E’ un’edizione della maratona con poche LMP1 in cui mi Toyota dovrà salvaguardare anche la sua immagina correndo su ritmi importati senza risparmiarsi pur di puntare alla vittoria. Diversamente sarebbe una delusione” prosegue il manager faentino.

Occhi puntati su Fernando AlonsoInsieme ad Alonso ci sono tantissimi piloti con un passato in F1 (sono addirittura 24 i piloti presenti in griglia che corrono o hanno corso nel mondiale n.d.r), ma per lo spagnolo quest’edizione potrebbe essere il trampolino di lancio verso nuovi lidi, lontani dalla F1. La non competitività della McLaren e la contestuale non disponibilità di sedili importanti porterà un pilota di 37anni a guardarsi intorno, puntando verso la Indy o le gare endurance dove quest’anno è già impegnato nel FIA WEC. Da quanto si apprende, in casa Ferrari Sebastian Vettel avrebbe imposto il suo veto all’arrivo di Daniel Ricciardo che resterà in Red Bull a fianco di Max Verstappen

Grande interesse per i colori italiani sarà rivolta nella classe GTE Pro, con uno schieramento a tre punte da parte di Ferrari che vedrà l’esordio anche di Antonio Giovinazzi, con una sfida tra Porsche, Ford, Aston Martin e Chevrolet “La sfida in GTE sarà molto interessante, considerando anche la lotta tra Ferrari e Porsche con l’ex Gimmi Bruni, anche se il BoP non sembra essere a vantaggio della vettura di Maranello penalizzata nelle velocità di punta. La Ferrari si presenta al via con tre equipaggi di tutti rispetto capitanati da Rigon e Pier Guidi a cui ci è aggiunto anche Giovinazzi sulla terza Ferrari 488 di AF Corse insieme a Vilander e Derani

F1 | Gp Canada, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi

La Ferrari conquista la terza vittoria stagionale e si riporta al comando della classifica mondiale con Sebastian Vettel che ha ottimizzato al meglio l’intero weekend conquistando pole e vittoria. Una Ferrari che non era partita nel migliore dei modi, ma che è riuscita a ribaltare la situazione tra il venerdì e il sabato con un gran lavoro sia del tedesco che dei suoi tecnici. Deluce Kimi Raikkonen che ha chiuso la corsa alle spalle sia delle due Mercedes che delle due Red Bull.

Sottotono anche Lewis Hamilton che ha sofferto in modo particolare le qualifiche e, di conseguenza, anche la corsa chiudendo solamente al quinto posto. Positiva invece la corsa di Valtteri Bottas e dei due pilota Red Bull. Daniel Ricciardo, nonostante una corsa in difesa, ha chiuso al quarto posto alle spalle di un bravo Verstappen. Saranno l’ago della bilancia in una lotta molto equilibrata tra Mercedes e Ferrari.

Come succede già da qualche gara la Pirelli ha disatteso le aspettative poiché le mescole non hanno mostrato quella differenza di prestazioni che ci si poteva aspettare. Erano attese diverse strategie che puntualmente non si sono verificate. Tra quindici giorni la F1 tornerà in Francia, al Paul Richard, e la Pirelli porterà le mescole con il battistrada ridotto di 0,4 millimetri che hanno esordito in Spagna.

Fernando Alonso ha “festeggiato” il traguardo dei 300 gp con un ritiro, anche se avrà modo di cercare il pronto riscatto tra una settimana in occasione della 24 Ore di Le Mans. Il futuro dello spagnolo è sempre più lontano da questa F1 e potrebbe orientarsi tra le gare endurance o Indy. Le Mans è un traguardo molto ambito tra tutti i piloti che possono vantare uno o più titoli mondiali e per Alonso sarebbe un altro bel traguardo anche se quest’anno è un’edizione più povera vista la mancanza di diversi primi attori. Gli faccio comunque un grande in bocca al lupo e lo seguirà certamente in questa nuova sfida.

Archiviamo un gran premio avaro di emozioni, anche se è una situazione abbastanza normale quando assistiamo ad un livellamento tecnico come quest’anno con Ferrari, Mercedes e Red Bull molto vicine tra di loro. Alle loro spalle invece le sfide non mancano come dimostra anche la classifica di oggi con le due Renault di Hulkenberg e Sainz, la Force India di Ocon e la Sauber di Leclerc alle spalle del finlandese ferrarista.

Appuntamento tra quindici giorni in Francia.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Canada, PRESENTAZIONI di Gian Carlo Minardi

Questo fine settimana la Formula 1 arriva a casa di Gilles Villeneuve, su una pista decisamente diversa da Montecarlo caratterizzata da velocità elevate seguite da frenate importanti che dovrebbero regalarci sorpassi, dove le condizioni atmosferiche e la safety-car sono terreno fertile per variabili importanti.

Un gran premio che parte già in salita per Daniel Ricciardo e la Red Bull, costretta a sostituire la MGU-K andata in crisi durante il gran premio di Montecarlo (vinto comunque dell’australiano), pagando dieci posizioni di penalità sulla griglia. Occhio però a Verstappen che potrebbe diventare il terzo incomodo nella lotta tra Ferrari e Mercedes. La Renault poterà una versione aggiornata della sua Power Unit così come la Mercedes che doterà tutti i team della specifica 2.

Sul fronte pneumatici la Pirelli preannuncia numerosi pit-stop confermando le mescole viste quindici giorni fa con hypersoft, ultrasoft e supersoft. Diversa strategie in casa Ferrari e Mercedes con Maranello che predilige la mescola più morbida, al debutto in Canada, con otto set per ciascun pilota contro i cinque per Hamilton/Bottas.

Sono state due settimane interessanti contraddistinte dall’annuncio del cambio di casacca “speedy” di Simone Resta che saluta Maranello per approdare immediatamente alla Sauber. Questa operazione mi fa pensare che sia un’ulteriore passo verso il ritorno concreto dell’Alfa Romeo in F1 che proprio in questi giorni ha lanciato la nuova supercar 8C. La Ferrari ha bisogno di un junior team, soprattutto dopo quanto visto nel principato col sorpasso facile di Hamilton ai danni di Ocon al volante della sua Force India motorizzata Mercedes.

Sinceramente non mi scandalizzo per questi episodi poiché ci sono sempre stati anche tra Red Bull e Toro Rosso. La Mercedes sta investendo molto denaro sia in piloti che nella Force India che ha chiuso gli ultimi due campioni al quarto posto, quindi mi auspico che presto anche la Ferrari vada in questa direzione aiutata, magari, da una Sauber più competitiva. Inoltre un maggiore coinvolgimento di Maranello potrebbe essere anche un aiuto per i nostri piloti.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Montecarlo, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi


Con la vittoria nel gran premio di Montecarlo, Daniel Ricciardo raggiunge Hamilton e Vettel a quota due successi ciascuno e la differenza nel punteggio è data solamente dai vari piazzamenti, aprendo ad un campionato estremamente interessante con la Red Bull che diventa l’ago della bilancia nella lotta tra Mercedes e Ferrari.

Sarà interessante vedere come si comporterà adesso il team, considerando che Max Verstappen è già fuori dai giochi. Imperdonabile il suo errore a pochi minuti dalla fine delle Prove Libere 3 col quale ha compromesso l’intero suo weekend. Dopo tre stagioni trovo inaccettabile quell’errore e in Red Bull dovrebbero intervenire anche perché il futuro di Ricciardo è sempre più lontano da Milton Keynes, ma sempre più vicina a Marenallo. Qualora si concretizzasse l’addio, Marko ed Horner dovranno risolvere un problema non di poco conto sul fronte pilota, che si aggiunge all’incognita fornitura power-unit. Hanno ancora un opzione nei confronti di Carlos Sainz jr, attualmente impegnato col team Reanult, ma per la prima volta potrebbero dover optare per un pilota fuori dal loro ambiente.

Abbiamo assistito ad un gran premio estremamente tecnico e competitivo con cinque vetture racchiuse in sei secondi. Con questi numeri, in un tracciato come Montecarlo, è praticamente impossibile assistere a sorpassi al vertice. Con autorevolezza e determinazione Ricciardo si è conquistata la vittoria nonostante i problemi sulla sua vettura, con Vettel ed Hamilton che chiudono alle sue spalle.

Resto sempre più perplesso da queste gomme. La differenza suI tempo sul giro tra Hypersoft, Ultrasoft e Supersoft è stata praticamente nulla.

Tra quindi giorni si torna in pista col Gran Premio del Canada

Gian Carlo Minardi