Minardi.it incontra Giovanni Lavaggi
Ha esordito nel Motor-sport a 26 anni e a 35 anni ha corso il suo primo Gran Premio di Formula 1, approdando successivamente nel 1996 alla corte di Gian Carlo Minardi. Nel suo palmares anche la vittoria della 24 Ore di Daytona oltre ad aver costruito e progettato una LMP1 da privato.
Ad una settimana dall’inizio del nuovo Mondiale di F1, Minardi.it ha incontrato Giovanni Lavaggi “Sinceramente non seguo molto il Mondiale. Trovo le gare poco interessanti e attraenti. Purtroppo i sorpassi si contano col contagocce. I duelli che hanno fatto grande questo sport sono estinti e le macchine le trovo troppo complicate”
Facciamo un passo indietro e torniamo al Gran Premio di Germania 1996, anno del tuo debutto al volante della M196 spinta dal Ford
E’ stata un’esperienza molto bella. Nonostante le difficoltà economiche attraversate dal team in quel periodo, nella squadra ho trovato grandissimi professionisti. Il telaio della macchina era veramente eccezionale, e non scherzo. Il tallone d’Achille era il motore. Oltre a pagare dazio sul fronte della potenza, l’affidabilità era veramente scarsa. In sei week-end ho rotto sette motori. A dimostrazione di quanto fosse valido il telaio, sulla pista del Motor-show a Bologna abbiamo rischiato di vincere, contro Benetton e Ligier.
Cosa ti è mancato per restare più a lungo nel Mondiale?
Sicuramente il supporto economico. Fin dall’inizio ho dovuto cavarmela con le mie forze. In quegli anni la Regione Sicilia avrebbe avuto i mezzi per supportarmi, poiché ero l’unico pilota siciliano in Formula 1, ma purtroppo tale collaborazione non si concretizzò.
Ieri come oggi, c’era un team che dominava la scena: la Williams, mentre oggi abbiamo la Mercedes. Dei cicli che si ripetono sempre.
Con la differenza che oggi, anche i team più piccoli, possono contare su una motorizzazione praticamente pari a quella ufficiale. A quell’epoca noi pagavamo anche 180 CV in meno, quasi il 25%. Pertanto diventava impossibile lottare alla pari con gli altri, nonostante un telaio molto buono, come dimostra il risultato di Budapest. In un tracciato il cui il motore cantava meno, sono riuscito a chiudere nella top-ten
Nel 1995 ha vinto anche la 24 ore di Daytona. Che differenza hai visto tra Europa e USA?
Non posso dire di aver vissuto a pieno l’esperienza americana poiché correvo con un team semi-ufficiale Porsche, la cui collaborazione con la casa di Stoccarda proseguiva dal 1989. Ho corso anche tre edizioni della 24 Ore di Le Mans. Devo dire che la più grande differenza è il livello dei piloti. In Europa il livello è decisamente più elevato
Dopo la F1 sei passato alle ruote coperte, progettando e costruendo anche una LMP1
Dopo l’esperienza in F1 era difficile trovare nuovi stimoli per continuare, pertanto ho deciso di dare vita ad un mio team correndo con una Ferrari 333 e ottenendo importanti risultati con podi e vittorie, come nella 1000 Km di Monza e Magny-Course. Al mio fianco ho avuto anche Gaston Mazzacane, arrivato poi in Minardi nel 2000. Quando la Ferrari decise di non farmi più avere i pezzi di ricambio in tempopensai di arrangiarmi da solo. Quello fu il primo passo, che mi portò a progettare e realizzare privatamente una LMP1. Sapevo che sarebbe stata una sfida non facile. Lo stesso Gian Carlo, col quale ho mantenuto un ottimo rapporto, me lo disse ma mi sono sempre piaciute le sfide impossibile. Anche perché avrei dovuto lottare con Audi, Peugeot ecc
Nonostante le risorse economiche ristrette, la macchina era buona, facile da guidare e con un grande potenziale. Alla fine del 2006 eravamo solamente a 2” dalla pole. Contemporaneamente alla crisi economica, c’erano da affrontare i cambi di regolamenti che richiedevano importanti investimenti. Condizione impossibile per un privato. Siamo andati avanti fino al 2009. Occasionalmente partecipo alle gare storico e mi è capitato di dividere l’abitacolo con Emanuele Pirro

















Insieme a Minardi stiamo lavorando per preparare il programma, confrontandoci anche sui costi. Il periodo dovrebbe essere a fine giugno, ma solamente nei prossimi mesi sapremo qualcosa di più preciso. Il nostro obiettivo è quello di riportare a Imola tutte le monoposto costruite da Gian Carlo, con l’aggiunta di altre F1, con l’intento di ricreare quella fantastica e indimenticabile atmosfera

Gian Carlo Minardi, intervistato dai tifosi, risponde alle domande sugli argomenti di maggiore attualità, partendo da un ricordo del campione scomparso quindici anni or sono Ayton Senna, per arrivare al possibile rientro del grande circus della F1 del team Minardi e al campionato di Ferrari e McLaren a partire dal g.p di Barcellona.
Il Mondiale di Formula 1 ha concluso anche la quarta tappa e si appresta a fare il suo ingresso in Europa. Proprio in questa occasione Gian Carlo Minardi, tramite il sito internet Minardi.it, apre le porte a tutti gli appassionati e tifosi per un’intervista a tutto campo, dove risponderà alle curiosità sul mondiale in corso, sui campionati propedeutici che si apprestano a partire (dalla Formula Azzurra alla GP2 Main Series, passando anche per i 21 anni del Team Minardi trascorsi nel grande circus), sul futuro prossimo dei giovani piloti italiani e molto altro ancora.
Gian Carlo Minardi, intervenuto a