Minardi.it incontra Luca Badoer “Minardi, team principal eccezionale”

32 gran premi col Minardi Team, tra le stagioni 1995 e 1999, e un grande rammarico legato al Gran Premio d’Europa sul tracciato del Nurburgring per Luca Badoer. Prosegue il nostro cammino tra i piloti che hanno contribuito a scrivere la storia del team faentino fondato da Gian Carlo Minardi. Insieme a Luca abbiamo parlato certamente del suo periodo a Faenza, ma anche dell’ impegno al volante del Cavallino Rampante

Nel 2010 hai annunciato il tuo ritiro in qualità di tester Ferrari, dopo 12 anni. Hai ancora dei contatti con Maranello e di cosa ti occupi oggi?
Nel 2010 ho annunciato il ritiro dal ruolo di test Ferrari, ma la collaborazione con Maranello è proseguita anche nei quattro anni successivi nello sviluppo delle vettura GT. Dall’anno scorso lavoro nell’azienda di famiglia

Facciamo un passo indietro, al 1994, quando diventi tester Minardi per poi essere promosso a pilota ufficiale l’anno successivo.  Cosa ti ha portato a scegliere il team di Faenza e cosa ti ha colpito?
Innanzitutto era un team Italia e Gian Carlo Minardi viveva la sua esperienza in Formula 1 con grande passione. Per me rappresentava certamente una buona opportunità, in prospettiva ’95. Effettivamente insieme abbiamo raccolto dei buoni risultati. Io ero ancora giovane e ho avuto la possibilità di imparare molto. Esperienza positiva

Sei poi tornato a Faenza dopo 5 anni, nel 1999
In quel periodo ero anche sotto contratto con la Ferrari in qualità di tester. Gian Carlo mi ha voluto fortemente con se e questo mi ha fatto enorme piacere. Da parte mia ero ben contento di far ritorno a Faenza. Ancora una volta è stato un anno positivo.

…. negli occhi di tutti gli appassionati resta quel “maledetto” gran premio d’Europa. A pochi giro dal traguardo eri in quarta posizione.
Fa parte di quegli episodi che non si possono dimenticare. A pochissimi giri dalla bandiera a scacchi eravamo in lotta per il podio, ma purtroppo si ruppe il cambio. Avremo potuto raggiungere un risultato strepitoso per un piccolo team. Inoltre non dobbiamo ricordare che in quegli anni i punti li prendevano solamente i primi sei…

Cosa hai pensato in quel momento e cosa ti disse Gian Carlo Minardi al rientro ai box?
Non me lo ricordo, ma fu un trama per tutto il team. In prima persona per me. Stavamo facendo qualcosa di straordinario. Un brutto colpo.

Quel risultato, avrebbe potuto cambiare la tua carriera in Formula 1?
Difficile da dire. La carriera in Formula 1 te la costruisci con le prime scelte e purtroppo io non  sono stato molto fortunato. Ho debuttato con Scuderia Italia, con una vettura disastrosa che forse mi ha precluso il cammino. Il podio del Nurburgring ’99 avrebbe potuto aiutare, ma comunque ero già collaudatore Ferrari. La mia strada era disegnata.

Hai corso per Scuderia Italia, Minardi, Forti e Ferrari. Qual ‘è il punto di forza che ricordi del team di Faenza?
Il mio ricordo è quello di una struttura piccola, ma ben organizzata e con una grande passione. Gian Carlo Minardi è stato un team manager eccezionale. Ancora oggi lo incontro con molto piacere

Nel 2009 hai sostituito Felipe Massa al volante della F60 durante il Gran Premio di Valencia. Un italiano al volante della rossa in un gran premio. Un sogno che diventava realtà?
Si, un sogno che si è presto trasformato in un incubo…

Che difficoltà hai incontrato?
Arrivavo da un periodo di stop lungo sette mesi poiché i test iniziavano ad essere vietati. Non conoscevo la vettura e la F60 era difficile e poco competitiva. Eravamo le prime apparizioni del kers. Alla fine non mi sento di avere colpe poiché chi mi ha sostituito non ha fatto melgio. Era una macchina che richiedeva molti test per capirla e interpretarla al meglio

Anche quest’anno l’Italia non sarà rappresenta da piloti in F1 anche se saranno presenti nei campionati internazionali più importanti come GP2, GP3 e F3 Europea. Cosa pensi sia dovuto?
Difficile dare una risposta poiché non sono la persona adatta. Certamente è triste non avere dei nostri ragazzi protagonisti nel mondiale

Manca anche un team come la Minardi che puntava molto sui giovani?
Sicuramente. Soprattutto manca un personaggio come Gian Carlo Minardi che scommetteva sui giovani. Non aveva paura di puntare sui debuttanti.

Cosa pensi della Formula 1 moderna e sei d’accordo sul divieto ai test, spostando quindi tutto sul virtuale?
Fosse per me tornerei subito a liberalizzare i test. Si parla tanto di riduzione, ma contemporaneamente si costringono i team a dotarsi di questi simulatori e software all’avanguardia e costosissimi. A volte vengono prese delle decisioni con troppa leggerezza. Per quanto realistici, è sempre meglio scendere direttamente in pista. Nella mia avventura in Ferrari ho coperto qualcosa come 135.000 km, di cui 32.000 solamente in una stagione.

 

Renault conferma le indiscrezioni su Alonso

Gli Champs Elysées di Parigi sono stati il suggestivo scenario scelto dalla Renault per inaugurare il nuovo corso nel Mondiale di Formula 1.

La nuova RS16 sarà affidata alla giovane coppia Kevin Magnussen e Jolyon Palmer con Esteban Ocon, vincitore dei titoli del FIA European F3 e GP3 Series nel 2014 e 2015, nel ruolo di terzo pilota e tester. Proprio negli ultimi giorni in danese ex-McLaren è stato scelto per sostituire Pastor Maldonado, “orfano” del sostegno della compagnia petrolifera di stato PDVSA, tornando così nel Circus da pilota ufficiale dopo un anno

La presentazione è stata anche l’occasione per parlare dei programmi futuri del team e Carlos Ghosn ha confermato le indiscrezioni su Fernando Alonso, già anticipate da Gian Carlo Minardi alle colonne di www.minardi.it nel mese di dicembre Mi piacerebbe sicuramente firmare con Fernando Alonso. Durante i nostri anni in Formula 1 abbiamo lavorato e conosciuto molti piloti e Fernando e uno dei migliori

Nel 2005 e 2006 lo spagnolo ha regalato gli ultimi due titoli alla casa francese, obiettivo poi mancato nel 2008 e 2009 in occasione del suo ritorno ad Enstone, prima di passare nelle fila di Maranello  e Woking. Fernando è reduce da una stagione disastrosa con la McLaren-Honda e il 2016 sarà l’anno della verità.

La nuova livrea “all black”, con qualche richiamo al giallo, ha certamente stupito, ma da quello che si apprende quasi certamente sarà cambiata in vista del Gran Premio d’Australia. Anche la vettura mostrata è solamente una showcar realizzata sul telaio 2015. La RS16 sarà visibile solamente in occasione dei primi test di Barcellona

Mark Webber, un sogno chiamato Le Mans

Fresco del titolo World Endurance Championship al volante della Porsche 919 Hybrid LMP1, nell’intervista rilasciata ai microfoni di www.minardi.it, Mark Webber ci ha anticipato gli obiettivi 2016 con la casa di Stoccarda mettendo in prima linea la conquista della 24 Ore di Le Mans, sfuggita la scorsa stagione.

Le Mans è un evento speciale e l’atmosfera è unica. salire sul podio davanti a migliaia di appassionati è un’esperienza pazzesca. E’ una lunga e intensa settimana e la gara è incredibilmente difficile da preparare. Sarebbe molto bello vincerla quest’anno. E’ una sfida enorme e un bel fiore all’occhiello per la mia carriera, visto che l’età avanza  e non avrò ancora molto occasione” ci raccontava l’australiano. La carriera di Mark era iniziata nel 2002, al volante del Minardi Team. Fin dalla prima gara di Melbourne, davanti al pubblico di casa, era riuscito a mettersi in evidenza portando la sua PS02 al quinto posto regalando alla scuderia faentina due punti mondiali preziosi “La parentesi nel Minardi Team è stato un periodo speciale per la mia carriera. Abbiamo ottenuto  buoni risultati e mi è piaciuto lottare con team più blasonati. Gian Carlo mi ha sempre dato buoni consigli

Il cammino in Formula 1 è proseguito ininterrottamente sino al 2013 passando per Jaguar, Williams e Red Bull con un totale di 217 gran premi e 9 vittorie, 42 podi, 13 pole position e 19 giri veloci in gara. “Rispetto a quanto succede in Formula 1, l’atmosfera nel WEC è più rilassata. I piloti lavorano verso il medesimo obiettivo e con gli ingegneri c’è un grande scambio di informazioni. La rivalità vissuta nel Circus, qui è inesistente” sottolinea Webber riferendosi in particolar modo alla stagione 2013 e alla lotta col compagno Vettel. Si sofferma poi sulle differenze tra le due vetture “Il passaggio alla Porsche 919 Hybrid ha richiesto processo di adattamento graduato, soprattutto nei primi mesi. Le LMP1 sono vetture più pesanti, ma al tempo stesso molto veloci. La sfida più importante è stata la condivisione dell’abitacolo con altri piloti. Bisogna arrivare a dei compromessi sulla posizione del sedile o della pedaliera, e sul set-up

La nuova stagione scatterà il 17 aprile con la 6 Ore di Silverstone, il primo dei nove appuntamento del FIA WEC, per proseguire a Spa-Francorchamps, Le Mans,  Nurburgring,  Città del Messico, Austin, Fiji, Shanghai e Bahrain “L’anno scorso la vittoria in Germania è stata la chiave di volta. A febbraio inizieremo i test con al vettura nuova, che sarà un’evoluzione. Partendo da una buona base tecnica gli ingegneri si sono concentrati in altri settori come sospensioni, peso ed efficienza aerodinamica,” conclude il driver australiano “Far parte del programma Porsche LMP1 è molto gratificante. Mi piacerebbe confrontarmi in pista con Ferrari e BMW

WEC – Mark Webber chiama Ferrari e BMW tra le LMP1. Intervista esclusiva

Fresco del Titolo Mondiale Endurance WEC al volante della Porsche 919 Hybrid, anche la carriera di Mark Webber è partita da Faenza. Era il 2002 quando l’australiano faceva il suo debutto nel Circus al volante della PS02 con un esaltante quinto posto. In un’intervista esclusiva rilasciata alle colonne di www.minardi.it, Mark ha ripercorso la sua stagione col Minardi Team, la vittoria dell’anno scorso e gli obiettivi per il 2016

Complimenti per il titolo di Campione del Mondo Endurance con Porsche. Un ritorno alle gare endurance straordinario. In quale momento della stagione, hai capito di poter vincere il mondiale?
Dopo aver ottenuto dei risultati incoraggianti nella parte finale del 2014, durante la gara di Silverstone che ha aperto il nostro 2015 non eravamo del tutto a posto. Per questo abbiamo lavorato duramente per migliorare la nostra 919 in tutti i settori, dimostrando di aver raggiunto una buona affidabilità proprio a Le Mans. In Germania è arrivata la prima vittoria. A quel punto abbiamo iniziato a capire di essere sulla strada giusta per il titolo

Facciamo un passo indietro. Nel 2002 hai debuttato nel Mondiale di Formula 1 con un fantastico 5° posto. Ci racconti quel week-end e la soddisfazione dei primi punti alla prima gara?
E’ stato un periodo speciale per la mia carriera. Conquistare i primi due punti, al debutto in Formula 1 e davanti al pubblico di casa. Ricordo ancora le parole che mi disse Stoddy (Paul Stoddart  ndr) “Senti amico, per me sarebbe un sogno portare questa macchina in fondo alla gara” Dopo la partenza ci fu un incidente  alla prima curva e, anche se ero riuscito a passare, la mia macchina aveva riportato qualche danno. Nonostante tutto siamo arrivati fino alla bandiera a scacchi, in quinta posizione. Risultato incredibile. La reazione del pubblico è stata incredibile. Un modo speciale per iniziare la mia carriera in Formula 1

Quando  è avvenuto il primo incontro con il Minardi Team F1?
A fine gennaio 2002. Era la prima volta che visitato la factory di un team italiano. Ero veramente contento poiché stavo diventando un pilota di F1

Dopo la Minardi, sei passato in Jaguar, Williams e Red Bull. Cosa ti ha insegnato l’esperienza di Faenza?
Sicuramente la sua tenacia, nonostante un budgtes molto ristretto. All’interno del team tutti lavoravano alacremente per preparare al meglio le vetture. Nella stagione abbiamo conquistato buoni risultati e mi sono divertito a correre contro team più blasonati.

Hai un ricordo particolare legato a Gian Carlo Minardi?
Gian Carlo è una persona con una grandissima passione per questo sport. Tutti i valori del team arrivavano da lui. C’era una grandissima voglia di far bene e per i piloti ha fatto un lavoro molto importante. Anche se il suo inglese non era buono, così come il mio italiano, mi dava sempre consigli. Ho sempre avuto un buon rapporto con lui

Torniamo al WEC. Hai dovuto cambiare il tuo stile di guida e il tuo approccio alla gara per adattarlo alla Porsche 919 LMP1?
Il passaggio dalla F1 al WEC ha richiesto un grande processo di adattamento, soprattutto nei primi mesi. Dover condividere la vettura con altri piloti era una sfida nuova per me. Bisogna sicuramente arrivare a compromessi sulla posizione del sedile o della pedaliera, e sul set-up in base a ciascun stile di guida.  Un qualcosa di nuovo a cui bisogna adeguarsi gradualmente. Il periodo in Formula 1 da pilota “individuale” mi è piaciuto molto, ma in questa fase della carriera è stimolante condividere le sensazioni coi compagni e con gli ingegneri, per raggiungere il massimo risultato tutti insieme. Le LMP1 sono molto più pesanti rispetto ad una monoposto e anche la posizione di guida è diversa. Tuttavia sono molto piacevoli da guidare, le velocità sono elevate e la costanza è la vera chiave. In queste categorie, come pilota, bisogna essere estremamente versatili adattandosi alle varie circostanze, come guidare alle 3.00 del mattino oppure cambiare la strategia facendo un triplo stint.

Hai sfiorato anche il successo nella 24Ore di Le Mans. Qual è stato il momento più significativo dello stagione?
Le Mans è un evento speciale. E’ una lunga e intensa settimana e la gara è incredibilmente difficile da preparare.  Il team è chiamato ad uno sforzo importante.  La vettura n.18 ha accusato un problema , mentre le n.17 e 19 si sono dimostrate solide. L’atmosfera è unica e salire sul podio davanti a migliaia di appassionati è un’esperienza irreale. Aver vinto il Campionato del Mondo Endurance all’ultima gara in Bahrain è stato il momento migliore della stagione. Risultato incredibile anche per Porsche che, al secondo anno nel WEC, si è aggiudicata il titolo Costruttori. Sono orgoglioso di aver vinto il Titolo di Campione del Mondo con uno dei marchi più prestigiosi

Com’è l’atmosfera nel Mondiale FIA WEC rispetto alla Formula 1?
C’è un’atmosfera molto accogliente nel paddock e i costruttori hanno un grande rispetto l’uno dell’altro. All’interno del team poi tutti lavorano per lo stesso obiettivo, ovvero portare le due vetture più in alto possibile. Completamente diverso rispetto a quanto succede in F1. Le comunicazioni tra le due vetture sono aperte e c’è un grande scambio di informazioni tra piloti e ingegneri. La rivalità all’interno del team conosciuta in F1 è praticamente inesistente. Tutti lavorano verso un’unica direzione.

A Silverstone, il 17 aprile, partirà il WEC. Hai già visto e provato la nuova Porsche? Su cosa state lavorando per migliorare una vettura che si è già dimostrata velocissima e affidabile?
Non ho ancora visto la vettura 2016, poiché inizieremo i test a febbraio. Sarà un’evoluzione di quella dell’anno scorso poiché partiamo da una buona base tecnica che ci permette di concentrare gli sforzi in altri settori, come l’efficienza aerodinamica, sospensioni, peso ecc

Quale altro costruttore ti piacerebbe vedere correre in LMP1?
Ferrari e BMW. Ferrari perché da sempre costruisce auto sportive e BMW perchè potrebbe mettere in risalto le sue tecnologie volte al futuro. Sarebbe fantastico avere entrambi  e poter competere con loro in LMP1.

Dopo aver corso con successo in Formula 1 e vinto il Mondiale piloti Endurance, quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Sarebbe molto bello vincere la 24 Ore di Le Mans. E’ una sfida enorme e un bel fiore all’occhiello per la mia carriera, visto che l’età avanza. Correre mi diverte ancora molto e far parte del programma Porsche LMP1 è molto gratificante.

L’Italia c’è!

Anche se nel 2016 in Formula 1 l’Italia non sarà presente coi suoi piloti, a livello internazionale la situazione è molto diversa, con cinque alfieri, già al momento confermati, nei tre campionati più importanti: GP2 Series, GP3 Series e FIA Europenan F3.

Una segnale forte che dimostra quanto il “bel paese” sia ancora in grado di preparare e far crescere i suoi ragazzi “E’ il frutto anche del lavoro della Federazione degli ultimi anni e la dimostrazione che l’Italia non ha niente da invidiare alle altre nazioni” commenta Gian Carlo Minardi “Per arrivare in Formula 1, purtroppo, oltre le qualità tecniche dei piloti, occorrono budget economici elevati e servirebbe un team minore pronto a scommettere e scovare i piloti più talentuosi. Come Federazione stiamo lavorando per aiutare, almeno in parte, i nostri ragazzi anche sul lato economico attraverso borse di studio” prosegue il manager faentino “L’anno scorso è partito il progetto ACI Team Italia, che proseguirà anche quest’anno. Non è una consolazione, ma la situazione non è migliore fuori dai nostri confini. Stoffel Vandoorne, autore di un’ottima stagione in GP2, in questi gironi impegnato nei test Pirelli al Paul Ricard con la McLaren, ha dichiarato di non esser sicuro di entrare nel mondiale neanche nel 2017

Antonio Giovinazzi e Raffaelo Marciello saranno presenti in GP2 Series rispettivamente coi colori di Prema e Russian Time. Se per Marciello il 2016 dovrà essere l’anno del riscatto dopo una stagione complicata, per Giovinazzi sarà l’esordio nell’anticamera della F1 dopo la positiva stagione nel FIA European F3 e il successo nel Master F3 “Mi ha fatto molto piacere leggere l’annuncio di Prema per Giovinazzi, anche se sono un po’ amareggiato poiché già 4 anni fa avevo caldeggiato la candidatura di Antonio a Team e organizzazioni importanti, quando lo vidi a Imola, all’età di 16 anni e mi fece una ottima impressione.”

Dopo l’ottavo posto conquistato l’anno scorso, Antonio Fuoco sarà nuovamente al via nella GP3 Series con il team Trident, mentre è in fase di definizione il programma di Luca Ghiotto, vice campione GP3 Series. Il pilota veneto avrebbe piacere di firmare il suo debutto in GP2, prossima Formula 2, ma potrebbe restare ancora una stagione in GP3 con l’obiettivo di vincere il titolo. Sul fronte FIA European F3, Alessio Lorandi proseguirà la sua crescita “Sarà driver del Team Carlin, uno dei top team del campionato. Anche lui arriva dal kart e al primo anno in F3 ha fatto molto bene nonostante la giovanissima età”

Gian Carlo Minardi “Manor chiamata ad uno sforzo importante”

Sul circuito del Paul Ricard, in occasione dei test Pirelli dedicati alle nuove gomme rain, Ferrari, Red Bull e McLaren hanno aperto la stagione 2016 in attesa del primo test collettivo ufficiale in programma tra poco meno di un mese in terra spagnola.

Vettel, Raikkonen, Ricciardo e Kvyat si sono smezzati il lavoro in casa Ferrari e Red Bull, mentre Vandoorne si è calato nell’abitacolo di una McLaren ancora alle prese con problemi alla power-unit ed elettronici “Giorno dopo giorno ci avviciniamo al primo appuntamento ufficiale, coi team impegnati a superari i crash test ed ultimare le verifiche in galleria. Ferrari, Red Bull e McLaren hanno iniziato a togliere un po’ di “ruggine” prendendo parte ai test Pirelli” commenta Gian Carlo Minardi, raggiunto dai microfoni di www.minardi.itBisogna considerare che la pista è stata bagnata in modo costante, mentre l’intensità della pioggia è variabile. I primi due giorni di test in casa McLaren sono stati condizionati ancora da problemi di affidabilità, a dimostrazione che qualcosa continua a non funzionare” Si preannuncia una stagione interessante che ci consegnerà undici team in griglia di partenza, grazie alla new entry Haas. In una Formula 1 molto silenziosa la Manor Racing è riuscita a ritagliarsi una buona fetta di visibilità grazie agli annunci degli ex-ferraristi Tombazis e Fry “E’ la dimostrazione che da quest’anno non basterà più fare presenza per entrare nella top ten dei costruttori. L’arrivo di Haas costringe il team di Banbury  ad investire poiché il solo motore Mercedes non sarà sufficiente a fare il salto in avanti. Una situazione che conosco fin troppo bene poiché, salvo gli ultimi anni, abbiamo sempre dovuto lottare con sviluppi costanti per poterci aggiudicare i diritti televisivi”

Per il mese di febbraio sono attese comunicazioni ufficiali in casa Renault, che dovrebbero portare Alain Prost sul muretto, come già anticipato da Gian Carlo Minardi negli ultimi giorni dell’anno.

E’ il momento delle azioni concrete

E’ inutile nascondersi dietro un dito. La Formula 1 si trova in un momento di confusione e instabilità, tra sponsor che scappano insieme agli appassionati e conti che difficilmente tornano. Ogni giorno leggiamo tutto e il contrario di tutto.  Sentiamo sempre più spesso la frase “riduzioni dei costi” ma in concreto, alla fine, c’è ben poco.

Strategy Group e F1Commission fanno fatica a prendere delle decisioni importanti, che possano dare una svolta. Siamo di fronte ad una situazione economica non facile, tra crisi petrolifera, aziende che orientano gli investimenti verso orizzonti meno costosi, recessioni negli investimenti televisivi e scandali come per Volkswagen e Renault. Anche FCA però non è in un momento facile, essendo davanti a scadenze importanti.

C’è tanta carne al fuoco, ma sarebbe ora di concludere con proposte serie e professionali. In questo momento si sta giocando una partita sui motori, ma ho l’impressine che i team inglesi vogliano dirottare l’interesse verso il loro punto di forza maggiore: l’aerodinamica attraverso cambiamenti radicali. A Ginevra intanto si è raggiunta l’intesa per proseguire con le Power-Unit fino al 2020 con l’intento di abbassare i costi fissando un prezzo per la fornitura, attraverso la standardizzazione di alcune componenti e blocco dello sviluppo. Spendere oltre 20 milioni solo per il propulsore lo trovo veramente ingestibile e sarebbe impossibile proseguire su questa strada.

Sul fronte dello spettacolo, i team avrebbero chiesto ai commissari di essere più clementi coi piloti. Sono contento di non essere l’unico ad aver posto l’attenzione su questo aspetto, soprattutto durante l’ultima stagione. La Formula 1 è diventata grande proprio grazie ai duelli. Diventa però importante avere sempre gli stessi giudici, in tutti i gran premi.

Con un sorriso in più, ci prepariamo a vivere e seguire da vicino un’altra intensa stagione di Formula 1 … e che vinca il migliore.

Giocando coi numeri

In questi giorni di apparente tranquillità, aspettando con trepidazione la presentazione delle nuove monoposto, a poco più di dieci anni dall’ultimo gran premio del Minardi Team F1 ho voluto giocare coi numeri e le statistiche.

Naturalmente è stato un vero gioco, ma i numeri che sono emersi sono simpatici e da una parte mi gratificano, considerando anche il sistema punteggio di quegli anni, le risorse economiche ridotte e le varie difficoltà nel reperire motori e gomme. Se da una parte il team Minardi è al primo posto come numero di gran premi disputati senza conquistare alcun podio (siamo infatti arrivati tre volte al quarto posto) dall’altro occupiamo ancora la settima posizione, alle spalle di colossi del calibro di Ferrari, McLaren, Williams, Lotus, Tyrrel e Brabham, come numero di gran premi disputati in totale. 340 gran premi, contro i 326 di Liguer, 311 di Sauber e 300 di Renault, che proprio quest’anno tornerà come costruttore. Nella classifica punti, rientriamo nella Top 40, col 36esimo posto davanti a Prost Gp, Toleman, Footwork. Ci sono volute 73 gare prima di disputare un giro in testa (1989 – Gp Portogallo con Martini) contro i 178 di Sauber e 82 della BAR.

Sul fronte piloti, Pierluigi Martini è al quattordicesimo posto come numero di gran premi corsi col medesimo costruttore (103) su 118 partenza nella sua carriera in Formula 1 che lo collocano in 48esima posizione assoluta (primo è Barrichello con 323 Gp) e al sesto posto tra gli italiani. Nella Top six dei debuttanti più giovani, il Minardi Team è rappresentato da Fernando Alonso (19 anni e 218 giorni) ed Esteban Tuero (19 anni e 320 giorni). Niente male

Come dicevamo sono solamente numeri, ma se vogliamo continuare a giocare coi “se” notiamo che col sistema di punteggio attuale, la Minardi sarebbe andata a punti fin dalla stagione di esordio grazie ad un ottavo posto in Australia di “Piero” Martini. In ventuno stagioni, solamente nel 1987 non avremo raggiunto la Top-10. L’altro grande rammarico è legato alla fornitura del motori. Oggi i costruttori sono obbligati a fornire Power-Unit tutte uguali, salvo deroghe fatte ad hoc, come nel caso di Toro Rosso per il 2016. Come Minardi, già anni avevamo tentano (invano purtroppo) di porre l’attenzione verso questa regola, poiché eravamo costretti a correre con propulsori vecchi anche di tre generazioni. Nonostante tutto però, in alcune circostanze, siamo riusciti a stare davanti a costruttori ben più blasonati. Piccole soddisfazioni.

Con un sorriso in più, ci prepariamo a vivere e seguire da vicino un’altra intensa stagione di Formula 1 … e che vinca il migliore.

L’annosa questione dei motori

La scorsa stagione non sarà ricordata solamente per il dominio Mercedes e per il terzo titolo mondiale di Lewis Hamilton, ma anche per la forte diatriba legata alla fornitura delle Power-Unit, con protagonisti gli uomini della Red Bull.

Dopo aver aspramente criticato la Renault, Horner & C. avevano bussato alla porta di Mercedes e Ferrari, ricevendo però in cambio una fornitura datata di un anno, oltre che il “benservito” da parte dello stesso presidente Carlos Ghosn. Una soluzione insostenibile per un team i cui intenti sono quelli di vittoria, dopo aver dominato la scena per quattro stagioni consecutive, con gli ultimi due anni lontani dalle posizioni di vertice. Come sappiamo, dopo un tira e molla, è tornata la pace (pagata a peso d’oro) tra i “bibitari” e il costruttore transalpino. Situazione diversa per la Toro Rosso che tornerà ad ospitare il Ferrari, con fornitura 2015 grazie ad una deroga “La fornitura delle motorizzazioni clienti è una situazione che conosco fin troppo bene. Escludendo la parentesi “Motori Moderni” in cui ci trovammo a combattere, con un motore privato costruito e sviluppato da zero, contro case automobilistiche ufficiali del calibro di Ferrari, Honda e BMW, dal 1988 in avanti abbiamo sempre avuto propulsori clienti che pagano almeno 70-80 CV” ricorda Gian Carlo Minardi

Anche nel 1991, coi motori Ferrari, eravamo tre step indietro. In quegli anni, inoltre, a fare la grande differenza erano anche la benzina e i lubrificanti. Per anni ci siamo battuti affinché i costruttori fornissero a tutti le stese motorizzazioni” Praticamente come succede da qualche anno, salvo deroghe “Prima dell’introduzione delle PU, l’utilizzo delle medesime motorizzazioni aveva portato ad un livellamento delle prestazioni, e anche i team privati potevano togliersi grandi soddisfazioni, come la Brawn Gp ci ha fatto vedere” prosegue il manager faentino Con piacere però, nonostante i motori clienti, ci siamo tolti delle soddisfazioni” come la prima fila conquistata da Martini nel 1990 durante le qualifiche a Phoenix, il quarto posto di Estoril e il quinto di Webber nel 2002 a Melbourne che piazzò la sua Minardi PS02 davanti alla Toyota nonostante un Asiatech “In alcune occasioni, con motorizzazioni ufficiali, avremo potuto essere molto competitivi

Pronti a partire

Anche se i motori sono ancora spenti, la stagione 2016 del Mondiale di Formula 1 entra nel vivo, in preparazione del primo test collettivo del 22 febbraio in Spagna. Il team di Gene Haas ha tagliato il primo traguardo verso Melbourne, con l’esito positivo del crash-test. “Tutte le scuderia stanno lavorando alacremente per portare in pista la nuova vettura per i test spagnoli, programmando anche gli sviluppi in vista del gran premio di Melbourne.

Diversamente da quanto succedeva anni addietro, per partecipare ai test colletti è fondamentale avere l’omologazione FIA della scocca superando tutti le verifiche” analizza Gian Carlo Minardi “stando nel limite del peso consentito dai regolamenti. Nella mia storia solo in una circostanza non superammo le verifiche al primo tentativo. Era il 1991 e, per un errore di valutazione, durante la prova di decelerazione si ruppe il “poggia-schiena” dov’era alloggiato il serbatoio. Questo problema ci rallentò non poco, ma riuscimmo a limitare i danni poiché in quegli anni l’omologazione per correre doveva arrivare prima del week-end inaugurale della stagione. Oggi non è più così. Per questo è un traguardo importante

In quanto matricola, il team americano sarà l’osservato speciale “Debuttare con un calendario di 21 gare non è cosa facile, sia sotto l’aspetto economico che logistico. Hanno attinto energie da uomini con esperienza in F1 e, da quello che si legge, vogliono estremizzare l’organizzazione con al massimo 200 persone. Questa gestione mi trova d’accordo, poiché sono contrario ad organici formati da 400-500 o 1000 persone, per costruire due vetture

Nelle settimane scorse Gian Carlo Minardi è stato ospite della Toro Rosso, tornando per un attimo a “casa”, in via Spallanzani “Ho potuto visitare i nuovi stabilimenti e mi ha fatto piacere vedere la loro organizzazione. Sono convinto che, grazie al motore Ferrari, potranno fare un salto in avanti sul fronte dell’affidabilità, il vero tallone d’Achille della stagione passata. Gli sono mancati circa 60-70 punti dovuti, soprattutto ai ritiri di Carlos Sainz nei giri finali per problemi” conclude il manager faentino

F1 – Botti di fine anno. Alonso verso Enstone?

Sono allucinato quando sento Horner dichiarare apertamente che il dominio Mercedes va calmierato poiché offusca l’interesse della Formula 1, oppure un Boullier dire che il Circus è solo per chi se la può permettere. Vorrei ricordare a questi “santoni del Motor-Sport”, che non si lamentavano quando la Red Bull ha dominato la scena per quattro anni consecutivamente (la Mercedes è alla sua seconda stagione) e che senza le difficoltà della piccola Manor, la McLaren si sarebbe trovata all’ultimo posto” commenta Gian Carlo Minardi al sitowww.minardi.it ricordando che, da sempre, il Mondiale è fatto di cicli.

La storia racconta di domini targati Williams, McLaren e Ferrari fino ad arrivare a Red Bull e Mercedes “Fin tanto che i piccoli team hanno chiuso la griglia di partenza, i grandi costruttori animavano la scena. Appena si sono trovate in fondo alla schieramento, per la chiusura dei piccoli team o perché gli stessi indovinavano l’assetto in una gara, sono scappate a gambe elevate, vedi Toyota, BMW, Jaguard e Honda. Sentendo queste esternazioni ho l’impressione che la F1 non sia gestita da grandi professionisti” prosegue il manager faentino che sottolinea l’importanza di intervenire sui regolamenti per dare una stabilità che permetta a tutti di correre, favorendo un’equità nella distribuzione dei premi “E’ allucinante spendere oltre 400 milioni e avere un team di 1000 persone per costruire 2 macchine. Così come è pazzesco pagare 25 milioni le Power-Unit, quando solamente qualche anno fa i propulsori costavano 5-6 milioni. 20 milioni, oggi, fanno la differenza e sono difficili da reperire sul mercato” Stando ai numeri, la F1 oggi non è quel grande investimento come lo poteva essere negli anni ’90 quando garantiva all’azienda un ritorno economico senza pari “Con progetti chiari e tutti liberi di “creare” si potrebbero trovare soluzioni innovative. Gli stessi piccoli team potrebbero portare in pista soluzioni geniali

Chiacchiere che distraggono l’attenzione dai movimenti nel dietro le quinte, che riguardano in particolar modo una Renault molto attiva sul mercato. “Con l’acquisto della Lotus e il ritorno come Costruttore, i transalpini hanno tutto l’interesse di rinforzarsi in ogni reparto. Sono in cerca di risorse umane, tecnici e piloti. Il presidente Carlos Ghosn, sta lavorando per strappare Fernando Alonso alla Honda” Per lo spagnolo si tratterebbe del terzo ritorno ad Enstone. Nonostante le conferme ricevute nelle settimane passate, Pastor Maldonado e Jolyon Palmer non dormiranno sonni tranquilli “Maldonado può contare sui capitali venezuelani che fanno comodo al team. Più complicata la situazione per Palmer. Le informazioni che mi arrivano dalla Francia confermano questa strada, anche se non è di facile risoluzione. Sul fronte Management la Renault, come voci ci confermano, sembra voler puntare su Alain Prost come Team Principal” Il quattro volte Campione del Mondo con McLaren e Williamks avrà importanti incarichi all’interno del team, senza essere azionista, come succede in casa Mercedes con Toto Wolff

F1 – Pagelle di fine anno: PILOTI

Dopo aver analizzato la stagione dei team, passiamo a dare i voti ai piloti. I primi dieci posti sono occupati, a coppie, dai primi cinque team con due Mercedes, due Ferrari, due Williams, due Red Bull e due Force India, con le sorprese di Kvjat davanti a Ricciardo e Perez davanti a quello che doveva essere la rivelazione, Hulkenberg. In casa Williams il finlandese Bottas non ha stracciato il “nonno” Massa.

Anche in questo caso il primo della classe non può che essere un pilota Mercedes, nonché Campione del Mondo per la terza volta

Lewis Hamilton – 9 come per la Mercedes, non merita il voto pieno. Dopo aver gestito il campionato magistralmente, con la conquista del titolo si è rilassato

Sebastian Vettel – 8,5 oltre alle tre vittorie e ai numerosi podi, ha portato alla Ferrari serenità, sfruttando ogni occasione

Nico Rosberg – 8 soprattutto per le ultime sei gare, poiché la prima parte di campionato sarebbe stata da 6. Ha dimostrato di essere un bel pilota. Il suo talento è importante anche per lo spettacolo

Felipe Massa e Valtteri Bottas – 7,5 in diverse occasioni hanno lottato con una macchina in seria difficoltà. Sulla carta Bottas avrebbe dovuto stracciare Massa, ma il brasiliano si è difeso con le unghie

Sergio Perez – 7,5 stagione in crescendo, con risultati importanti. Ha dato una bella svolta alla sua carriera avendo la meglio sul compagno di box, vincitore della 24 ore di Le Mans

Max Verstappen e Carlos Sainz – 7 hanno confermato di essere i due migliore debuttanti, con un potenziale enorme. Per il binomio Toro Rosso- Ferrari sono certamente di buon auspicio. Superati i problemi di affidabilità, potranno portare tanti punti

Kimi Raikkonen – 6 perché gli vogliamo bene, sperando possa trovare gli stimoli per fare una buona stagione. Il 2016 potrebbe essere la sua ultima occasione in F1

F1 – Pagelle di fine anno: TEAM

In questi ultimi giorni del 2015, e in attesa di abbracciare il nuovo anno, insieme a Gian Carlo Minardi abbiamo voluto dare i voti ai protagonisti del Mondiale di Formula 1, concluso col dominio Mercedes. Iniziamo oggi con le scuderie.

Il voto più alto non può che andare a:

MERCEDES  – 9 meritano il voto più alto della classe poiché hanno sbaragliato la concorrenza, ma i tre “regali” fatti alla Ferrari gli negano il 10.

FERRARI – 8 hanno fatto veramente molto per avvicinarsi alle Frecce d’Argento, anche se la strada è ancora lunga. Tre successi stagionali e i numerosi podi forse erano un risultato insperato all’inizio dell’anno. Vettel, Raikkonen e tutto il team sono stati bravissimi a mettersi dietro la concorrenza riconquistando il secondo posto tra i Costruttori

WILLIAMS – 7,5 per il terzo posto in classifica, anche se meriterebbero qualcosa in meno visto il passo indietro rispetto al 2014. Fa un po’ parte del sistema inglese e, specilamente, della Williams. Dopo una stagione positiva con cui hanno ripianato i conti, con il minimo sforzo si sono conquistati il terzo gradino del podio, salvaguardando anche il portafoglio.

FORCE INDIA – 7,5 autori di un campionato fantastico, concluso col quinto posto. Contrariamente alla storicità di un “piccolo” team, hanno chiuso la stagione in crescendo, sicuramente un segnale positivo sia per Perez che Hulkenberg in vista del 2016

RED BULL e TORO ROSSO – 7  l’affidabilità sul fronte del motore e i problemi di telaio hanno limitato Verstappen e Sainz. Diversamente avrebbero potuto superare in classifica la Lotus. In Red Bull Racing invece hanno pagato a caro prezzo l’arroganza e la lingua lunga. Il loro atteggiamento gli é costato ben di più di quanto hanno potuto guadagnare dal quarto posto mondiale. Spero per loro che possano essere aiutati dalla Renault e risalire la china, ma certamente devono cambiare il modo di approcciarsi a questo sport, che non è solo business

LOTUS – 7 per tutte le disavventure affrontate, pur di arrivare a fine stagione. Per loro fortuna è arrivato il salvataggio da parte di Renault. Un voto sia per il sesto posto tra i Costruttori, insperato, sia per aver reagito ai momento più difficili. Lavorare con l’assillo dei giudici e dei sequestri non è certamente facile

SAUBER – 6 di affetto. Erano partiti bene, ma purtroppo si sono persi. Mai incisivi

MCLAREN – 4 forse più per colpa della Honda. Speriamo che l’inverno possa portate consigli, anche se la strada è certamente in salita

MANOR – NC hanno trovato gli stimoli per resistere. Essendoci solamente 10 team iscritti, anche loro si sono aggiudicati una fetta dei diritti televisivi per la prossima stagione