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Il Made in Italy torna di moda

La nuova stagione agonistica è ormai alle porte e, oltre alla Formula 1, anche i vari campionati propedeutici stanno completando le griglie di partenza. Come già successo per il 2013, anche il nuovo anno sta nascendo sotto la migliore stella per il tricolore, con tantissimi giovani impegnati nei Campionati più importanti a livello internazionale, nonostante un periodo di recessione che rende i lavori più complicati.

Gimmy Bruni, Davide Rigon, Luca Ghiotto, Antonio Fuoco, Raffaelle Marciello, Riccardo Agostini e Antonio Giovinazzi sono solo alcuni dei nomi che proveranno a far risuonare ripetitivamente l’Inno di Mameli negli autodromi più importanti, dal FIA WEC alla GP2 passando per la F.3 Euro Series “Arriviamo da un momento di grande riorganizzazione, sia a livello Karting che delle formule. Come ACI-CSAI e Scuola Federale stiamo raccogliendo i primi frutti di sei/sette anni di lavoro e anche l’Italia sta recuperando credibilità e forza a livello politico grazie al Presidente Sticchi Damiani” commenta Gian Carlo Minardi al sito www.minardi.it “L’obiettivo è quello di tornare ai fasti degli ’80. Oggi abbiamo due prime guide come Bruni e  Rigon pronti a difendere i nostri colori su altrettante Ferrari di AF Corse nel Mondiale FIA WEC, un Raffaelle Marciello in GP2 con Racing Engineering, Luca Ghiotto pronto al grande salto con Draco in WSR 3.5 e un bel trio Fuoco-Agostini-Giovinazzi nell’Europeo F.3” prosegue il manager faentino

L’Italia inoltre sarà la prima nazione a trasformare in realtà, con una vettura tutta Made in Italy, il progetto Formula 4, fortemente voluto dalla FIA e dal suo Presidente Jean Todt. Telaio TATUUS, Motore FIAT, Pneumatici PIRELLI sono i principali ingredienti “Con grande orgoglio quest’anno daremo vita al primo Campionato Formula 4 e lo faremo con una vettura nostrana. Tutti i bandi infatti sono stati vinti da aziende italiane. Solo il cambio, per volontà delle Federazione Internazione, arriva da oltralpe. Ad aprile sono programmate le prime consegne da parte del costruttore e per il mese di maggio i primi due test collettivi sui tracciati di Vallelunga e Adria” I riscontri positivi arrivano anche dalle prenotazioni “Sono oltre venti le vetture prenotate fino ad oggi con l’ingresso anche di realtà già impegnate in altri campionati. Da parte di qualcuno c’è la volontà di creare una proprio filiera per preparare i giovani a diversi palcoscenici, con un futuro sia a ruote coperte che tra le formule

Un segnale di questa rinascita arriva anche dal Gruppo FIAT che si sta riaffacciando al mondo delle corse “E’ un segnale certamente positivo. Dietro agli anni d’oro targati ‘70-’80 c’era la forte presenza del gruppo torinese” conclude Minardi “I ragazzi che arrivavano dalle formule propedeutiche trovavano uno sbocco professionale grazie all’ impegno della FIAT in tantissime categorie, cosa che in questi ultimi anni forse è venuta a mancare. Serve anche questo per provare a ritrovare gli splendori di una volta

Tra Conferme e Supposizioni si va verso il Bahrain

Manca ancora più di un mese al Gran Premio di Australia e con alle spalle solo Jerez, il primo test stagionale, stiamo già assistendo a cambiamenti di  Tecnici e Team che, preoccupati per i problemi motoristici incontrati, si stanno muovendo in ottica 2015. Sembra di assistere ai movimenti del mondo del calcio, quando in pre-campionato “saltano” le prime panchine o le squadre ricorrono al mercato di riparazione.

Nonostante Renault,  Red Bull e Toro Rosso si impegnino a trasmettere tranquillità e serenità nei loro comunicati e interviste, dalle informazioni che circolano, la situazione pare più complicata del previsto e di non facile risoluzione. Sembra che in  casa Red Bull stiano esplorando  un possibile cambiamento di motorizzazione per il 2015, mentre in Toro Rosso è saltato il sesto/settimo Direttore Tecnico della loro storia. Sul fronte motori poi – dalle informazioni provenienti al di fuori dai confini nazionali –  la Renault sta provando a fare “shopping” di tecnici oltre i confini transalpini (ricevendo risposte negative), cosa praticamente mai successa prima, in quanto  ha sempre cercato di difendere, giustamente, la propria tecnologia. Queste notizie non possono che alimentare sospetti, in base a quanto si vocifera, sulla probabile esistenza di problemi strutturali del propulsore, che sembrano essere di non facile risoluzione nel breve. Alcune case costruttrici, non attualmente impegnate nel Mondiale F.1, hanno già pronto una loro personale unità e stanno valutando una loro scesa in campo, anche se rallentati dalle difficoltà di trovare partnership importanti, a meno che queste perplessità non vengano superate sfruttando  l’attuale debacle Renault. Ovviamente mi auguro di poter essere smentito già tra qualche settimana quando in Bahrain, secondo test pre-campionato, potremo vedere i miglioramenti messi in atto dai Team e dai Motoristi.

Stiamo certamente vivendo un momento caotico per la Formula 1.

Sentiamo parlare sempre più spesso di un Salary Cap da fissare in 200 milioni di dollari. Attualmente però solamente tre o quattro team superano questo tetto, mentre la realtà di tutti gli altri partecipanti è ben lontana da queste cifre e le difficoltà con le quali debbono convivere sono sotto gli occhi di tutti. Forse queste esternazioni sono alimentate per distrarre la gente dai veri problemi della F.1. Come abbiamo sottolineato in passato (oggi anche altri autorevoli personaggi del Circus confermano)  la F. 1 va  rivista in tutti suoi aspetti. Non è accettabile che oggi ci siano team con  tre Team Principal al posto di un unico Proprietario o Direttore Generale e  che una vettura non abbia più un solo padre putativo con in mano l’intero progetto della vettura. Attualmente c’è un Responsabile per l’installazione  Motore, uno dell’area Aerodinamica , uno per la Produzione, uno per la gestione pista, uno per l’elettronica ecc. ecc. In questo modo viene a mancare la visione completa del progetto, oltre ad un aggravio di costi e l’ottimizzazione delle risorse,  con aumenti esponenziali di maestranze nei Team. Questa scelta è certamente figlia dello sviluppo, ma forse non è la strada giusta. Occorre fare qualche passo indietro prima di parlare di Salary Cap.

Nei giorni scorsi avevo voluto attirare l’attenzione sull’argomento sicurezza nei circuiti e sulle strutture Tecniche della FIA. Anche qui, con soddisfazione, ho notato che il problema è stato affrontato e discusso da Professionisti che hanno evidenziato e sottolineato le criticità emerse.   Ad oggi la FIA non ha informato i circuiti e delineato linee guida su come ci si debba comportare durante il recupero di una vettura ferma in pista. La conferma è arrivata dalla Sig.ra Rossella Amadesi, Responsabile CEA Squadra Corse. I Leoni della CEA Squadra Corse sono i migliori al mondo e questo rappresenta un valore aggiunto e una maggiore tranquillità per l’organizzatore del G.P d’Italia, ma trovo assurdo che a metà febbraio non siano ancora state diramate le dovute informazioni che potrebbero prevedere, oltre a sessioni formative anche dei costi aggiuntivi derivanti dall’acquisto di nuove attrezzature o divise da utilizzare nella stagione 2014.

Tutto questo fa parte di un’altra critica da me sollevata nei confronti della FIA, ripresa dall’Ingegnere Cadringher – ex responsabile FIA per i regolamenti negl’anni 80 – su un noto settimanale (Autosprint), dove anche per lui gli uomini preposti alla stesura dei regolamenti non hanno una visione globale.

Detto questo andiamo in Bahrain, attenti ad individuare i progressi dei Team che hanno incontrato i problemi maggior a Jerez, osservando se la Mercedes confermerà la sua affidabilità e competitività e se la Ferrari, che a detta degli uomini di Maranello è in linea con le aspettative, ci darà delle indicazioni  positive sulla stagione alle porte.

Gian Carlo Minardi “Non si abbandona mai la nave”

Sulla pista di Jerez è trascorso anche il terzo dei quattro giorni che caratterizzano questa prima uscita della Formula 1 targata 2014. Senza tenere in considerazioni i riscontri cronometrici – siamo 1 sec più lenti delle GP2 – quello che salta all’occhio sono il grande quantitativo di giri messi insieme in casa Ferrari con Alonso (58), McLaren (50 con il debuttante Magnussen e 40 con Button) e Mercedes con Hamilton (62).

Ancora problemi per la Red Bull-Renault il cui stato maggiore ha salutato il circuito con un giorno di anticipo “Vedere lo staff del team Campione del Mondo lasciare la scena non è certamente un segnale positivo. Il comandante non deve mai abbandonare la nave. Potrebbe essere un segnale importante sull’entità dei problemi, considerando anche che manca ancora un giorno alla chiusura della sessione. Si è sentito parlare di una furiosa litigata tra Adrian Newey e il responsabile dei motori Renault White” commenta Gian Carlo Minardi al sito www.minardi.itMi viene difficile interpretare questo fuggi-fuggi, soprattutto quando manca ancora un giorno. In pista si possono analizzare i correttivi immediati” sottolinea il manager faentino

Dopo tre giornate abbiamo una Mercedes-Mercedes con sulle spalle la bellezza di 177 tornate, seguita dalla Ferrari con 136 passaggi, dalla McLaren-Mercedes con 133 (il primo giorno è rimasta ferma nei box) e dalla Williams-Mercedes con 89 giri. Soffrono invece i team motorizzati Renault, con la Red Bull ferma solamente a 14 passaggi “Siamo solamente al terzo giorno di shake-down. Una volta i team effettuavano queste prove privatamente prima di andare in pista, mentre ora sono obbligati a farlo pubblicamente. I problemi a cui stiamo assistendo sono di normale gestione, soprattutto perché stiamo parlando di una Formula 1 nuova a 360°. Proprio per questo non analizzo i riscontri cronometrici, soffermandomi piuttosto sui propulsori. A quanto possiamo vedere il motorista Mercedes ha interpretato al meglio i nuovi regolamenti, seguito da una Ferrari che gira e macina chilometri con i suoi due piloti. In netta difficoltà invece i Renault. Chissà, forse la Lotus ci ha visto molto lungo…” prosegue Minardi “Osservatori esterni, attraverso l’uso di strumentazione fonometriche, sostengono che ad oggi le macchine non utilizzano tutti i 15.000 giri/min dei loro propulsori. Proprio per questo guardiamo con curiosità e interesse i tempi, ma è presto per giudicare

Salutata la Spagna il circus della Formula 1 si trasferirà in Bahrain dove farà il suo debutto anche la Lotus “Dal 19 febbraio si andrà in Bahrain dove le temperature saranno sicuramente molto più alte. Se già adesso alcuni hanno problemi di raffreddamento non oso pensare cosa potrà succedere a Sakhir” conclude il faentino “Da queste prime prove abbiamo visto come qualcuno sia stato più bravo a lavorare Indoor e sinceramente sono stupito, in negativo,  dalla Renault

La Formula 1 cavalca le nuove frontiere dell’informazione

Aspettando di vedere le nuove forme di Red Bull, Mercedes, Marussia e Caterham e dopo le presentazioni on-line firmate McLaren MP4-29, Ferrari F14-T, Sauber C33-Ferrari e quelle virtuali di Williams, Force India e Lotus grazie ai nuovi mezzi di comunicazioni, il Mondiale di Formula 1 è pronto ad entrare nel vivo con la prima giornata di test collettivi a Jerez.

Il Circus si prepara a vivere e a scrivere un capitolo completamente nuovo della sua storia, non soltanto per le numerose novità tecnico-sportive, ma anche dal punto di vista della comunicazione

Siamo in un momento epocale. L’informazione sta cambiando velocemente grazie a internet e giornali e riviste, purtroppo, arrivano sempre dopo. Le notizie sono già “bruciate” dal web, con i suoi Social Network e i siti internet” commenta Gian Carlo Minardi tramite le colonne del sito www.minardi.it “La massima serie sta cercando di percorrere al meglio le strade messe a disposizione dai nuovi mezzi di comunicazione, e così in questi giorni abbiamo avuto una rincorsa a chi presentava per prima la macchina, attraverso anche anteprime virtuali non preannunciate. Si ha la sensazione che tutti vogliano rivendicare la paternità di una soluzione tecnologica.  

In pochi secondi è possibile far arrivare in tutto il mondo una notizia o un’immagine fotografica, cosa impensabile fino a qualche anno fa quando ci si doveva appoggiare a giornali o telecamere. Sinceramente sono molto d’accordo su questo tipo di presentazione, in quanto a mio avviso è inutile spendere soldi in presentazioni spettacolari che non hanno nulla a che vedere con la tecnologia” prosegue il manager faentino “C’è sicuramente ancora molto su cui lavorare, ma bisogna provare a recuperare audience, soprattutto nel vecchio continente. I numeri della F.1 sono pareggiati dall’arrivo di nuovi mercati, me certamente si è persa un po’ di popolarità in Europa

In questi giorni l’ambiente Formula 1 è stato anche scosso dall’improvviso abbandono del Team Principal Lotus, Eric Boullier. Dalle prime battute Boullier era stato dato molto vicino alla poltrona di Whitmarsh, con il 55enne britannico pronto ad approdare in Lotus “La decisione di Lopez di riprendere in mano in prima persona le sorti del team la vedo in modo positivo. Anche se l’ho accettato, ho sempre criticato l’arrivo dei manager in Formula 1. Ora a capo delle scuderie abbiamo dei manager, che oggi ci sono e domani chissà. Una volta il team principal era anche il proprietario del team” analizza il fondatore dell’omonimo team di F1

Gian Carlo Minardi “Zanardi, un esempio per tutti noi”

Dopo due medaglie d’oro e una d’argento ai Giochi paralimpici di Londra 2012 in handbike e i tre titolo mondiali su strada, Alessandro Zanardi è pronto a tornare al volante di una vettura Gran Turismo.

A distanza di quattro stagioni dalla sua ultima corsa, l’ex pilota di Formula 1 e campione Cart sarà impegnato al volante della BMW Z4 GT3 nella Blancpain GT Sprint “Bisogna fare a Zanardi un grandissimo in bocca al lupo. In questi ultimi anni ha dimostrato tutto il suo valore andando a vincere ben due medaglie d’oro alle ultime Paraolimpiadi – non prettamente il suo sport – e ora è pronto a rimettersi in gioco a 47 anni” commenta Gian Carlo Minardi

“Sarà una sfida certamente non facile per molti aspetti. E’ stato lontano dalle corse per diverso tempo e dovrà rientrare nei ritmi di una vettura da corsa. Stiamo però parlando di un ragazzo determinato, un esempio per tutti. Da un atleta come lui noi tutti dobbiamo solamente imparare. E’ la prova vivente che con la forza di volontà e la testardaggine si possono raggiungere traguardi importanti”

Alessandro Zanardi firma il suo ingresso in Formula 1 nel 1991 con la Jordan, prendendo parte alle ultime tre gare. Nell’anno successivo Gian Carlo Minardi chiama il bolognese per sostituire l’infortunato Christian Fittipaldi nei GP d’Inghilterra, Germania e Ungheria “Ho avuto la fortuna di conoscerlo quando era molto giovane. Tornando a quegli anni rimane solo un rimpianto. Se avesse avuto la preparazione fisica di oggi, la sua carriera in Formula 1 sarebbe stata certamente diversa. Oggi ha un fisico eccezionale, cosa che gli mancò nel 1992. Abbiamo avuto un rapporto piacevole, ma anche dei problemi. Io ero solo alla mia ottava stagione e lui non era pronto fisicamente” ricorda il manager faentino “Tornando al presente gli faccio ancora un grandissimo in bocca al lupo per la sua nuova sfida”

Minardi “Una pazzia entrare in F.1 senza una storicità”

Da qualche mese la FIA ha aperto un nuovo bando per scovare nuovi team interessati ad entrare nel Mondiale di Formula 1, com’era successo nel recente passato  con l’ingresso nel 2010 di HRT, Virgin Racing (oggi Marussia) e Lotus Racing (oggi Caterham)

Ad oggi sarebbero tre le realtà interessate al bando: Stefan GP, Haas Racing e una compagine diretta da Colin Kolles “Entrare in Formula 1 senza una storicità è da pazzi. Non puoi inventarti costruttore dall’oggi al domani” commenta Gian Carlo Minardi “Ho la sensazione che siano più spot pubblicitari che altro. Far entrare team che non hanno nulla a che vedere con la parola Costruttore non porterebbe nessun vantaggio all’ambiente F1

In effetti gli ultimi ingressi hanno dimostrato quanto sia difficile fondare un team partendo da zero “Il recente passato dovrebbe fare scuola. Gli ultimi arrivati si sono inventati costruttori, senza avere alle spalle un passato. Se poi ci aggiungiamo anche la difficoltà nel reperire le risorse economiche il quadro è veramente completo “prosegue il manager faentino che, partito dalla Formula Italia, ha messo insieme con il suo Minardi Team la bellezza di 340 GP in 21 anni di F.1, passando per la Formula 2 degli anni ‘80 “Diversa invece è la situazione dell’attuale Team Lotus o della Red Bull Racing. La compagine diretta da Eric Boullier ha radici profonde fin nella Formula 2 nascendo dalle “ceneri” di Renault, Benetton e Toleman, mentre la Red Bull ha acquisito la struttura ex-Jaguar Racing (prima Stewart Grand Prix)”

Il nuovo team prenderebbe il posto lasciato libero dalla HRT, che ha salutato il Circus due anni dopo il suo ingresso per problemi finanziari. Il 28 Febbraio FIA e FOM dovrebbero diramare le prime comunicazioni in merito. Restiamo in attesa

Gian Carlo Minardi “Priorità al presente”

Siamo entrati in una settimana cruciale per la Formula 1. Nella giornata di mercoledì, Team Principal e Presidente FIA Jean Todt si incontreranno intorno ad un tavolo per discutere dei provvedimenti presenti e futuri, a cui farà seguito la presentazione (virtuale) di alcune monoposto e la prima sessione di prove collettive sulla pista spagnola di Jerez, in programma a partire dal 28 gennaio

Il Salary Cap in previsione 2015 è certamente un argomento fondamentale per la sopravvivenza del Circus, ma  nella scaletta di mercoledì sarà importante mettere in cima i problemi attuali che attanagliano la Formula 1 di oggi, nonostante le dichiarazioni di rito dei diretti interessati.

In questo momento abbiamo diverse realtà che lottano con gli aumenti esponenziali dei costi, derivanti dalle importanti novità tecnologiche introdotte, e la mancanza di sponsorizzazioni. Ad esclusione  dei primi due-tre team del mondiale, gli altri navigano in acque molto agitate. Una volta il tam-tam classico era la sopravvivenza o la chiusura di un piccolo team come la Minardi, mentre ora sentiamo di una Lotus – quarta forza del mondiale – in forte difficoltà o di una McLaren che non supera i crash test, ecc…

La Formula 1 è sempre stata la massima espressione della tecnologia e la strada intrapresa abbraccia quelle che saranno le caratteristiche delle prossime auto di serie: recupero dell’energia, riduzione dei consumi e i motori turbo. Solo la competizione sportiva può aiutare velocemente la ricerca, ma a mio avviso sono errate le tempistiche. Non sono stati presi correttamente in esame i campanelli d’allarme sulla difficile situazione economica mondiale. Non dimentichiamoci che la Formula 1 è l’evento mediatico più seguito, dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio – che arrivano però solo ogni 4 anni – mentre i Gran Premi si corrono ogni 15 giorni. Pertanto il Circus non può permettersi scelte poco ponderate, come il raddoppio dei punti per rendere più spettacolare un mondiale, che per la mia storicità è assolutamente fuori logica.  A mio avviso l’attuale regolamento è troppo penalizzante. In questo momento il numero di motori e di cambi a disposizione per ogni pilota è troppo ridotto così come le giornate di prove, soprattutto in virtù delle numerose novità introdotte e delle problematiche che i team stanno affrontando. I ritardi sulla tabella di marcia sono evidenti e questo inciderà sull’affidabilità, sulla performance delle vetture e sulla sicurezza.

Siamo arrivati oltre metà gennaio e a breve inizierà la prima giornata di test collettivi sulla pista di Jerez. Chi ci sarà? In che condizioni gireranno? Come affronteranno i primi appuntamenti? Ho l’impressione che il Mondiale potrà essere vinto non da chi avrà le migliori soluzioni tecniche, ma da chi riuscirà a tagliare il traguardo. L’affidabilità diventerà la vera arma vincente. In un ambiente competitivo e tecnologico come il Circus, i problemi economici si ripercuotono non solamente sulla ricerca tecnologica, ma anche sull’affidabilità delle varie componentistiche.

La F1 sta vivendo un momento difficile; i problemi di Mr E. si ripercuoteranno sull’ambiente? Nonostante dichiari di avere il pieno appoggio dei team, sarà sempre il punto di riferimento o da questa riunione emergeranno nuove figure?

Mi auguro che vengano presi in esame i numerosi problemi in ottica 2014 per garantire credibilità,  uno spettacolo e una competitività degna di questo sport, prima di pensare al futuro prossimo

 

Gian Carlo Minardi ospite a Madrid da Fernando Alonso

In occasione dell’inaugurazione della “Fernando Alonso Collection”, esposta al Centro de Exposiciones Arte Canal di Madrid, Gian Carlo Minardi è stato ospite del campione spagnolo rivivendo insieme a lui gli inizi della sua memorabile carriera in Formula 1, avvenuta proprio per mano del manager faentino e del suo Minardi Team nel 2001

Una collezione straordinaria di vetture, trofei e memorabilia sulla carriera del pilota spagnolo, ma anche un viaggio interattivo nella storia di Fernando. L’esposizione si compone di sei sezioni tematiche: “Km 0”, dove si parla dei primi passi di Alonso nel mondo dei motori; “La colección”, dove ci sono le monoposto con cui Fernando ha corso, sia di Formula 1 che di quelle minori; “Circuito Alo”, dove è possibile fare un viaggio interattivo nella carriera sportiva e nella vita di Fernando; “Start Your Engines!”, un’esperienza audiovisuale nella Formula 1, per condividere la passione che l’asturiano ha per questo sport; “F1 Experiences”, dove si scoprono i segreti sulle innovazioni tecnologiche che contrassegnano la massima competizione automobilistica; “275.000 km de emoción”, un video in cui il pilota della Ferrari ripercorre tutta la sua carriera. La mostra, organizzata dalla Fondazione Fernando Alonso e da Canal de Isabel II Gestión, costituisce l’embrione di quello che sarà il Museo Fernando Alonso, che aprirà ad Oviedo.

E’ una mostra veramente molto bella e una collezione sensazionale. Straordinaria l’intuizione da parte dei genitori di Fernando di conservare tutto il materiale sportivo, dai primi kart, tute, guanti e trofei. Vedere esposta la Minardi 2001 e la tuta con cui ha esordito in Formula 1 mi riporta con la mente a dei bellissimi ricordi. Devo fare i complimenti a tutti per l’organizzazione della mostra. E’ stata anche l’occasione per rivedere amici come Flavio e Stefano” commenta Gian Carlo Minardi

Alla cerimonia inaugurale infatti Fernando ha voluto accanto a sé non soltanto la sua famiglia e i suoi amici più cari ma anche tutti i team principal del suo cammino in Formula 1, da Gian Carlo Minardi a Flavio Briatore, da Martin Whitmarsh a Stefano Domenicali.

Mercato piloti, quante incognite!

Domenica è calato il sipario sul Mondiale di Formula 1 e la mente di piloti e team è certamente già rivolta al 2014. I lavori però non fervono solamente nelle officine per preparare i nuovi bolidi, ma anche dietro le scrivanie e nelle sale riunioni per cercare di completare il puzzle della griglia di partenza. Ad oggi sono ancora tanti e troppi i pezzi mancanti per completare l’opera

Hulkenberg, Maldonado, Perez, Grosjean, Di Resta sono solo alcuni dei nomi che ad oggi sono sul mercato senza un contratto e Lotus, Sauber, Force India, i team più importanti della fascia B che vantano dei sedili liberi. Un fatto certamente anomalo per la Formula 1 moderna. Di norma, a restare indietro, erano prevalentemente le piccole scuderie. Lotus e Sauber inoltre stanno ancora sognando i capitali dall’Arabia e dalla Russia.

La causa la possiamo certamente ricercare nel difficile momento che sta vivendo l’economia mondiale, ma soprattutto nel forte aumento di costi che i team saranno chiamati ad affrontare nelle prossima stagione “Ci troviamo di fronte ad un cambio di regolamento che farà impennare i costi, non ancora del tutto valutabili poiché sarà una stagione ricca di incognite e imprevisti” analizza Gian Carlo Minardi “Con i motori turbo è veramente complicato prevedere i costi in quanto i punti interrogativi sono numerosi. Io ne so qualcosa, visto che il mio ingresso in F.1 nel 1985 è coinciso con l’era turbo. Alcune scuderie sono già in difficoltà prima di iniziare, figuriamoci a stagione inoltrata” La rottura del propulsore francese sulla vettura di Grosjean in Brasile potrebbe essere anche un campanello d’allarme in ottica della prossima stagione, in cui saranno previste solamente cinque unità dei nuovissimi motori turbo, per pilota “Se con otto motori super collaudati si arriva ad una fumata, chissà cosa potrà succedere il prossimo anno. Questi cedimenti si traducono in costi e retrocessioni

La scelta della line-up potrà essere dettata da una media ponderata tra valori tecnici ed economici “Prevedere i prossimi passi non sarà facile in quanto i parametri da tenere in considerazione sono molteplici. Il fattore principale che influenzerà la scelta è il giro di soldi intorno ai piloti. Abbiamo sulla piazza un Maldonado e un Perez, che in questi anni hanno potuto contare su appoggi economici importanti. Bisognerà capire se tali capitali saranno confermati. Ad esempio Maldonado, dato molto vicino alla Lotus, ha accennato che la PDVSA potrebbe lasciare il circus. Perez, scaricato dalla McLaren nonostante sia stato in grado di mettere in ombra Button, molto probabilmente non godrà del medesimo appoggio. Diversamente non comprenderei la mossa di Woking. Diversa la situazione per Nico Hulkenberg che si è guadagnato lo stipendio a suon di punti. Il tedesco è il classico esempio di ottimo investimento il cui ritorno si traduce in un buon piazzamento all’interno della classifica costruttori.  Il settimo posto della Sauber è opera sua e ha portato nelle casse del team svizzero una buona fetta dei diritti televisivi. Di conseguenza sarà importante amalgamare un driver in grado di portare punti pesanti con un giovane che possa garantire una copertura finanziaria”

Il 2014 sarà caratterizzato anche da una rivoluzione a livello motoristico “La Marussia ad esempio passerà ai propulsori Ferrari che le permetteranno di fare un passo in avanti. Di conseguenza potrebbe mettere in moto nuovi arrivi. Certamente confermeranno Bianchi, ma non dimentichiamoci che c’è un Chilton con una grande disponibilità economica che potrebbe smuovere ulteriormente le acque. Qualcuno potrebbe rischiare di restare fuori. Lo stesso Perez ha dichiarato che non è disposto a fare da comparsa” conclude il manager faentino

Ci aspetta un inverno incandescente.

Un successo l’Individual Races Series

Ha riscosso il pieno dei consensi la prima competizione dell’Individual Races Series, gara in pista con regole da cronoscalata. L’iniziativa sperimentale è stata voluta per far scoprire ai piloti della “montagna” l’ebbrezza della pista con costi molto contenuti. Inoltre, la gara si colloca alla fine della stagione ufficiale delle corse in salita, offrendo a quanti non vogliono parcheggiare l’auto da corsa in garage l’opportunità di correre ancora.

La gara, che ha visto in pista 39 vetture, si è svolta con la classica partenza “one by one”, con gli start intervallati da un minuto. Il vincitore assoluto è stato l’eugubino Mauro Rampini, sulla performante Osella-BMW 3.0. Rampini, un vero habitué delle corse in montagna “L’iniziativa è molto positiva, ci si diverte in un contesto assolutamente sicuro e con costi bassi. Ben vengano altre gare come questa“.

Presente a Magione anche Giancarlo Minardi in veste di Presidente della Sottocommissione C.S.A.I. per la velocità “Sono veramente soddisfatto di come si sia svolta la giornata. E’ stato uno spettacolo molto bello che ha raccolto consensi da tutte le parti. Sia i piloti che i team si sono detti molto soddisfatti e hanno auspicato che questo evento venga trasformato in una realtà. Devo ringraziare il Direttore dell’Autodromo Ezio Sisti per aver appoggiato questa iniziativa e per aver organizzato l’evento in sole tre settimane” commenta Minardi e ideatore dell’evento “La volontà è quella di creare un Trofeo per il periodo invernale, stagione in cui normalmente team e piloti sono fermi ai box. Spostandomi all’interno del circuito ho potuto osservare i ragazzi impegnati nei vari tratti del “Mario Umberto Borzacchini” Nei giri a disposizione sono stati in grado di migliorarsi progressivamente. Le insidie delle montagna non permettono di esprimere il massimo del loro potenziale e quello della vettura, cosa invece più fattibile in un circuito. Sono emerse delle criticità che andranno corrette per il futuro, ma trattandosi di una novità assoluta è anche giusto che accada. L’Individual Races Series potrà essere una bella opportunità anche per quei giovani con limitate risorse economiche” conclude Minardi

Brasile ’85 – L’inizio di un sogno

Questo fine settimana sul circuito di Interlagos calerà definitivamente il sipario sul Mondiale di Formula 1 dominato a tutto tondo dalla Red Bull e da Sebastian Vettel, inseguiti da una Lotus in grande spolvero, attuale seconda forze del campionato, ma quarta in classifica costruttori.

Per Gian Carlo Minardi il Gran Premio del Brasile ha da sempre un sapore speciale rappresentando il punto di partenza di un’avventura durata la bellezza di 340 GP. “5 aprile 1985, ore 9.30, Circuito di Jacarepagua parte la FP1. Eravamo arrivati in Formula 1. Al di là di tutto il lavoro svolto per l’assemblaggio della vettura e l’organizzazione della prima trasferta oltre oceano, solo quando abbiamo avviato il nostro motore per compiere il primo giro in pista ci siamo realmente resi conto di cosa avevamo realizzato” ricorda Gian Carlo Minardi

Prima di raccontare questa storia dobbiamo fare un piccolo sforzo e andare indietro ancora di qualche anno, più precisamente al 1980, anno in cui Minardi fonda la sua Scuderia diventando costruttore partecipando al Campionato di Formula 2, ma con la mente già rivolta alla Formula 1. I risultati non tardano con Michele Alboreto, Alessandro Nannini, Paolo Barilla e Pier Luigi Martini, ma l’obiettivo resta sempre la massima serie. La grande occasione si presenta nel 1984 in un incontro tra l’imprenditore faentino e il presidente dell’Alfa Romeo ing. Massacesi . Alla fine di una lunga trattativa – il Presidente Alfa Romeo – promise a Minardi una fornitura di motori turbo 8 cilindri. Su quelle parole il manager faentino si lanciò nell’organizzazione delle nuova vettura e sulla costruzione della prima Minardi F1 che venne presentata a luglio ’84. Tutto era pronto quando, con una doccia fredda, arrivò il dietrofront Alfa. Ormai però era troppo tardi per tornare indietro. La Minardi F1 era già inscritta al Campionato del Mondo, quindi si decise di equipaggiare la monoposto con un vetusto motore aspirato Ford-Cosworth/Mader per i primi G.P., in attesa che la neonata società “Motori Moderni” di Piero Mancini e l’Ing Carlo Chiti fornisse il 6 cilindri 1500 Turbo.

Quello di Rio è stato un debutto a tutto tondo, nuovi come telaisti e con un assemblaggio motore dell’ultima ora. Saltato l’accordo con l’Alfa, abbiamo affrontato le prime due gare con un motore aspirato e successivamente con un propulsore turbo, trovandoci a combattere contro colossi come Ferrari, BMW, Ford e Renault, da privati. Arrivavamo da una consolidata esperienza come costruttori in F.2, ma ci trovavamo davanti ad una avventura tutta da scoprire in F.1 . Un piccolo team con una macchina con pochi chilometri alle spalle – costruita con una scocca in sandwich di alluminio, honecomb, con interposta fibra di carbonio e kevlar – dovevamo imparare tutto, dalle procedure di pista a conoscere la vettura. Ricordo con piacere che in quegli anni l’assegnazione dei box era casuale, e non dettata dall’ordine in campionato. Pertanto potevi trovarti in mezzo tra Ferrari e McLaren o Williams, Lotus e Renault con la possibilità di osservare il loro lavoro e quindi di incamerare esperienza”, analizza il manager faentino

Il passaggio dalla F.2 alla F.1 è stata la conseguenza di una strategia Aziendale, che prevedeva di costruire una vettura con cui correre direttamente, e non per rivenderle a terzi. Eravamo arrivati al punto di avere un organico  numeroso per costruire e gestire una F.2, ma non ancora strutturati per la massima serie. Si rese necessario comunque un salto di categoria.  Avevamo dimostrato di saper costruire telai, ma il nostro tallone al debutto era certamente il cambio di motorizzazione a stagione inoltrata. Insieme alla Tyrrel eravamo gli unici equipaggiati con un aspirato e, nonostante la loro esperienza, riuscivamo a lottare alla pari. Mi fa piacere sottolineare che con il sistema attuale di assegnazione punti, nonostante tutti i problemi di gioventù incontrati,  avremmo potuto conquistare già nella prima stagione i primi punti nel Mondiale, grazie all’ottavo posto di Martini in Australia”.

Per il debutto in F.1 Gian Carlo Minardi si affidò al piede di un giovanissimo Pierluigi Martini, nipote di Giancarlo Martini, che firmerà con la scuderia faentina la bellezze di 103 GP “Sono passati un po’ di anni, ma è stato un giorno di grandissima emozione per tutti. Si respirava una bellissima atmosfera. All’interno del team primeggiava la passione e la voglia di far bene. E’ stato un week end non privo di problemi, ma l’inizio di una nuova avventura” commenta Pierluigi Martini

Guarda il video con le interviste a Gian Carlo Minardi e Pierluigi Martini targate 1985

Gp USA – IL PUNTO

Il Gran Premio USA, penultimo round del Mondiale, ci ha regalato qualche bella battaglia con i suoi campioni Webber, Hamilton e Alonso, ma soprattutto ci ha consegnato una Lotus e un Grosjean in forte crescita.

Escludendo come al solito le due Red Bull, o perlomeno la RB #1 che ancora una volta ha dimostrato di poter giocare con i suoi avversari, Romain ha dimostrato di poter essere una prima guida per il futuro prossimo chiudendo a soli 6” dal Campione del Mondo, inserendosi tra le due macchine più competitive del lotto. Merita certamente un 9 in pagella per la partenza e gestione gara. Ha provato ad infastidire Sebastian Vettel segnando il giro più veloce in gara, poi regolarmente battuto dal “biondino” il giro successivo. Può essere una garanzia per il suo team che in questo finale di stagione ha dimostrato di aver recuperato qualcosa alla Red Bull, nonostante la non felice decisione di sostituire Kimi con Kovalainen. Probabilmente il lavoro svolto da Valsecchi all’interno del team meritava una chance. Peggio di così….. anche se nel post gara il finlandese è stato giustificato puntando il dito verso dei problemi tecnici.

Ottimo lavoro per Lewis Hamilton che si è difeso da un Fernando Alonso che, forse, ha spremuto più del dovuto le sue gomme. Una Ferrari in difficoltà per tutto il week end saluta Austin con il quinto posto dello spagnolo e un disperso Massa. Mi auguro che qualcosa non abbia funzionato, anche se il brasiliano ha sofferto pesantemente per tutto il fine settimana. Nonostante una gara strepitosa di Nando, in cui ha lottato con il coltello tra i denti, 29 sec. dal vincitore restano tanti, troppi. Fernando ha cercato di limitare i danni nei confronti di una Mercedes che ha portato entrambe le vetture in zona punti. La sfida finale per il secondo posto tra i costruttori si sposta così in Brasile, a casa di Felipe, tra soli sette giorni. Certamente non potranno dormire sonni sereni anche in vista dell’ottimo stato di saluto della Lotus, subito alle spalle del Cavallino.

Ancora una bella prestazione da parte del neo-silurato Sergio Perez che ha dimostrato che non doveva essere lui ad essere scaricato.  Ha solo 22 anni ed è in netta crescita. Anche in ottica 2015 (McLaren-Honda) forse andavano fatte scelte diverse. Abbiamo un Jenson Button – a fatica ha portato a casa un punto – che mi sembra sulla via del tramonto.

Ancora punti per Nico Hulkenberg e la sua Sauber che avrebbe meritato di conquistare la zona punti anche con Gutierrez. Peccato per la penalità ottenuta in qualifica. Mi ha sorpreso Bottas. In casa Williams hanno fatto scelte retroattive rispolverando soluzioni targate 2012 che hanno ripagato. Valtteri si sta confermando pilota da F1

Gian Carlo Minardi all’Individual Races Series

Questo fine settimana l’Autodromo di Magione ospiterà un evento sperimentale e unico in Italia, ideato e voluto fortemente da Gian Carlo Minardi: l’Individual Races Series.

I protagonisti del “Mario Umberto Borzacchini” saranno gli abituali concorrenti della velocità in montagna: vetture turismo, sport e formula saranno chiamate ad effettuare una competizione con le medesime modalità delle cronoscalate, ma interamente da svolgersi sui  7.205 metri del Borzacchini. L’unico elemento a mancare sarà… la salita!

I piloti che parteciperanno alla sfida del 17 Novembre dovranno percorrere, con la classica partenza uno alla volta, due giri e mezzo del circuito di Magione. I concorrenti prenderanno il via ogni 40” e avranno a disposizione due  manche (per il risultato finale si procederà alla somma dei tempi)

“E’ un esperimento che ho voluto fortemente e sono contento che l’iniziativa sia stata accolta dal Direttore dell’Autodromo Ezio Sisti. Potrebbe essere un’interessante novità per i ragazzi che non dispongono di grandi somme per fare comunque gare in circuito a tempo” commenta il Presidente Commissione Velocità “Domenica sarò presente a Magione per assistere l’evento” conclude Gian Carlo Minardi