F1 – Gp Spagna: IL PUNTO … di Gian Carlo Minardi

BARCELLONA – Bellissimo questo avvicendamento al comando con cinque vincitori diversi in altrettanti gran premi. E’ apprezzabile che un pilota come Maldonado, spesso sottovalutato, sia riuscito a conquistare questo risultato così importante sia per lui che per il suo team. Continua a leggere

F.1 – Giovanni Minardi “Complimenti Pastor”

FAENZA – Il Gran Premio di Spagna ci ha regalato non soltanto il quinto vincitore diverso in altrettanti gran premi, ma anche il primo sigillo del venezuelano Pastor Maldonato che ha riportato sul gradino più alto del podio il team di Frank Williams.

I nostri microfoni hanno voluto raggiungere immediatamente il manager che per primo aiutò Pastor Maldonado a realizzare il suo sogno facendogli provare una monoposto di Formula 1, Giovanni Minardi “Sono contentissimo per Pastor. Finalmente è arrivato dove ho sempre pensato potesse arrivare. Il primo a credere in lui sono stato io facendogli provare nel 2005 la Minardi F.1 sulla pista di Misano. La gioia per la prima pole position e la prima vittoria in F.1 mi lasciano un po’ di rammarico in quanto non è un mio pilota.

Dopo il test con la Minardi si sono fatti avanti diversi manager, economicamente più forti di me, che me lo hanno portato via. Rimane però la gioia per aver collaborato per primo con un altro giovane talento. Continuo a lavorare per trovarne altri e poterli aiutare a realizzare i loro sogni.

Faccio i miei migliori complimenti a Pastor e alla sua famiglia che lo hanno supportato fino ad oggi” commenta il Manager faentino Giovanni Minardi

F1 – GP Bahrein: IL PUNTO… di Gian Carlo Minardi

Con il gran premio di domenica abbiamo avuto l’ennesima conferma di quanto competitiva sia quest’anno la Formula 1. Quattro gran premi, altrettanti diversi vincitori e ben otto piloti diversi sul podio. Si tratta anche di un campionato condizionato dalle gomme. Una sola settimana fa Raikkonen perdeva un secondo posto a due giri dalla fine, mentre in Bahrein è andato tutto per il meglio.

Abbiamo assistito a un bel gran premio con tanti sorpassi e bisogna fare certamente un plauso ai piloti della Lotus. Kimi è tornato sul podio ed è la dimostrazione che anche partendo dalle retrovie si possa ambire al podio, mentre Grosjean ha saputo rimboccarsi le maniche portando a termine una bella prestazione. Ha ripagato la fiducia del suo team e la vittoria in GP2 gli sta dando ragione. Aprendo una parentesi sulla serie cadetta voglio fare i miei complimenti a Davide Valsecchi che proprio in Bahrein ha messo a segno un ottimo 1-2 nelle due manches. Chi fa bene in questo campionato può ambire certamente alla F1 e se continuerà di questo passo non passerà inosservato tra i team.

Ad una sola settimana dalla Cina sono cambiate le carte in gioco. Con il cambiamento delle temperature tra gara e qualifiche anche le forze in campo si sono spostate. Proprio per questo è fondamentale la gestione dei pneumatici da parte del pilota. Dopo quattro gare abbiamo 6 piloti racchiusi in 10 punti e nella classifica costruttori la RB è tornata al vertice mentre la Lotus ha sopravanzato la Ferrari. Stanno cambiando le gerarchie in campo. Dopo il sigillo di una sette giorni fa la Mercedes sembra essere tornata quella dei primi 2 appuntamento anche se il quinto posto la lascia in scia nelle posizioni di vertice.

In casa McLaren credo ci sia qualche problema con la posteriore sinistra in quanto già a Shanghay erano stati rallentati dal pit stop. Purtroppo dalle riprese non si è capito se si tratta di un difetto tecnico, oppure un errore del meccanico.

Saranno interessanti vedere i test collettivi di inizio maggio sulla pista toscana del Mugello, in attesa della prima tappa europea in Spagna, dove tradizionalmente si vedono importanti novità. Ma auguro che la Ferrari abbia trovato l’area in cui intervenire per risolvere i problemi, perché anche nel tempo sul giro sono stati troppo lontani dai primi.

Gian Carlo Minardi

F1 – Giovanni Minardi “ I top team non posso permettersi passi falsi”

FAENZA – La stagione sportiva è entrare nel vivo. Dopo la Formula 1 anche i campionati italiani di Formula ACI CSAI Abarth e Formula 3 hanno alzato il sipario con il primo appuntamento sulla pista di Valencia.

In attesa del GP del Bahrain e della tappa in Ungheria per le serie tricolori del prossimo 6 maggio, abbiamo raggiunto il manager faentino Giovanni Minardi impegnato a seguire il giovanissimo italo-canadese Nicholas Latifi nell’Italian Formula 3 European Series e il talento Davide Rigon, che a Monza ha firmato il suo ritorno nelle competizioni dopo un anno segnato dal terribile incidente di Istambul “Prima di tutto sono contento che sia tornato a correre dopo un anno molto sofferto e sono molto soddisfatto di quello che ha fatto in tutto il week end a Monza. Non ha perso il suo smalto e in qualifica è stato solamente sfortunato in quanto ha trovato ben due volte le bandiere rosse in pista e, nell’unico giro buono, dopo aver ottenuto i due migliori intertempi, è stato rallentato nell’ultimo settore da alcune vetture più lente. La domenica, nonostante non avesse mai guidato questa vettura sotto l’acqua, è stato il più veloce in pista. Direi che ha fatto un ottimo debutto in cui è mancato solamente il podio. Il team dovrà lavorare sui pit stop. Credo che anche in questo campionato potrà essere un grande protagonista

Con le tappe in Australia, Malesia e Cina è partito il mondiale di Formula1. Qual è il tuo bilancio sui top team?
Il mondiale di Formula 1 si è alzato molto di livello, nel senso che non abbiamo il dominio di un team solo. Nelle prime tre gare abbiamo avuto tre vincitori diversi. La Mercedes, dopo aver dimostrato una grande competitività in qualifica e qualche problema in gara, in Cina ha dimostrato di aver risolto l’handicap del consumo delle gomme. Da qui alla fine della stagione assisteremo ad una bella bagarre. A breve anche la Red Bull si unirà alla lotta per il primo posto, così come la Ferrari che dalle prime gare in Europa si presenterà con una vettura B.

Con i primi tre gran premi si è notato un compattamento delle prestazioni. Quanto potrà incidere questo fattore sulla lotta per il titolo?
Inciderà sicuramente in quanto abbiamo più team che possono ambire alla zona punti. Saranno senza alcun dubbio l’ago della bilancia. In Malesia l’abbiamo visto con il secondo posto di Perez su Sauber e in Cina con la Williams che ha piazzato due macchine in top 10. Poi non dobbiamo dimenticare Lotus, Force Indie e Toro Rosso. Da metà stagione in poi potremmo vedere delle distinzioni tra i big e gli altri, anche se comunque potranno sempre inseririsi nello lotta per la zona punti. Certamente i top team non si possono permettere passi falsi.

Il “gene” Minardi ti ha portato spesso a lavorare con piloti giovani e italiani. Come ti spieghi l’assenza dei nostri in F1?
Purtroppo è un discorso prettamente economico. In Italia abbiamo piloti veloci e meritevoli della Formula 1, ma oggi conta più la valigia del talento. Purtroppo in Italia aziende, team e case automobilistiche non investono sui nostri ragazzi. Abbiamo una Ferrari che ha attivato il programma FDA, i cui risultati arriveranno solamente tra qualche anno.

Quest’anno la tua Minardi Management si è rinnovata, puntando anche sulla consulenza sportiva. Cosa ti ha spinto in questa direzione?
Il mercato. I budgets richiesti per correre sono molto elevati e oggigiorno è molto difficile reperire le risorse sul mercato. Pertanto potersi appoggiare ad una figura che conosce l’ambiente e che possa dei consigli credo sia molto importante sia per i genitori (che sono i primi sponsor) sia per il pilota, soprattutto se si arriva dal kart. Si tratta quindi di una collaborazione occasionale.

Proprio con il canadese Nicholas Latifi hai inaugurato il nuovo corso. Che tipo di pilota è Nicholas e cosa ti aspetti da lui.
E’ alla sua prima stagione nelle formule, dopo due anni e mezzo nei kart. Pertanto mi aspetto che cresca nell’arco di tutta la stagione. Le doti non mancano, come ho potuto vedere fin dai primi test.

E’ un ragazzo che è passato dal kart alla formula 3. Su cosa deve lavorare e quali sono le difficoltà che potrà incontrare?
Il salto è importante e innanzitutto deve cercare di viaggiare il meno possibile per non arrivare troppo stanco agli appuntamenti importati. Poi deve lavorare sia sulla preparazione mentale e fisica sia con i suoi ingegneri per imparare ad analizzare ogni centimetro della pista. Il tempo a disposizione è poco e il lavoro è tanto.

A Valencia sono partiti i campionati italiani di Formula Abarth e Formula 3 con 11 monoposto per serie. Colpa della crisi oppure ci sono altri fattori?
La parte da leone lo fa il momento poco felice. Anche in queste serie mancano i piloti italiani e torniamo al discorso di prima. Purtroppo il nostro paese sta soffrendo più di altri. Poi si può sempre fare meglio, da parte delle Federazione, dai team e da noi stessi che non siamo riusciti a portare più giovani.

… inoltre in Europa ci sono tantissime (forse troppe) serie propedeutiche. Quanto è importante per un giovane fare la scelta giusta?
Anche le altre serie stanno soffrendo. La scelta del campionato è fondamentale perché per correre sono richieste somme importanti e buttare via i soldi non va mai bene. La scelta del campionato, e di conseguenza del team, è la base di partenza per arrivare nel miglior modo e nel minor tempo alla Formula 1, soprattutto oggi in cui l’età si è abbassata. Diventa però importante arrivare anche pronti al grande salto perché è difficile avere una seconda chance.

… quindi è fondamentale conoscere l’ambiente. Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione prima di fare una qualsiasi scelta?
Per il campionato, bisogna prima capire da dove si arriva. E’ importante non avere fretta e fare un passo alla volta senza crearsi delle visioni e programmare tutto il percorso con anticipo. Bisogna vedere come si comporta il ragazzo nell’arco di tutta la stazione e non avere la paura di ripetere lo stesso campionato. Passare di categorie con lacune tecniche non è di aiuto a nessuno. Sulla scelta del team bisogna conoscere, oltre al palmares, anche lo staff. E’ importante avere un’ampia conoscenza di tutte le persone (ingegneri e meccanici) che lavorano nelle varie scuderie.

F1 – GP CINA: Il punto … di Gian Carlo Minardi

SHANGHAI – Il Gran premio di Cina ha evidenziato una variabile interessante legata alle mescole, in cui in una forbice di 3-4°C la prestazioni possono cambiare notevolmente rendendo il campionato ancora più elettrizzante.

Detto questo bisogna fare i complimenti a Nico Rosberg, uno dei migliori piloti della griglia e autore di un week end perfetto: dalla pole position alla vittoria. Mi fa piacere che sia stato il tedesco della Mercedes a rompere l’egemonia dei campioni del mondo. Dopo Button e Alonso, Rosberg.

Alle sue spalle abbiamo visto 6-7 macchine che hanno dato vita ad una bella bagarre. In queste condizioni è molto facile incorrere in un errore. Una piccola sbavatura viene pagata pesantemente, come abbiamo visto sia con Raikkonen sia con Alonso. Il finlandese a pochi giri dalla fine occupava la seconda posizioni e dopo essere uscito dalla traiettoria si è trovato fuori dalla top ten.

Tre vincitori diversi per altrettanti gran premi con un bel compattamento delle forze in campo. Abbiamo distacchi minimi tra le monoposto con una McLaren che si è dimostrata la vettura più preparata e completa, come lo dimostra la classifica con Hamilton al vertice. Non dobbiamo certamente sottovalutare Red Bull, Mercedes, Lotus e la stessa Ferrari.

Ci avviamo a vivere una stagione ricca di sorprese. Gli outsider sono pronti a sfruttare ogni occasione lasciata libera dai top team. Oggi la Williams ha portato via punti importanti piazzando due macchine in top ten, ieri era stata la Sauber con Perez.. Un minimo errore viene pagato pesantemente in termini di posizioni. Lo abbiamo visto anche oggi con due errori importanti ai box da parte di Mercedes e McLaren. I pit stop sono determinanti e i decimi guadagnati nel cambio gomma sono importanti. Questo aumenta la tensione. La Mercedes oggi avrebbe potuto mettere due piloti sul podio. Occasioni come questo sono da sfruttare.

Tra solo una settimana si andrà in Bahrain, pista difficile dove bisognerà vedere se le gomme saranno ancora determinanti. Avremmo temperature più alte e mescole diverse. Sarà interessante vedere se anche le due compound saranno sensibili ai cambiamenti di temperatura.

Gian Carlo Minardi

F1 – Gian Carlo Minardi: 雪邦车赛的评论

雪邦-在雪邦的大奖赛 给了我们很大的演出。由天气条件帮助,它介绍了司机及团队的限制和优势。Fernando Alonso 使了很好的赛车。这个时候还需要祝贺由坏的选择被批评的Ferrari团队。
这个时候坑墙的工作非常好。 机械师的工作及战略都完美。这个雪邦成功应该是刺激为了技术工作来理顺与McLaren和Red Bull的差距。
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F1 – GP Malesia: IL PUNTO… di Gian Carlo Minardi

SEPANG – Il gran premio di Sepang ci ha regalato un grande spettacolo, aiutato anche dalla condizioni atmosferiche, evidenziando forze e limiti di piloti e team. Un grandissimo Fernando Alonso a cui bisogna affiancare anche i complimenti alla Ferrari che tante volte è stata criticata per scelte sbagliate. Continua a leggere

F1 – GP AUSTRLIA: IL PUNTO…. di Gian Carlo Minardi

MELBOURNE – Anche se una rondine non fa primavera, il motivo dominante di questa stagione potrebbe essere rappresentato dal compattamento verso l’alto delle prestazioni. Continua a leggere

F1 – Gian Carlo Minardi “I costi non si abbattono limitando i test”

giancarlo_minardi.jpg'Con i quattro giorni di prove sulla pista spagnola di Barcellona è sceso il sipario sui test invernali della Formula 1. Solamente in Australia, tre due settimane, potremmo sapere il vero valore di ogni singola monoposto. I veri valori verranno messi in campo
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F1 – Gian Carlo Minardi “Mi aspetto un compattamento nelle prestazioni”

La Formula 1 ha acceso i propulsori e aperto le danze. Con le prime due sessioni di test sui tracciati spagnoli di Jerez e Barcellona le scuderie hanno iniziato il lungo lavoro di svezzamento delle nuove creature e proprio mentre stiamo scrivendo, sul tracciato del Montmelò va in scena il terzo e ultimo atto, prima del vai in Australia.

Insieme a Gian Carlo Minardi abbiamo cercato di analizzare le prime uscite per capire meglio cosa ci potremmo aspettare dal nuovo mondiale “Questa del Montmelò è certamente la sessione più importante, che dovrebbe permetterci di captare qualche informazione in più sul 2012, anche se i segnali che arrivano indicano ancora una Red Bull in vantaggio su Ferrari, McLaren e Mercede. Un velo di incertezza avvolge la Lotus (ex Renault) costretta a saltare la penultima sessione.

In Ferrari stanno lavorando su diverse soluzioni che, se indovinate, potrebbero rappresentare lo step in più per passare al comando. E’ chiaro che solamente a Melbourne potremmo vedere il vero potenziale dei team che, proprio in occasione del gp inaugurale, mostreranno tutti gli assi nella manica,” analizza il manager faentino.

“Secondo quello che si può interpretare, escludendo gli ultimi tre team reclutati per far numero, mi aspetto un compattamento delle prestazioni verso l’altro, ovvero le seconde file si sono avvicinate alle prime con outsider molto interessanti. Force India, Toro Rosso, Williams e Sauber hanno fatto un bel passo in avanti. In certe gare potremmo avere delle sorprese a livello di punti. Proprio questo scenario potrà creare dei problemi seri agli ultimi della classe. Considerando che la Marussia deve ancora superare i crash test (quindi arriverà in Australia senza nemmeno un giorno di test con la nuova monoposto) e che la HRT ha appena avuto l’omologazione, la lotta contro il 107% diventa ancora più ardua. A queste realtà bisogna aggiungerci anche la Catheram.

In termini di strategia bisognerà vedere cosa succederà, se approvato come credo, con la limitazione della velocità in corsia box, che dovrebbe passare da 100 km/h a 60 km/h. Questo aspetto però è anche legato al comportamento delle gomme: se ci sarà un forte decadimenti nelle prestazioni come nella passata stagione il passaggio più lento in corsia box non inciderà sulla strategia, conclude Gian Carlo Minardi

Gian Carlo Minardi “Dobbiamo guardare avanti”

giancarlo_minardi.jpg'Ci siamo. E’ arrivato il nuovo anno e tra poco meno di un mese si alzerà il sipario sul Mondiale di Formula 1 con il primo Gran Premio sulla pista di Melbourne, ma per i nostri piloti non è arrivata la tanto sperata fumata bianca; anzi c’è stato un bel fumo nero che ha spazzato via il tricolore dalla griglia di partenza.
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F1 – Ferrari, ora devi rischiare di brutto!!

Si è concluso un nuovo anno e sembrava ieri che iniziavo a scrivere il primo articolo della stagione. E’ stato un anno fantastico all’insegna dei sorpassi e, purtroppo per il popolo ferrarista, della Red Bull. Una RB che sembra inavvicinabile.

Anche domenica ha giocato con le strategie spostando le carte e facendo in modo che Fernando Alonso scendesse dal gradino del podio nella classifica dei piloti. Questo la dice lunga sul loro potenziale, anche perché manca veramente poco al 2012. Non so quanto sia possibile recuperare 8 dec. da un team che sembra imbattibile. Facendo “chiacchiere da bar” pare che stiano lavorando su soluzioni incredibili, nonostante il divieto degli scarichi soffiati.

Tornando al GP, il solo sorpasso di Alonso meritava il prezzo del biglietto di Interlagos o l’abbonamento televisivo. Questo dimostra che abbiamo una grande Red Bull, un buon Vettel ma uno straordinario Alonso. Da solo ha salvato la stagione della Ferrari. Lo dimostra che Massa non è salito sul podio per tutta la stagione e anche domenica è stato autore di una gara in secondo piano, mai incisivo e aggressivo.

A differenza della Scuderia del Cavallino la McLaren ha saputo ottenere una buona uniformità nei risultati con tutte le mescole, mentre la “Rossa” si salva solamente con le morbide. E’ troppo il divario con le dure La Pirelli ha fatto cose che non mi sarei mai aspettato ad inizio anno. Auguriamoci che questo inverno porti consigli e che i cambiamenti in atto all’interno del team possano portare soluzioni avveniristiche. Bisogna rischiare di brutto. In 2 mesi non sarà facile annullare un gap di 7-8 dec, con una continuità di regolamenti.

Dietro i tre top team si è piazzata nuovamente una Force India, autore di un bellissimo campionato come dimostra il sesto posto nel mondiale, subito alle spalle di case o team ufficiali. Si sono avvicinati tantissimo ad una Renault che sul finale ha tirato i remi in barca pensando principalmente al 2012. Direi che hanno monetizzato al meglio il rapporto budgets/risultato. Sul fronte Renault la mancanza di Kubica ha pesato notevolmente. Nei test ufficiali erano davanti e questo significa che senza il polacco sono venuti a mancare i riferimenti. Petrov e Heidfeld non sono riusciti a portare avanti lo sviluppo del team. Bella anche la lotta tra Sauber e Toro Rosso che in tre punti si sono giocati il settimo posto. L’arrivo di Kimi Raikkonen alla Lotus Renault è la ciliegina sulla torta per questa F1. Il prossimo anno avremmo quindi 6 campioni del mondo. Questo sarà sinonimo di competitività e grande richiamo.

Sempre sul fronte dei piloti il prossimo anno avremmo l’esordio di Pic al volante della Marussia, anche se potremmo valutarlo solamente nel corso della stagione. Purtroppo senza le prove libere del venerdì mattina diventa difficile mettere alla prove i giovani sulla base del loro talento (e non del budgets). C’è ancora grande movimento tra le squadre di terza fascia dove si esibiscono però i giovani con alle spalle grandi risorse economiche derivanti da politiche pubblicitarie dei loro governi. Questo concetto manca in Europa e soprattutto in Italia. Berni ha ragione quando dichiara che l’Europa è morta.

Oggi abbiamo una fascia di giovani piloti che non potranno sempre fare affidamento su famiglie o amici importanti. Pertanto si rischia di perderli. Questo discorso però vale anche per le moto. C’è una grande volontà da parte di ACI, CSAI e FDA a supportare i ragazzi, ma non basta. Ci vorrebbe una partecipazione esterna. Non è come nel calcio che basta un pallone e un paio di scarpe… Non possiamo mettere in mostra questo che riusciamo a produrre

Gian Carlo Minardi

Giancarlo Minardi. Da Martini ad Alonso, una vita di corsa

Giancarlo Minardi racconta 35 anni di gare, dalla Formula Italia alla Formula 1. Questo il titolo del voluminoso libro uscito dalla penna di Stefano Pasini (edizioni C&C) dedicato alla storia del Team Minardi, dalla sua gestazione a metà degli anni ’70 e fino al suo esordio in Formula 1 nel 1985, passando per le tante vicissitudini di una carriera che si conclusa forse prematuramente nel 2005, con il passaggio di consegne alla Red Bull Toro Rosso. A Palazzo Meneghini di Castiglione un’intervista dal vivo, organizzata dalla libreria MR Libro in collaborazione PresentARTsì, con Luca Martini curioso intervistatore davanti a una sala piccola ma gremita.

Una storia che comincia da lontano, dalle prime gare in Formula Italia con i meccanici e i tecnici che erano “come un gruppo di amici”, poi la nascita del Team Minardi nel 1980, con la GM75 che Giancarlo chiama così in onore e in ricordo del padre. I contatti con l’Alfa Romeo prima del debutto in F1, poi gli ingegneri ‘esportati’ dalla Ferrari come Giacomo Carini, la motorizzazione a cura dei Motori Moderni, le turbine che l’ingegner Enzo Ferrari regalava al piccolo team con sede a Faenza, “quelle che loro buttavano via e che noi riutilizzavamo per molte gare“.

La telefonata da brividi con Luca Cordero di Montezemolo, il lungo colloquio con Ferrari, “durante il quale ho fumato un pacchetto di sigarette”, i primi accordi e la gestione di una macchina modello 312T “per allevare giovani piloti italiani”. E il primo punto nel 1988 con Pierluigi Martini, il pilota che più sta a cuore a Giancarlo Minardi, e che ha corso per lui 103 Gran Premi, quasi un terzo della storia della scuderia tutta made in Italy. “Ai tempi si pigliavano punti solo fino al sesto posto, arrivare sesti era come vincere un GP, quel punto valeva dei milioni! Ero un costruttore ma non vendevo le mie auto, le usavo solo per le gare, facevo fatica a reperire i budget e cercavo gli sponsor proprio per trovare la linfa necessaria a sopravvivere“.

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Con contratti part time per i motori, e accordi con la Magneti Marelli “che sperimentava su di noi i pezzi che poi sarebbero andati sulla Ferrari“. E la gara di Interlagos in cui nella macchina di De Cesari c’erano solo 60 litri di benzina (a fronte dei 190 delle altre vetture in gara), e dopo la scalata di posizioni fino al quarto posto, ma con rottura del motore, sponsor e addetti ai lavori che dichiaravano stupiti “Ma allora la Minardi è competitiva!“. E gli screzi con Ron Dennis (“Non gli ho mai dato la mano per almeno 15 anni, fino a quando non ho fatto l’opinionista per Sky“), e l’accorato ricordo di Ayrton Senna, come Martini un pilota ma un vero amico. Che nel 1993 (l’anno della firma con la Williams) promise al buon Minardi di correre per lui non appena avrebbe vinto i cinque campionati mondiali a cui il pilota brasiliano ambiva.

Forse l’ultimo e amaro ricordo di una F1 che non c’è più, e che più non tornerà. “Io ho fatto tutta la gavetta mentre oggi (vedi Virgin o la nuova Lotus) c’è tanta gente coi soldi che compra i capannoni e le scuderie. Io ricordo anni stupendi, piloti umili e rapporti umani diversi. Come Clay Regazzoni che veniva a correre per me i F2, e gratis! Nel paddock c’erano proprio tutti, ora ci sono i motorhome che hanno snaturato lo spirito che più mi piaceva. Ho sempre cercato di mantenere, fin quando ho potuto, un certo tipo di rapporto quasi familiare, da buon romagnolo.. Poca vita mondana e tanta vita da box, fino a 20 ore al giorno nel paddock“.

Adesso sono cambiate le generazioni e le tecnologie, l’elettronica quasi non esisteva. Anche se è difficile fare un paragone tra epoche diverse, allora ci voleva una guida più fisica, una concentrazione diversa, un modo di approcciarsi tutto diverso.. la voglia di mettersi in gioco, e di farsi vedere al mondo“. Il libro racconta anche questo, quel pizzico di nostalgia per quella F1 che non c’è più. Con le immagini e le parole di un uomo che di piloti ne ha visti tanti, 37 in poco più di 20 anni, da Alessandro Nannini a Pierluigi Martini, da Marc Genè a Fernando Alonso, da Adrian Campos a Mark Webber. Quando la passione non finisce mai.

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