Gian Carlo Minardi “Rimasi folgorato da Alonso”

Per Fernando Alonso il gran premio della Malesia, in programma questo fine settimana, non rappresenterà soltanto il secondo week end stagionale, ma anche il raggiungimento dei suoi primi 200 gp.

Sono già passati dodici anni da quando quel giovanissimo spagnolo (appena 19enne) si affacciava nell’olimpo del Motor Sport grazie a Gian Carlo Minardi che, dopo averlo visto in azione, lo volle follemente con se nel suo team, con cui debutto in F.1 nel 2001 al volante della PS01 “Sono sempre stato molto attento ai risultati dei giovanissimi, grazie anche all’aiuto di validi collaboratori. Uno di questo era proprio un ex-Minardi, Adrian Campos. Dopo avermi segnalato Mark Genè, che corse con noi per due stagioni, mi portò all’attenzione Fernando. Iniziai quindi a seguirlo e rimasi subito folgorato. Era chiaro che aveva qualcosa in più” ricorda Minardi

Nel ‘99 Fernando si impone nella World Series by Nissan e il titolo gli valse un test al volante della monoposto di Minardi a Jerez “Tradizionalmente il mio team metteva in palio per i piloti che vincevano i campionati più importati un test. Quell’anno fu chiamato quindi anche Fernando in Spagna insieme ad altri piloti. Nonostante la pioggia Alonso fece vedere cose che non avevo mai visto in un debuttante. Giocava con la macchina, tant’è che al terzo passaggio aveva già segnato il miglior riscontro cronometrico, dimostrandosi di 1 secondo e mezzo più veloce di ogni altro tester…. A quel punto capii che avevo a che fare con qualcuno che era diverso da tutti gli altri piloti. Iniziò una lunga ed estenuante trattativa che si concluse con la stesura di un contratto pluriennale

Nel 2000 prende parte al campionato di F.3000 con il team Astromega chiudendo una stagione in crescendo, grazie ad un secondo e una vittoria nelle ultime due gare “Contemporaneamente all’impegno nella F.3000 iniziò a lavorare con noi. Il test più importante è stato sicuramente a Fiorano, dove fece segnare tempi tanto importanti da attirare l’interesse della Ferrari. In quel momento le sue quotazioni iniziarono a crescere. Noi purtroppo eravamo in difficoltà e stavamo iniziando a pensare di cedere il team. Pertanto mettemmo sul mercato il cartellino di Alonso che fu offerto a Flavio Briatore, così com’era successo con Fisichella. L’accordo prevedeva che Alonso corresse con il Team Minardi o il Team Renault, e non ceduto in prestito a terzi. Nel 2001 così prese parte a diciassette gran premi con noi firmando una bellissima stagione. Solo l’anno successivo approdò alla corte di Briatore come test driver

Immediatamente si è visto che sarebbe stato un pilota vincente e durante la prima stagione più volte avevo detto che sarebbe diventato campione del mondo. Ora raggiunge la soglia dei 200 gp, dopo due titoli mondiali. Mi auguro che possa arrivare anche il terzo.

La qualità più importante di Fernando? “Concentrazione e prestazione. La sua forza è di saper fare tutto in gran premio a livello di qualifica. Questo lo contraddistingue dai vari Vettel, Hamilton, Raikkonen, Webber. Ha una grande visione della gara, anche senza l’ausilio di radio o lavagna. Buon anniversario Fernando!” conclude il manager faentino

 

35 anni di corse, racchiusi in una serata

Lo scorso 15 dicembre il “Cavallino” di Faenza  si è vestito a festa trasformandosi nel salone d’onore di una bellissima rimpatriata, dove nell’arco di un pranzo sono andati in scena 35 anni di corse e di ricordi targati Minardi Team.

Un bellissimo regalo che tutti gli “Ex Minardi” hanno voluto fare a Gian Carlo Minardi che con i colori giallo-blu del Team ha emozionato milioni di tifosi, partecipando a scrivere una bella parte della storia del Motor Sport nostrano. Durante la serata i “ragazzi” hanno voluto rendere omaggio al Presidente Gian Carlo Minardi (all’interno della scuderia faentina tutti avevano un soprannome) firmando con una dedica il libro “Gian Carlo Minardi racconta 35 anni di corse, dalla F. Italia alla Formula 1”

Riparte un nuovo anno e augurando a tutti uno strepitoso 2013, colgo l’occasione per ringraziare tutti i “ragazzi” con i quali ho passato una magnifica giornata il 15 dicembre scorso. Grazie a tutti e buon anno

                            Gian Carlo Minardi

Maldonado inaugura l’Advanced Vehicle Science Centre e il simulatore Bhai Tech

Pastor Maldonado, pilota di Formula 1 e vincitore del GP di Spagna 2012 con il team Williams, insieme al signor Marco Pedron, sindaco di Mestrino e Ferdinando Bada, presidente di Bhai Tech, hanno inaugurato ufficialmente, lo scorso fine settimana, il nuovo Advanced Vehicle Science Centre di Bhai Tech, situato nell’Italia del nord.
Continua a leggere

Gian Carlo Minardi ospite a Motorzone su Sportitalia 2

minardi.jpg'Questa sera Gian Carlo MINARDI torna nel salotto di MOTORZONE, il programma di SPORTITALIA 2 dedicato alla Formula 1, per commentare il GP di Cina vinto da Nico Rosberg su Mercedes e seguito dai piloti McLaren Jenson Button e Lewis Hamilton. Appuntamento alle ore 23.00. La replica della puntata potrà essere seguito anche domani alle 8.00 e alle 13.00

Lettera aperta di Gian Carlo Minardi

Con l’appuntamento di Valencia si è acceso il semaforo verde sui campionati italiani di Formula ACI CSAI Abarth e Formula 3 Italia. Le due serie ci hanno regalato un bellissimo week end sia per la coreografia del tracciato sia per la partecipazione in termini di pubblico.

Purtroppo rimane il rammarico per la difficoltà che stiamo trovando nel far decollare questi due campionati, dal livello qualitativo alto. Dall’altra parte la soddisfazione più grande è data da un lotto di ragazzi giovani estremamente vicini sul tempo del giro che potranno creare tensioni ai compagni più esperti. Proprio in gara-3 della Formula Abarh abbiamo assistito ad un bel ribaltone. Ci aspetta una stagione aperta. Personalmente credo molto in questa serie che non è certamente seconda a nessuna per prestazioni, qualità e costi. Purtroppo le critiche che continuano ad apparire non sono di aiuto a nessuno. E’ un peccato mortale che non venga presa in considerazione dai genitori e piloti come primo step dell’automobilismo, nonostante i risultati siano dalla nostra parte. I piloti che si sono cimentati al volante della Tatuus Formula ACI CSAI Abarth hanno primeggiato e fatto podi fin da subito in Formula 3 e si sono messi in evidenza nei primi test della GP3. Questo significa che stiamo parlando di un campionato addestrativo ed estremamente competitivo, che prepara i piloti del domani.

Invito tutti i genitori, che sono i primi sponsor dei ragazzi, a venirci a trovare per porci delle domande. Credo che una delle strade per crescere sia proprio la F. Abarth. Il podio della gara sprint della Formula 3, formato dagli ex “Abartisti” Niederhauser, Sirotkin e Barrabeig è un altro esempio.

Con l’arrivo in Italia le macchine comunque dovrebbero salire a 17-18. E’ il nostro obiettivo. I genitori sono rimasti soddisfatti dal calendario che va incontro alle esigenze scolastiche dei figli. Non dobbiamo infatti dimenticarci che stiamo parlando di ragazzi che sono impegnati nella scuola dell’obbligo. Pertanto stiamo tenendo in considerazione questo aspetto.

abarth_ghiotto.jpg'

Discorso diverso per la Formula 3 Italia, campionato competitivo che saprà far divertire. Devo fare i miei complimenti alla Prema Powerteam per l’en-plain nelle qualifiche e nelle prime due gare, mentre nella sprint-race abbiamo assistito ad un bel ribaltone grazie anche alle strategie di BVM-Target ed Euronova che, risparmiando un set di gomme nuove, hanno portato sul podio i loro piloti. Anche in questa serie abbiamo piloti esordienti che sono già in grado di competere con i compagni più esperti.

Con tre gare per week end e lo stesso numero di pneumatici della passata stagione sarà importante saper andare forte senza strapazzarle. Team e piloti dovranno gestire al meglio gli pneumatici. Anche questo aspetto aiuta i piloti a crescere e a prepararsi per i passi successivi. Oggi abbiamo una Formula 1 dove la gestione delle gomme Pirelli è fondamentale in quanto hanno un degrado improvviso ed importante.

Stiamo lavorando in ottica presente e futuro per migliorare questi due campionato per migliorare l’avvicinamento dei giovanissimi. Inoltre siamo in attesa delle decisioni che sono al vaglio della FIA sulla F.3 del domani, per poterci adeguare ed essere sempre più competitivi.

cheever_formula_3.jpg'

Gian Carlo M.

Ciao “Babbo”

Ad un mese dalla scomparsa del “Babbo” Gino Conti, uno dei personaggi più caratteristici del Minardi Team, alcuni amici hanno voluto ricordarlo come avrebbe voluto lui, attraverso una cena al Ristorante “Tana del Lupo”, locale da sempre punto di riferimento del team, sfogliando foto e raccontando aneddoti legati al passato.
Continua a leggere

Giancarlo Minardi. Da Martini ad Alonso, una vita di corsa

Giancarlo Minardi racconta 35 anni di gare, dalla Formula Italia alla Formula 1. Questo il titolo del voluminoso libro uscito dalla penna di Stefano Pasini (edizioni C&C) dedicato alla storia del Team Minardi, dalla sua gestazione a metà degli anni ’70 e fino al suo esordio in Formula 1 nel 1985, passando per le tante vicissitudini di una carriera che si conclusa forse prematuramente nel 2005, con il passaggio di consegne alla Red Bull Toro Rosso. A Palazzo Meneghini di Castiglione un’intervista dal vivo, organizzata dalla libreria MR Libro in collaborazione PresentARTsì, con Luca Martini curioso intervistatore davanti a una sala piccola ma gremita.

Una storia che comincia da lontano, dalle prime gare in Formula Italia con i meccanici e i tecnici che erano “come un gruppo di amici”, poi la nascita del Team Minardi nel 1980, con la GM75 che Giancarlo chiama così in onore e in ricordo del padre. I contatti con l’Alfa Romeo prima del debutto in F1, poi gli ingegneri ‘esportati’ dalla Ferrari come Giacomo Carini, la motorizzazione a cura dei Motori Moderni, le turbine che l’ingegner Enzo Ferrari regalava al piccolo team con sede a Faenza, “quelle che loro buttavano via e che noi riutilizzavamo per molte gare“.

La telefonata da brividi con Luca Cordero di Montezemolo, il lungo colloquio con Ferrari, “durante il quale ho fumato un pacchetto di sigarette”, i primi accordi e la gestione di una macchina modello 312T “per allevare giovani piloti italiani”. E il primo punto nel 1988 con Pierluigi Martini, il pilota che più sta a cuore a Giancarlo Minardi, e che ha corso per lui 103 Gran Premi, quasi un terzo della storia della scuderia tutta made in Italy. “Ai tempi si pigliavano punti solo fino al sesto posto, arrivare sesti era come vincere un GP, quel punto valeva dei milioni! Ero un costruttore ma non vendevo le mie auto, le usavo solo per le gare, facevo fatica a reperire i budget e cercavo gli sponsor proprio per trovare la linfa necessaria a sopravvivere“.

minardi_libro.jpg'

Con contratti part time per i motori, e accordi con la Magneti Marelli “che sperimentava su di noi i pezzi che poi sarebbero andati sulla Ferrari“. E la gara di Interlagos in cui nella macchina di De Cesari c’erano solo 60 litri di benzina (a fronte dei 190 delle altre vetture in gara), e dopo la scalata di posizioni fino al quarto posto, ma con rottura del motore, sponsor e addetti ai lavori che dichiaravano stupiti “Ma allora la Minardi è competitiva!“. E gli screzi con Ron Dennis (“Non gli ho mai dato la mano per almeno 15 anni, fino a quando non ho fatto l’opinionista per Sky“), e l’accorato ricordo di Ayrton Senna, come Martini un pilota ma un vero amico. Che nel 1993 (l’anno della firma con la Williams) promise al buon Minardi di correre per lui non appena avrebbe vinto i cinque campionati mondiali a cui il pilota brasiliano ambiva.

Forse l’ultimo e amaro ricordo di una F1 che non c’è più, e che più non tornerà. “Io ho fatto tutta la gavetta mentre oggi (vedi Virgin o la nuova Lotus) c’è tanta gente coi soldi che compra i capannoni e le scuderie. Io ricordo anni stupendi, piloti umili e rapporti umani diversi. Come Clay Regazzoni che veniva a correre per me i F2, e gratis! Nel paddock c’erano proprio tutti, ora ci sono i motorhome che hanno snaturato lo spirito che più mi piaceva. Ho sempre cercato di mantenere, fin quando ho potuto, un certo tipo di rapporto quasi familiare, da buon romagnolo.. Poca vita mondana e tanta vita da box, fino a 20 ore al giorno nel paddock“.

Adesso sono cambiate le generazioni e le tecnologie, l’elettronica quasi non esisteva. Anche se è difficile fare un paragone tra epoche diverse, allora ci voleva una guida più fisica, una concentrazione diversa, un modo di approcciarsi tutto diverso.. la voglia di mettersi in gioco, e di farsi vedere al mondo“. Il libro racconta anche questo, quel pizzico di nostalgia per quella F1 che non c’è più. Con le immagini e le parole di un uomo che di piloti ne ha visti tanti, 37 in poco più di 20 anni, da Alessandro Nannini a Pierluigi Martini, da Marc Genè a Fernando Alonso, da Adrian Campos a Mark Webber. Quando la passione non finisce mai.

minardi_libro.jpg'