Ayrton Sempre | Diretta web venerdì 1 maggio

Quest’anno, con immenso dispiacere, non abbiamo potuto trovarci a Imola nella data stabilità per festeggiare l’edizione n.5 dell’ Historic Minardi Day causa l’emergenza covid-19, ma stiamo lavorando per trovare una nuova data.

Per poter stare comunque vicini, in una giornata così speciale come il 1° maggio, l’ Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola e il Museo Multimediale Autodromo di Imola – Checco Costa hanno organizzato una diretta web per onorare al meglio la memoria di Ayrton.

L’appuntamento è per venerdì 1 maggio, a partire dalle ore 11,00 con tanti ospiti in collegamento diretto tra cui anche Gian Carlo Minardi (dalle ore 12.30 alle ore 12.50) che con il campione brasiliano aveva un rapporto di forte amicizia e rispetto reciproco.

Le nostre pagine ufficiali Facebook MINARDI e HISTORIC MINARDI DAY, vi daranno la possibilità di seguiranno in diretta l’evento a partire dalle ore 11,00 di venerdì 1° maggio

[7° Appuntamento] MINARDI M01 | NURBURGRING, TRA GIOIE E DOLORI

La Minardi M01, disegnata da Gustav Brunner rientrato dopo la parentesi in Ferrari, rappresenta un progetto molto ambizioni per la scuderia faentina. A differenza delle monoposto che l’hanno preceduta, non presentava alcun componente derivante dal modello precedente. L’intera vettura era nuova.

Sia i portamozzi che la scatola-guida erano in titanio fuso, mentre il blocco del cambio rappresentava una pionieristica fusione in lega di magnesio. Il retrotreno della M01 era senza dubbio la parte più riuscita dal punto di vista aerodinamico con un cofano motore e appendici laterali che miglioravano il flusso dell’aria davanti alle gomme posteriori.

Sul fronte piloti Gian Carlo Minardi e Gabriele Rumi (entrato in società nel 1997) richiama a Faenza Luca Badoer, che già nel 1995 si era messo in evidenza prima di diventare un punto di riferimento nello sviluppo delle Ferrari, affiancandogli il debuttante spagnolo Marc Genè, sostenuto dalla Telefonica.

Badoer non tradì le attese, dimostrando tutto il suo valore tecnico e velocistico in particolare durante il GP d’Europa del 26 settembre, corso al nuovo Nurburgring.

  • Minardi M01 Lunch

Sotto una pioggia battente, che contribuì a limare le differenze fra grandi e piccoli team rendendo meno influente la potenza dei propulsori, Badoer porta la sua M01 nelle primissime posizioni, arrivando fino al quarto posto davanti a Ralf Schumacher su Williams, a Jaques Vileneuve su BAR e al compagno di box Genè, segnando importanti riscontri cronometrici che lo stavano facendo avvicinare a Barrichello su Stewart (3°).

I sogni di gloria sia di Luca che del Minardi Team si infrangono al 54° passaggio, a 13 giri dalla bandiera a scacchi, per il cedimento del cambio, costringendolo a parcheggiare la monoposto a bordo pista. A risollevare il morale del team, ci pensa lo spagnolo che regala alla scuderia il primo punto stagionale, 6° al traguardo.

Quella bellissima gara fu una confortante dimostrazione sia delle qualità della Minardi M01, il cui Tallone d’Achille era (ancora una volta) solo il motore, che di Luca Badoer.

Vanno però ricordati anche i due ottavi posti, conquistati al GP di San Marino (2 maggio) da Badoer e al GP di Canada da Marc Genè (13 giugno)

[6° Appuntamento] MINARDI M195 | A FAENZA SI “ALZA” IL MUSO

Dopo la positiva stagione del 1994, conclusa con 5 punti all’attivo e il decimo posto nel Campionato Costruttori, il Consiglio d’Amministrazione decide di alzare l’asticella dando la priorità ad un propulsore più performante che potesse dare maggiori garanzie per un salto di qualità.

La scelta cade sul Mugen-Honda, coi giapponesi che si rendono disponibili. Dopo aver prese tutti gli accordi preliminari col lavoro già progredito fino alla definizione nei dettagli del motore da installare sulla nuova monoposto, la Honda annuncia che i suoi motori sarebbero andati alla Ligier, di proprietà di Flavio Briatore. Minardi inizia una lunga azione legale proprio contro il manager di Cuneo e la sua scuderia che si concluse solamente in occasione del GP d’Inghilterra, il 9 di luglio, con un rimborso forfettario per i danni subiti e la cancellazione del debito residuo della Minardi nei confronti della Cosworth, gestita dallo stesso Briatore.

Il progetto della M195 doveva comunque andare avanti e per la stagione 1995 si decise di ripiegare sul solito motore Cosworth, il Ford ED V8 da 3000 cc.

Progettata da Aldo Costa, la M195 è la prima Minardi a muso alto e debutta nel mondiale in Brasile, ad Interlagos, il 26 marzo nel primo dei diciassette appuntamenti in calendario.

Il disegno delle fiancate e le prese d’aria dei radiatori saranno ripresi dalla Ferrari F310 B del 1997. Nata con un inedito alettone anteriore con scalino che ricalcava la sezione del fondo, questa soluzione viene gradualmente abbandonata tra il GP di Spagna e Monaco. La M195 era inoltre caratterizzata dall’uscita dell’aria calda dalla parte superiore delle pance (similmente alle prime McLaren Mp4), soluzione anch’essa abbandonata dal GP di Francia.

Sul fronte sportivo le novità più importanti del 1995 furono il ritiro di Alboreto dalla Formula 1, che aveva iniziato a correre da professionista proprio con la F2 Minardi nel 1981 cogliendo la vittoria a Misano, e l’arrivo di Luca Badoer a fianco di Pierluigi Martini, col driver romagnolo che lascerà il posto a Pedro Lamy a partire dall’ Ungheria.

La stagione corre via veloce, con diversi piazzamenti nella top-10: 8° posto con Badoer a Montreal e Ungheria, 7° Martini a Silverstone e Badoer 10°, 9° di Lamy al Nurburgring e di Badoer a Suzuka e 10° posto di Lamy a Spa-Francorchamps.

Quando ormai si pensava di chiudere la stagione senza punti, il 12 novembre ad Adelaide, il portoghese conquistava il sesto posto (partito dalla 21esima posizione) alle spalle di Mika Salo su Tyrrel: un punto che vale alla scuderia nuovamente il 10° posto tra i Costruttori.

Sulla pista di Fiorano, nei test di fine stagione del 25 e 26 novembre, viene chiamato un altro giovane, Giancarlo Fisichella, che il 10 marzo 1996, a Melbourne, firma il debutto in F1 con Minardi.

[5° Appuntamento] MINARDI M194 | A FAENZA ARRIVA MICHELE ALBORETO E IL TRAGUARDO DEI 150 GP

La stagione 1994 inizia sotto il nuovo assetto societario, con l’ingresso del gruppo di soci guidato da Lucchini ed una nuova livrea.

Sul fronte piloti, la Minardi-Scuderia Italia, si affida a Pierluigi Martini e Michele Alboreto, entrambi molto esperti e veloci. Per il talentuoso pilota milanese si è trattato di un ritorno a Faenza con Gian Carlo Minardi , avendo già festeggiato insieme una straordinaria vittoria in Formula 2, nel 1981 sul tracciato di Misano (6 settembre 1981).

1981-09-06 GP Misano 1°Michele Alboreto (Formula 2 – Archivio Minardi Team)

Con la M193B Alboreto e Martini conquistano rispettivamente un sesto e quinto posto a Monaco e Spagna prima di portare al debutto la nuova vettura, la M194, presentata in occasione del Gran Premio di Canada a Montreal il 12 giugno, sesto appuntamento del mondiale.

Dotata del motore Ford HB V8 da 3500 cc è un’evoluzione della 193, presenta le modifiche aereodinamiche conseguenti al nuovo regolamento tecnico adottato dopo gli incidenti di Imola e Monaco, tra i quali lo skid block, riduzione delle dimensioni dei diffusori e dei deviatori di flusso sull’ala anteriore.

Nonostante l’introduzione a metà campionato del nuovo regolamento che penalizza notevolmente il team faentino sul lato economico, in Ungheria Alboreto sperimenta il cambio elettro-idraulico, introdotto da Spa-Francorchamps anche sulla vettura di Martini.

Il primo sigillo della M194 non tarda ad arrivare: a Magny-Cours (3 luglio) Pierluigi Martini è nuovamente in zona punti, col quinto posto alle spalle della Sauber di Heinz-Harald Frentzen, dopo esser scattato dalla 16° posizione.

Durante i 16 GP, la Minardi conquista ulteriori sette attivi nella top 10 (in quel periodo i punti venivano attribuiti solamente ai primi 6 classificati): 8° posto al debutto in Brasile, 9° in Canada, 10° a Silverstone, 7° in Ungheria, 8° e 9° posto sul selettivo e veloce tracciato di Spa-Francorchamp con cui Martini e Alboreto celebrano, il 28 agosto, i 150 GP del Minardi Team e 9° posto ad Adelaide.

Dal Gran Premio del Giappone, penultimo appuntamento, viene introdotto il nuovo cofano motore.

La decima stagione in Formula 1 si chiude con ulteriori 5 punti e il 10° posto nella classifica Costruttori, con 14 team iscritti.

 

 

[4° Appuntamento] MINARDI M193 – STAGIONE DA RECORD. DAL “LINK” ALLA PAURA DI MONZA

La M193 è frutto dell’ottimo lavoro congiunto tra Gustav Brunner, neo acquisto del team faentino, Aldo Costa e Gabriele Tredozi.

Oltre ad una livrea nuova in cui Gian Carlo decide di privilegiare il bianco, è la prima monoposto dotata di sospensioni idrauliche. Il regolamento prevedeva l’utilizzo delle sospensioni attive e, per questo, a Faenza si progetta la M193 con le sospensioni passive in ottica di un passaggio a quelle attive nella stagione successiva.

L’impianto prevedeva un innovativo collegamento (link) tra l’asse anteriore e posteriore che consentiva di minimizzare le variazioni di beccheggio della vettura in fase di frenata e di accelerazione. Tale soluzione innovativa, purtroppo, ha vita breve poiché viene bandita dal regolamento tecnico ‘94.

Il 1993 è anche l’anno dell’adozione del primo cambio sequenziale Minardi. La monoposto si dimostrò estremamente performante in gara soprattutto grazie al propulsore Ford HB V8, non potentissimo ma con bassi consumi che permetteva un minor carico di benzina, arrivando a risparmiare circa 10-15 kg di carico rispetto agli avversari con un evidente vantaggio in gara.

Alla prima gara della stagione, il gran Premio di Sud Africa del 14 marzo, Christian Fittipaldi conquista un’incredibile 4° posto a cui faranno seguito i due 6° posti conquistati in occasione del GP d’Europa, corso a Donington Park, e a Imola da Fabrizio Barbazza e al 5° assoluto tra le stradine del principato di Montecarlo il 23 maggio.

Durante la stagione 1993 la Minardi dimostra una crescita importante conquistando due 7° posti (Donington Park e Monza con Pierluigi Martini che era subentrato a Barbazza), tre 8° posti (Montmelò, Magny-Cours e Monza), due 9° posti (Montreal ed Estoril) e un 10° posto in Giappone a Suzuka.

Dal Gran Premio di Gran Bretagna, Pierluigi Martini torna a Faenza ereditando il sedile di Fabrizio Barbazza e fin da subito i due piloti dimostrano un grande feeling. Probabilmente, però, proprio un’incomprensione tra Martini e Fittipaldi crea un drammatico incidente il 12 settembre, negli ultimi metri di un combattuto GP d’Italia a Monza.

Il pilota brasiliano (8°) tampona con la sua Minardi la vettura gemella di Martini (7°) volando con un perfetto looping su se stesso riuscendo a tagliare il traguardo. La telemetria ha ricostruito la dinamica: la vettura del brasiliano viene “risucchiata” dalla scia di Piero e il tamponamento fu inevitabile, così come lo svenimento della madre di Christian, presente sul muretto box.

Alla fine dei 16 Gran Premi, i punti conquistati dal Minardi Team sono 7 che gli valgono l’ottavo posto tra i Costruttori (su 13 scuderie). La M193 riesce a fare meglio delle “sorelle” M189 e M191 che si erano fermate ad un bottino di 6 punti.

Gian Carlo dispone di un personale tecnico e sportivo di primo livello, ma a destare preoccupazione è sempre il lato economico. Alla fine della stagione Minardi vende i due terzi della scuderia a Beppe Lucchini dando forma alla Minardi-Scuderia Italia, con Gian Carlo Minardi che mantiene il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato assieme all’ingegnere Gianpaolo Stanzani.

[3° Appuntamento] MINARDI M191 | ARRIVANO I MOTORI FERRARI E I PRIMI 100 GP

5 aprile 1990 – un’altra data storica per Gian Carlo Minardi e il Minardi Team. Viene comunicato che, a partire dalla stagione agonistica 1991, la Ferrari avrebbe fornito alla Minardi il motore 12 cilindri. Per la prima volta nella sua storia, la Ferrari forniva un suo componente ad un’altra squadra.

La M191, progettata da Aldo Costa, diventa la prima vettura della storia a montare un motore Ferrari clienti. Il telaio, costruito intorno a due piloti minuti coma Pierluigi Martini (68 kg) e Gianni Morbidelli (65 kg) presentava una scocca ridotta ed estremizzata. La vettura nata e interamente sviluppata attorno al motore di Maranello ed al cambio Minardi. Usufruì nel corso della stagione di un sensibile sviluppo aerodinamico e meccanico. Fu una vettura estremante costosa che impegnò massicciamente il team sotto il profilo tecnico.

Tallone d’Achille della M191 era il cambio, realizzato in casa che si manifestò molto fragile. Costantemente, dopo pochi giri di gara si rompeva la frizione costringendo i due piloti a continuare a la gara senza.

Nonostante questo la macchina si mette in evidenza guadagnando costantemente la top 10 in qualifica negli ultimi otto GP della stagione (dall’Ungheria all’Australia) conquistando due quarti posti (a Imola ed Estoril con Martini) e sei punti complessivi col 7° posto tra i Costruttori su 18 scuderie iscritte.

Come detto, la prima grande soddisfazione della stagione arriva il 28 aprile, in una domenica fortemente condizionata dalla pioggia. Sulla pista di casa – terzo appuntamento della stagione – Martini compie un vero capolavoro piazzandosi 4° al termine di una gara disputata dopo il 20° giro senza più frizione, quindi l’incubo della rottura del cambio e senza potersi fermare ai box per il cambio gomme. Un vero trionfo.

Con questo risultato viene ripagata anche la fiducia a Ferrari, per aver portato a traguardo l’unica vettura con motore Ferrari, nel giorno più nero delle Rosse con Prost out nel giro di ricognizione e Alesì insabbiato alla Tosa subito dopo il via. Medesima situazione si verificò anche a Montreal con la M191 n.23 che taglia il traguardo al settimo posto, unico motore Ferrari superstite.

Il 15 luglio, in occasione del Gp di Gran Bretagna il Minardi Team taglia il traguardo dei 100 GP, concluso al 9° posto. Il GP del Brasile 1985 era ormai lontano.

[2° Appuntamento] MINARDI M189 | LA VETTURA CHE APRI’ UN CICLO E QUEI FANTASTICI GIRI IN VETTA

Sull’onda dell’entusiasmo dei risultati conquistati nella stagione 1988, nasce la M189 che firma il debutto nel mondiale in occasione del Gran Premio del Messico, quarto appuntamento, prendendo il posto della M188B.

Progettata da Nigel Cowperthwaite e Tommaso Carletti, con Aldo Costa nel ruolo di direttore tecnico, spinta dal propulsore Ford Cosworth V8 3500 cc, la M189 è la prima monoposto il cui modello del telaio non è realizzato a mano, ma lavorato per superfici a Torino (presso l’I.De.A) con un macchinario a controllo numerico a 5 assi che sfruttava la tecnologia del CAD-CAM.

La M189, interamente progetta al CAD e sviluppata in galleria del vento in Inghilterra a Crandfield, è inoltre la prima monoposto a montare gli ammortizzatori posteriori a bilanciere sopra il cambio, una soluzione adottata successivamente da tutti, coi porta mozzi realizzati in acciaio saldato.

Particolare attenzione viene data ai profili alari, sviluppati da Cowperthwaite, tecnico ex-Lotus. Iniziano anche gli esperimenti di muso alto. La M189 era dotata di un musetto basso, ma contemporaneamente sopraelevato di alcuni centimetri rispetto al piano del fondo scocca. Questo “scalino” era un primo tentativo di favorire il flusso dell’aria nella parte anteriore della centina, filosofia costruttiva successivamente adottata da tutte le squadre con l’introduzione del muso alto. L’arma principale della M189 era probabilmente costituita dalle gomme Pirelli, estremamente performanti in versione da qualifica, ma meno incisive in gara. Erano caratterizzare da una speciale mescola che permetteva, dopo un primo utilizzo, la raspatura dello strato superficiale ad un suo secondo uso con prestazioni addirittura superiori al primo.

L’inizio di stagione non è dei più felici con Pierluigi Martini e Luis Sala costretti a sette ritiri in altrettanti gran premi, con la M189 che soffre di problemi di surriscaldamento e l’incubo delle pre-qualifiche sempre più vicino. La svolta arriva il 16 luglio a Silverstone in occasione del Gran Premio d’Inghilterra, dove viene portata una nuova predisposizione dell’impianto radiante, con Martini e Sala che portano le due Minardi a punti, rispettivamente al quinto e sesto posto.

GIAN CARLO MINARDI “Fu una gara decisiva per noi e per la storia del Minardi Team. Quei tre punti permisero al team di non partecipare nella seconda parte della stagione alle pre-qualifica che significa una grande perdita a livello economico perdendo i bonus televisivi e quelli per il trasporto. Piero fece una gara stupenda anche se caratterizzato da un inizio da horror. Dopo tre giri dal via entrò ai box perché la temperatura dell’acqua era alle stelle. Presi dalla disperazione lo rimandammo subito in pista senza intervenire sulla vettura e, fortunatamente, tutti i parametri rientrarono nella norma. Non abbiamo mai capito cosa fosse successo, ma va bene così”

Il 24 settembre, in Portogallo ad Estoril, è un’altra data incredibile. Martini porta per la prima volta nella storia la Minardi in testa ad un Gran Premio, controllando con una prestazione stupefacente le due velocissime Williams-Renault tagliando il traguardo al quinto posto. A questi risultati, Martini aggiunse anche un meritato 6° posto in Australia, sotto una pioggia battente, il 7° e 8° posto a Monza e il 9° in Germania e Belgio.

Con 6 punti all’attivo, il Minardi Team conquista per il secondo anno consecutivo la Top 10, con 20 scuderie iscritte.

GIAN CARLO MINARDI “Sicuramente la stagione 1989 fu la prima di 3/4 stagioni in cui la Minardi era davvero veloce; mi vengono in mente il 1991 e il 1993”.

[1° Appuntamento] MINARDI M188 | IL “CAMMELLO” CHE CONSACRO’ MINARDI E MARTINI

Il 5 Aprile 1985 è la data simbolo per Gian Carlo Minardi e il Minardi Team. Alle ore 9,30 del venerdì di 35 anni fa, la Scuderia faentina firmava il debutto nel mondiale di Formula 1 prendendo parte, sulla pista brasiliana di Rio de Janeiro, al primo turno di prove libere con l’unico esemplare della M185 affidata a Pierluigi Martini. “Tutti ci guardavano come dei marziani” ricorda l’ex meccanico Bruno Valli.

Nei 21 anni di storia nel Mondiale ci sono state tante altre ricorrenze importanti e, una di queste, è certamente il 19 luglio 1988. Sulla pista di Detroit, sesta prova del mondiale, Pierluigi Martini e la Minardi conquistavano il primo punto mondiale frutto del sesto posto con la M188: un trionfo per il pilota romagnolo, assurto finalmente nel rango di vero driver della massima serie, ma sopratutto un premio per la tenacia di Gian Carlo Minardi, il primo grande traguardo raggiunto dal suo arrivo in F1.

La M188 progettata da Giacomo Caliri, soprannominata il “cammello” per la sua cronica instabilità doveva costituire un riscatto per la squadra. Purtroppo le aspettative non trovarono riscontro in pista. Monoposto a motore aspirato – Ford Cosworth DFZ V8 da 3500 cc – con passo molto corto – 2670 mm – pur avvalendosi di una sospensione a barre di torsione (questa soluzione sarà ripresa in F1 solo 10 anni dopo) la M188 non era performante e mal si adattava ai fondi stradali regolari. Nei primi cinque gran premi, la M188 contava tre ritiri, tre mancate qualificazioni (Monaco, Messico, Canada) con Adrian Campos ed appena un sedicesimo e due undicesimi posti. Questi risultati portano all’avvicendamento tra Campos e Martini, proprio in occasione del Gp degli USA.

Gli scarsi risultati portano anche ad una rivoluzione tecnica con l’insediamento di un èquipe di giovani ingegneri guidati da Aldo Costa, Gabriele Tredozi, Tommaso Carletti e Vincenzo Emiliani. Quest’ultimo venne incaricato di disegnare e tornare alla sospensione tradizionale a molle elicoidali che, grazie alla sua geometria, si incernierava più efficacemente alla scocca rendendo il tutto più rigido e migliorando il comportamento della vettura. L’allungamento del passo contribuì a rendere più stabile la monoposto, migliorando oltretutto il flusso aerodinamico. Infine, a partire dal GP d’italia venne adottata una cupola dinamica per aumentare il flusso d’aria al motore.

Tutte queste migliorie portarono ad un miglioramento di circa 3 secondi e la conquista del 7° posto in Australia, 8° in Portogallo e il 10° posto nel Campionato Costruttori su 18 scuderie.

F1 nell’era COVID-19 | MINARDI “I team chiedono tre mesi sabbatici prima della ripartenza”

Sono giorni delicati per la Formula 1. In ballo non c’è solamente una stagione di Motorsport, ma anche il futuro di molti team. Non correre vuol dire perdere dei diritti televisivi e, di conseguenza, minor entrate, ma in questo momento l’emergenza sanitaria mondiale non permette la stesura di programmi a lungo termiche poiché siamo davanti a scenari in continua evoluzione.

Dopo il Canada, anche il futuro del gran premio di Franca (in programma il 28 giugno) è a rischio.

In questo momento bisogna ricordarsi che il problema principale è la chiusura delle frontiere e pertanto ad oggi sono vietati qualsiasi tipo di spostamenti, sia all’interno che fuori dalle nazioni. Sorrido quando sento che l’Austria da l’OK a correre,” commenta Gian Carlo Minardi.

“Forse il Red Bull Ring è uno dei pochi tracciati che possono permettersi di ospitare un gran premio a porte chiuse, ma coi team impossibilitati a spostarsi non si fa nulla. Al momento è  impossibile ipotizzare un coinvolgimento internazionale

prosegue il manager faentino sottolineando che, per la maggior parte dei circuiti, la vendita dei biglietti rappresenta l’unica entrata per far fronte alle immense spese per ospitare e organizzare il gran premio.

Rimettere in moto una macchina organizzativa così complessa come quella di un team di Formula 1, inoltre, richiede tempo.

Per questo i team avrebbero chiesto a Liberty Media un periodo sabbatico di tre mesi dalla prima data utile. Stando così le cose il primo gran premio si potrebbe correre non prima di settembre” analizza il manager faentino.

F1 nell’era COVID-19 | Silverstone tenta il raddoppio. MINARDI “Non vedo fattibile cambiare il senso di rotazione”

Fernando Alonso(ESP) European Minardi PS01 – British Grand Prix, Silverstone 15 July 2001 – DIGITAL IMAGE

Il mondo del Motorsport, ma non solo, è in subbuglio e quasi quotidianamente si leggono nuove proposte e per provare a salvare il salvabile.

Il Circus della Formula 1 sembra non voler assolutamente prendere in esame l’idea di cancellare la stagione 2020. Col gran premio del Canada, sono saliti a sette gli appuntamenti che dovranno essere ricollocati, ma sono ore importanti anche per la Francia, e i mesi a disposizione continuano a diminuire. Cina e Monaco, invece, hanno già cancellato l’evento per la stagione.

L’ultima idea per provare a salvare la stagione arriva da Stuart Pringle, responsabile del tracciato di Silverstone che secondo l’attuale calendario dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) ospitare il mondiale nel fine settimana del 19 luglio. Pringle avrebbe proposto un doppio appuntamento sullo storico tracciato inglese, con l’inversione del senso della pista

“Difficilmente potrà essere attuata questa soluzione poiché, in primis, bisogna considerare l’aspetto sicurezza. Le vie di fuga vengono studiate in base al senso di marcia della pista, a cui fa seguito il rilascio dell’omologazione della pista e su un tracciato storico come quello di Silverstone non è così immediata l’eventuale conversione del senso di marcia” commenta Gian Carlo Minardi interpellato ai microfono di www.Minardi.it

“Già diversi anni fa il tracciato di Adria aveva preso in considerazione la creazione di un campionato privato alternando gare in un verso e l’altro. Quello che ha fermato il progetto è stato il fattore sicurezza, legato al posizionamento delle vie di fuga e all’ottenimento della doppio omologazione dell’impianto. Proprio per questo non vedo realizzabile l’idea proposta da Silverstone,” Conclude Minardi

COVID-19 | Gian Carlo Minardi “La crisi arriverà nel 2021”

L’emergenza sanitaria tiene in ostaggio il mondo e l’intera economia e anche lo sport si interroga se e quando potrà ripartire. Se i giochi olimpici di Tokyo sono già stati posticipati di un anno e la Fir (Federazione Italiana Rugby) ha cancellato l’intera stagione 2020, la Formula 1 sta provando ad organizzarsi per farsi trovare pronta alla partenza.

Il World Motor Sport Council ha concesso al presidente FIA, Jean Todt, pieni poteri (previa consultazione con il Vice Presidente per lo Sport, il Segretario Generale per lo Sport e, se necessario, il Presidente della Commissione Sportiva competente) inerenti l’organizzazione di competizioni internazionali per la stagione 2020, tra cui la modifica del calendario senza passare da una votazione e/o la modifica di articoli con solamente il supporto del 60% dei team.

“Siamo davanti ad uno scenario assolutamente imprevedibile e nuovo. In questo momento è impossibile fare delle previsioni poiché in ogni paese il virus si sta sviluppando con tempistiche diverse” analizza Gian Carlo Minardi dai microfoni di www.Minardi.it

“Come ACI Sport stiamo continuando a lavorare, in stretto contatto con le autorità, ma al momento non è possibile diramare dei calendari. E’ un emergenze che porterà con se strascichi importanti con ripercussioni notevoli,” prosegue il manager faentino.

“Ho l’impressione che nessuno team voglia firmare il nuovo Patto della Concordia anche per non prendersi impegni di permanenza nel Circus a lungo termine. Non dimentichiamoci che quest’anno le scuderie ricevono i diritti televisivi della stagione passata, corsa regolarmente. I veri problemi arriveranno nel 2021, con una torta molto dietetica. Ad oggi mancano gli introiti già di otto gran premi…”

“Sono preoccupato per le sorti di alcune realtà private come Haas, Williams e Racing Point nonostante l’arrivo di Aston Martin, a cui aggiungerei anche il futuro incerto di Renault che perderà la fornitura alla McLaren a cui hanno concesso la deroga per modificare il telaio 2021 e ospitare la power-unit Mercedes” conclude Minardi.